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Come monitorare le prestazioni del vostro sito (uptime/downtime)

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In questo articolo cercheremo di capire meglio come monitorare le prestazioni di un sito web.

Che cos’è l’uptime

L’uptime fa riferimento al periodo di tempo in cui un dispositivo, entità  o periferica di rete (es. un webserver) rimane attivo e funzionante; il termine opposto, downtime, denota il periodo temporale in cui lo stato di sistema non è funzionante. Si tratta di due misure di prestazioni molto importanti, che si usano spesso per misurare le prestazioni del proprio sito web (e di riflesso, del proprio servizio di hosting).

La misurazione può essere effettuata sia mediante valori assoluti (ad esempio 2 settimane/anno di downtime), o più di frequente in percentuale su base periodica (99% di uptime: per gli hosting, in genere, gli uptime sono considerati accettabili, su base annuale, se sono di almeno il 99,50%).

Uptime di un server

Quando un uptime è buono?

In questa tabella ho cercato di riassumere la situazione, mostrando la corrispondenza tra uptime annuale e tempo corrispondente di inattività  del sito web; ad esempio un uptime del 99,95% corrisponde a circa 4 ore / anno di inattività , distribuite non per forza in modo contiguo.

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In genere – ma non c’è una regola generale, su questo – per un hosting si considera buon uptime un valore maggiore o uguale al 99.50% durante un anno: se si alza questo limite significa che stiamo cercando dei parametri migliori per il nostro servizio di hosting oppure per il sito che offriamo agli utenti. Non è raro, senza fare nomi, che in certi casi le percentuali di downtime di molti servizi di hosting popolari siano falsate – o del tutto inventate – dai provider stessi, che quasi sempre riporteranno il 99,99% di uptime sui loro servizi. Nella mia esperienza, per quello che vale, i servizi di hosting low-cost possiedono un downtime medio, su un campione che ho misurato, di circa il 99,40%, mentre sui servizi di hosting professionale (un po’ più costosi) può arrivare effettivamente a circa il 99,8%.

Cause tipiche del downtime

Da cosa dipende un downtime? Molto numerose possono essere le ragioni:

  • sito web che smette di funzionare a seguito di un aggiornamento non andato a buon fine
  • sito web che smette di funzionare per via di cattiva progettazione
  • rete dell’hosting non funzionante
  • errori irreversibili in PHP o sul CMS che sta facendo girare il sito;
  • problematiche di sistema operativo annesse alla configurazione (es. Linux non parte o non si avvia più)
  • problemi sul web-server (es. Apache o NGINX si è bloccato e deve essere riavviato)
  • rallentamenti sul database (es. MySql necessita di reindicizzazione, manutenzione o ancora una volta riavvio)

Non chiamare… tuo cugino

Questi test sono spesso inaffidabili, comunque: a parte che il downtime non è affatto l’unico parametro di qualità  disponibile, un sito aperto da due hotspot internet differenti (es. voi ed un amico di un’altra città , oppure voi dalla fibra dell’ufficio e voi con la connettività  del vostro smartphone) possono far rilevare prestazioni diverse (del tipo: voi lo visualizzate mentre il vostro amico non riesce ad aprirlo).

Questo aspetto tecnologico deve per forza essere tenuto in conto nella valutazione di un “alto uptime” o di un uptime scadente: quindi facciamo sempre attenzione a valutare questa misura che in definitiva:

  • è sempre relativa alla posizione del nodo osservatore (dipende da dove viene calcolata);
  • potrebbe non essere uguale per tutti i nodi della rete (non è detto che un basso uptime rilevato da una parte del mondo sia ugualmente scadente per noi, o viceversa);
  • è influenzata da fattori stocastici non eliminabili come da rumore di trasmissione e simili.

Limiti e conclusioni

Queste considerazioni ci portano a considerare in modo piuttosto limitato la portata di una qualsiasi misura di uptime: per quanto riguarda il vostro sito web, una percentuale di uptime accettabile potrebbe stimarsi orientativamente a partire dal 99.5% in poi: ovviamente si tratta soltanto di una valutazione “a spanne”, poichè comunque è un dato statistico che si può calcolare (e che sto calcolando da più di un anno su un campione di provider) e che – oltre alle precisazioni dei punti precedenti – non tiene conto di un aspetto fondamentale, ovvero le prestazioni del server nel breve periodo.

Dal punto di vista dell’indice percentuale in questione, in altri termini, un uptime del 99.70% potrebbe coincidere con 26 ore consecutive come spalmate in un anno – e gli utenti, di fatto, potrebbero risentirne (o meno) a seconda dei casi. Si tratta quindi di una misura aleatoria ( o probabilistica) affetta da errore – come qualunque altra, del resto – che deve sempre essere considerata in quanto tale, e mai elevata a totem assoluto di riferimento per valutare la qualità  del provider.

Come misurare l’uptime di un sito

I servizi gratuiti di calcolo dell’uptime per i vostri siti sono:

Entrambi i servizi inviano automaticamente dei report via email e vi notificano quando, dal loro “punto di vista”, qualcosa non sta funzionando per il verso giusto.

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