Con un post sul blog ufficiale Tor Cloud, il servizio anonimizzante implementato sui server EC2 di Amazon – utilizzato per aggirare i controlli di censura su internet – ha chiuso definitivamente i battenti. Il codice di Tor Cloud è rimasto free ed open source dal repository ufficiale, ed è ancora possibile far girare come bridge di connessione tale codice sul cloud di Amazon. Tor, dal punto di vista tecnologico, si appoggiava al famosissimo cloud EC2, ed è ancora possibile farlo girare in autonomia su questa piattaforma, per quanto molti utenti nel blog ne segnalino i costi proibitivi per l’applicazione in questione.
In particolare, Tor Cloud – da non confondersi con Tor Browser – permetteva a varie applicazioni di tenere in piedi applicazioni IaaS e SaaS, oltre alla possibilità di effettuare anche storage riservato di file configurando opportunamente gli appositi bucket di Amazon. Di fatto, la banda sfruttata dall’applicazione cloud ormai dismessa, veniva utilizzata per contribuire al network anonimizzante più famoso al mondo.
Resta il fatto che, per gli utenti ordinari, Tor Browser sembra essere ancora attivo e funzionante come servizio per l’anonimato in rete, come ho avuto modo di testare qualche minuto fa.
(l’articolo è stato parzialmente riscritto, dopo essermi accorto di un errore che avevo commesso; grazie a Marco Tini che mi ha segnalato l’anomalia)
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