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àˆ auspicabile che Internet Explorer diventi open source?

Come avevo accennato nell’articolo che confronta i vari browser, esistono numerose differenze tra i vari software per consultare pagine web:

  • Firefox è l’unico browser celebre ad essere interamente open source;
  • Safari è basato su un motore open source (WebKit), ma il suo codice è chiuso;
  • Opera è basato su Blink;
  • Chrome è anch’esso basato su Blink, ma il suo codice è chiuso;
  • Internet Explorer è, infine, interamente a codice chiuso, ovvero il suo codice è sconosciuto e non è mai stato reso noto o pubblicato ufficialmente.

In questo scenario è evidente che anche il browser Microsoft, arrivato alla versione 11, debba valutare la possibilità  di pubblicare il proprio codice; adeguarsi a questo standard, almeno in parte, consentirebbe di adeguarsi più facilmente ai cambiamenti ed alle estensioni proposte dalla community. Il motivo per cui una parte del codice di un browser è sempre open è legato ad un’esigenza di carattere pratico: sviluppare web-app e plugin che siano compatibili universalmente. Per adesso è soltanto un’utopia, in effetti, specie se Microsoft, Google o Apple continueranno per propri interessi a fissare paletti in tal senso.

Un codice open, come spiegato in più occasioni, darebbe di fatto maggiori opportunità  di preservare l’utente medio da falle informatiche e bug di varia natura. Di fatto solo .NET è stato aperto alla comunità  open source in questi anni, e l’azienda ha mostrato una certa avversione sia all’open in generale (che non coincide per forza col “gratis”, ricordiamo) che alla pubblicazione di falle informatiche e bug in pubblico. La politica di adesione alla security through obscurity è una caratteristica peculiare dei prodotti Microsoft da sempre: una versione open di IE metterebbe gli sviluppatori in condizione di lavorare e testare le proprie web-app anche su OS/X e Linux, con indubbio vantaggio collettivo.

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