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L’evoluzione dell’hosting web in 10 passi

Scegliere un hosting non sarà  più un problema per voi dopo aver letto quello che viene riportato in questo articolo! Tutte queste informazioni sono state ricavate da un’infografica molto efficace, che descrive in modo sintetico quello che bisogna conoscere sulle varie opzioni per chi cerca un servizio di hosting.

Ormai esistono diversi livelli di servizi, a vari costi e con altrettante opzioni hardware/software, che si traducono nei 10 elementi cardine espressi gradualmente di seguito.

Internet


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Una rete di computer interconnessa, di dimensioni molto grandi: trasmette e riceve pacchetti tra vari nodi (client e server), e risponde a politiche precise per smistare le informazioni sulle varie dorsali (algoritmi di routing).

Server

Un computer che effettua file sharing dei propri contenuti con il pubblico: sotto determinate condizioni, i file esposti possono essere visualizzati mediante appositi clienti (i browser di solito, ma esistono anche client FTP, bittorrent e cosଠvia).

Data Center

Un insieme di server localizzati nello stesso spazio fisico, ad esempio la sede di un provider di hosting.

Distanza

Contrariamente a quanto affermato nell’infografica originale, la distanza geografica tra client e server non si paga necessariamente in maggiori tempi di accesso, in quanto l’algoritmo di routing che stabilisce come viaggiano i vari pacchetti risponde a logiche molto più elaborate e difficili da prevedere rispetto alla semplice distanza.

Uptime del server, hardware e sicurezza

L’uptime degli hosting è di solito dichiarato pari al 99.9%, il che corrisponde al tempo medio di attività  di una macchina server nel giro di un anno, di solito: tradotto in termini temporali, tale uptime implicherebbe un disservizio di non più di 1 giorno all’anno (in media), distribuiti variamente all’interno di esso. Molti servizi dichiarano apertamente il proprio uptime calcolandolo in tempo reale, come ad esempio V-Hosting. L’hardware messo a disposizione dai piani viene offerto virtualmente ai clienti, in modo tale che possano disporre di banda, CPU, spazio su disco e software annessi (PHP, MySQL e cosଠvia). Varie sono poi le misure di sicurezza presentate dai diversi hosting, che riguardano da un lato la riduzione delle opportunità  di commettere abusi da parte di attaccanti (mediante ad es. disabilitazione moduli, firewall e plugin appositi), dall’altro la possibilità  di dare maggiori garanzie ai clienti che accederanno ai quei siti, quindi ad esempio mediante protezione della connessione (SSL) e dei file (cifrature in chiave pubblica/privata a 1024 o 2048 bit).

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Hosting condiviso

Consiste in un servizio di condisione dati mediante appositi accessi a piccoli database e spazi web: le risorse sono suddivise equamente dalle politiche interne del web server (non infallibili, come vedremo), con il vantaggio di poterne disporre a prezzi veramente bassi, disponendo di varie utility aggiuntive (come gli installatori di software alla Softaculous) e con l’unica sostanziale pecca di dover utilizzare servizi configurati in modo a volte approssimativo. Di contro, inoltre, i webmaster che abbiano acquistato un hosting condiviso hanno il serio problema di poter essere potenzialmente “sopraffatti” da chi usi le risorse condivise in maniera intensiva (sotto certe condizioni), senza contare l’impossibilità  di accedere al sistema come root.

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VPS (Virtual Private Server)

Sui VPS molto è stato scritto e detto negli anni: si tratta della tecnologia più facile da configurare che possa esistere. Di fatto, mette a disposizione una macchina configurabile da zero, inclusiva della gestione dell’hardware, con accesso root disponibile (per configurare servizi particolari come le app per il forex, ad esempio), solitamente con dei prezzi scalabili sulla base delle dimensioni delle risorse che si vogliono (e si parla di cloud VPS in questi casi, non a caso). Se questo responsabilizza l’utente rendendolo di fatto webmaster e sistemista, c’è anche il problema che di solito CPU e RAM sono accoppiate, nel senso che non alcune configurazioni potrebbero non essere disponibili. Come costi, solitamente, si trovano moltissimi servizi di qualità  come ultra-low cost.

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Server Dedicato

Supera i problemi di condivisione visti nel primo caso, ed offre all’utente possibilità  di configurazione enormi, tipo la possibilità  di creare account cPanel, stabilire le quote di risorse da affidare ad ognuno e via dicendo. Di solito il monitoraggio delle risorse è a portata di mano e sotto la responsabilità  dell’hosting (soluzioni managed), ma ovviamente queste soluzioni tendono a costare molto di più, oltre a richiedere un ottimo bagaglio di conoscenze per poter essere utilizzata a dovere.

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Housing (o colocation)

Il servizio in questo caso viene offerto in questi termini: un utente/webmaster/sistemista/ente pubblico affitta presso un hosting uno spazio fisico, di solito all’interno di appositi armadi detti rack, dove colloca il server che è di proprietà  del cliente. Tipicamente i server vengono ospitati in data center in cui si garantisce un’attenta gestione degli aspetti hardware, software ed infrastrutturali, garantendo continuità  all’erogazione di corrente, opportune condizioni climatiche, gestione della manutenzione con personale specializzato e via dicendo. Ovviamente questo implica che sia necessario affidare la gestione a personale serio e molto competente; al tempo stesso se ci sono problemi su qualche macchina di solito si può decidere di cambiare fisicamente l’hardware oppure aggiornarlo. Molti siti di e-commerce famosi, cosଠcome compagnie multinazionali ed enti pubblici, tendono ad adottare questo genere di soluzione.

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Cloud hosting

Con una soluzione di hosting del genere i picchi di traffico diventano un problema contenuto, per quanto si possano affrontare in modo molto vario in realtà . Molti cloud permettono l’esistenza di servizi di file hosting, in generale riescono a far girare in modo snello qualsiasi tipo di servizio software, si scalano in automatico sulle esigenze reali del servizio web o del sito: bisogna pero’ considerare che i rischi di sicurezza possono essere amplificati, in molti casi, senza contare che non si dispone di accesso root e che diventa necessario affidarsi a soluzioni ben configurate e professionali per non avere problemi nel medio periodo.

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(Fonte: Hostgator)

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