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Introduzione a Ionic, il framework ibrido per creare app di ogni tipo

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Volete scrivere la vostra prima app slegandovi da un ambiente specifico (iOS, Android, Windows) e scrivendo l’app “una volta per tutte”, per qualsiasi sistema operativo? Questo articolo vi introdurrà  al mondo di Ionic, un framework ibrido utilizzabile a questo scopo sfruttando un linguaggio di programmazione unificato e web oriented.

Cos’è Ionic?

Formalmente Ionic permette di realizzare app per qualsiasi piattaforma, il tutto sfruttando tecnologie ibride, ovvero senza preoccuparsi di un linguaggio di programmazione specifico per la piattaforma destinazione (Java, C#, ecc.) bensଠutilizzando le tecnologie AngularJS e Apache Cordova. Pi๠nello specifico, dovremmo modellare e scrivere la nostra app in CSS, HTML e Sass, utilizzare una struttura predefinita per creare le varie pagine e poi sfruttare delle chiamate specifiche per la parte meramente programmativa (il che riduce la scrittura di app in Ionic all’utilizzo di Javascript o meglio di AngularJS).

Un approccio semplice ed efficace, che offre – peraltro gratuitamente – al programmatore un ambiente di sviluppo completo sia per professionisti che per principianti o amatori.

Come installare Ionic

L’installazione di Ionic prevede di risolvere una serie di dipendenze di sistema, ovvero installare un po’ di software aggiuntivo che è quello su cui si basa, in effetti, il framework ibrido stesso: di base, bisogna disporre sul computer su cui svilupperemo di Node.js, il modulo runtime in JavaScript basato sul motore di Chrome V8 JavaScript. Di fatto, una volta eseguito questo passo dovrebbe essere possibile creare direttamente le app, con l’accortezza di integrare le eventuali librerie mancanti sulla base delle notifiche che riceveremo: sul mio Mac ho dovuto fare un po’ di attività  di integrazione in tal senso (senza inventarsi nulla: le notifiche via terminale sono auto-esplicative nel 90% dei casi), ed il risultato finale (app pronta alla “consegna” sul Google Store) è comunque arrivato in pochi giorni di lavoro.

Per la creazione effettiva dei pacchetti (.apk e via dicendo, che andranno pure firmati digitalmente) per le varie app destinazione, sarà  poi necessario installare ovviamente Xcode ed Android (per Windows ci sono delle dipendenze specifiche leggermente più complesse, ma comunque fattibili). Cosa che, in realtà , potremo anche fare in fase di deploy o in un secondo momento, per non complicarci troppo la vita e dare invece uno sguardo sommario all’ambiente Ionic, cosଠcome è lo scopo di questo articolo.

Al momento in cui scrivo, la versione stable di Ionic è la 2, mentre l’installazione può avvenire comodamente da linea di comando o terminale (a parte le dipendenze, che si scaricano a parte).

Risolve i problemi in fase di sviluppo, ma rimane qualche “complicazione” a valle

Se da un punto di vista teorico si tratta di una novità  considerevole – e di livello a mio avviso più utilizzabile di soluzioni come, ad esempio Intel XDK – dal punto di vista pratico (benintenso, il discorso vale per chi non ha mai programmato app) questa scelta può rivelarsi comunque insidiosa: se lo sviluppo è notevolmente facilitato nella fase iniziale, tende a complicarsi in quella di consegna dell’app sullo store.

Per una persona che non disponga di precedente esperienza dello sviluppo di applicazioni per Android, ad esempio, ci si dovrà  comunque scontrare con le notifiche, i warning e gli errori eventualmente generati per quello specifico ambiente: considerazioni di ordine pratico potrebbero portare, quindi, a ritenere più conveniente l’uso di Java direttamente, senza passare per l’ ibridazione. Infatti la semplificazione iniziale dell’utilizzo di un’app ibrida, unita ad un forte snellimento della sintassi del linguaggio (semplificando un po’ i termini potremmo dire, in effetti, che il tutto equivarrà  alla scrittura di una web app) permette di risparmiare molto tempo in fase di scrittura del codice: senza dubbio una conquista considerevole. Dall’altro lato, però, bisognerà  comunque scontrarsi con le problematiche e le richieste determinate dalle specifiche di Windows, iOS ed Android: in fase di deploy, in sostanza, non avremo più il supporto di Ionic come potremmo aspettarcelo, e molte delle risposte e delle discussioni relative a questa fase andranno comunque affrontate in separata sede.

Ad ogni modo questa mia osservazione non vuole certo scoraggiare dall’utilizzo in sè di ambienti ibridi, che rimangono comunque un’innovazione considerevole per moltissimi scenari pratici: quello che sto cercando di fare, molto semplicemente, è dare un feedback concreto (dopo averne fatto uso per qualche mese, nello specifico) a chiunque avesse le mie stesse intenzioni o necessità : realizzare app semplici e senza legarsi ad una specifica piattaforma di sviluppo (Android, iOS o Windows che sia).

Ambienti di sviluppo per Ionic

La prima cosa da fare utilizzare Ionic da un punto di vista “da sviluppatore” è quella installare un ambiente di sviluppo: è possibile utilizzare infatti sia i classici editor come Atom o Sublime Text sia (ed io lo sto facendo con successo sul mio Mac) la soluzione proposta da Microsoft Visual Studio Code: ad un principiante consiglierei senza dubbio quest’ultima soluzione.

Sviluppo in CLI vs. sviluppo in cloud

Dal punto di vista pratico, sarà  necessario familiarizzare immediatamente con l’interfaccia a linea di comando proposta da Ionic (CLI, ovvero Command Line Interface): seguendo questa logica, inseriremo determinati comandi che permettono, ad esempio, di creare un’app vuota (addirittura secondo modelli predefiniti, come una finestra di login ad esempio), di emulare lo sviluppo dell’applicazione direttamente all’interno del browser e tantissimo altro ancora. Questo primo approccio può sembrare ostico ma, in realtà , è realmente snello e funzionale agli obiettivi.

In alternativa, esiste anche un ambiente cloud (nell’uso base free, in quello avanzato a pagamento mensile) che permette di creare le app mediante un intuitivo drag’n drop, e riducendo al minimo la scrittura di codice: Ionic Creator, di cui non parlerò per brevità  – ma che sembra essere una soluzione davvero all’altezza. Esso permette di realizzare gratuitamente un singolo progetto alla volta e di esportarlo come app sfruttando le più comuni opzioni (sono disponibili anche piani personalizzati su misura).

Per maggiori informazioni potete seguire le indicazioni contenute all’interno del sito ufficiale (In inglese):

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