L’introduzione di SSD nel campo della tecnologia relativa agli hard disk sta da qualche tempo prendendo piede anche sui computer domestici: per questo, quindi, non c’è da meravigliarsi se anche Google Cloud abbia annunciato di averla introdotta sui rispettivi hosting.
SSD permette migliori prestazioni in termini di I/O e quindi:
- database MySQL, PostgreSQL, Mongo, Cassandra e Redis più veloci;
- rimozioni dei “colli di bottiglia” per le app che fanno molto I/O.
SSD garantisce inoltre una maggiore consistenza sulla memorizzazione dei dati: inoltre, secondo quanto scritto nel post ufficiale sembra che si potrà arrivare a 30 IOPS per GB.
Gli IOPS (si pronuncia “eye-ops”) sono un benchmark, ovvero un’unità di misura delle prestazioni di un hard disk in termini di operazioni di I/O (Input/Output), ovvero lettura e scrittura. In realtà non esiste un modo univoco per valutarlo, in quanto possono entrare in gioco diversi parametri (pattern di accesso in lettura/scrittura, thread concorrenti attivi, lunghezza dell’eventuale coda di utenti), senza contare che la valutazione è sempre influenzata dal sistema operativo, dai driver e dalle operazioni svolte in background. Rispetto ai tradizionali hard disk elettro-meccanici, infatti, gli SSD riescono ad effettuare le operazioni richieste in un tempo inferiore, in corrispondenza delle caratteristiche del controller di memoria, e soprattutto senza le latenze introdotte dai primi. Numerosi sono i benchmark prodotti dalle diverse case produttrici per valutare gli IOPS, ad esempio quelli della Intel.
Gli hosting cloud con SSD sembrano essere particolarmente adatti per snellire le web app che lavorano molto sui database, mentre (al contrario) sono inadeguati per lo streaming sequenziale di molti file. Google, in particolare, raccomanda di seguire una serie di best practices per ottenere il massimo delle prestazioni da questi dispositivi, disponibili sugli hosting cloud solo in forma sperimentale e su richiesta, al momento.
Per quanto riguarda i costi, inoltre, siamo orientativamente – secondo il post sul blog ufficiale – sui 0.325$ (circa 23 centesimi di euro) per GB mensili.
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