Vuoi comprare un dominio per il tuo sito? Ne abbiamo discusso in più occasioni su questo blog, e non mancherà occasione di farlo in futuro. Aprire un tuo sito è un’operazione che passa necessariamente per l’acquisto di un dominio di secondo livello (a pagamento, ad esempio NameCheap) oppure uno di terzo (preso “in prestito” da wordpress.com, Blogger e simili).
Un dominio non è altro che una stringa di lettere e numeri – soggetta a determinate regole e vincoli di struttura – che serve ad identificare un determinato host, ovvero un sito, un servizio internet, un webservice e così via. Un nome di dominio nella pratica ci risparmia di dover ricordare a memoria gli indirizzi IP numerici dei siti, e ci permette di espandere lo spazio indirizzabile mediante il comodo meccanismo offerto dal virtual hosting.
In altri termini, dato che un indirizzo numerico è spesso piuttosto difficile da ricordare, e poichè su un singolo “nodo” può alloggiare (per questioni di praticità e convenienza) più di un sito, si associano degli indirizzi mediante DNS o Name Server, a seconda delle configurazioni in atto, in modo da limitarsi a dover ricordare indirizzi internet alfanumerici (un dominio, per l’appunto), seguiti eventualmente dal path della pagina (cosiddetto permalink).
Come sappiamo, o dovremmo sapere, un server Linux o Windows è tipicamente in grado di offrire altissime prestazioni rimanendo connesso alla rete 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 (uptime permettendo, ovviamente). Esso rappresenta uno dei nodi della rete internet, nello specifico, sul quale è possibile mettere a disposizione pagine web ed annessi servizi online di vario genere. Le possibilità di servizi offerte da un singolo dominio sono davvero tantissime, e con le recenti tecnologie cloud essi si sono espansi in termini di tempistiche più veloci e maggiore supporto tecnologico a vari linguaggi e opportunità per i clienti.
Il visitatore che desidera visualizzare un dominio potrà farlo tramite browser o, in certi casi, opportune app, e potrà farlo da qualsiasi dispositivo connesso in rete: smartphone, iPhone, PC, Mac, tablet e cosଠvia. Il meccanismo di funzionamento dei domini, in altri termini, permette di funzionare allo stesso modo a prescindere dalla tecnologia in uso presso l’utente, ovviamente a patto che il sito o servizio web in questione siano stati ben progettati ed implementati.
In questo contesto è bene distinguere, quindi, l’indirizzo URI (quello fisico della risorsa, o del file), dall’indirizzo IP (quello numerico, che può essere sia IPv4 che, tra qualche tempo, IPv6): il nome internet di dominio serve ad associare l’uno all’altro, in maniera univoca o meno.
(Photo Credit: 71539546 © Catalin Pop – Fotolia)
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