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Ecco 5 buoni motivi per cambiare hosting

Scegliere di cambiare il proprio hosting web non è mai semplice: l’idea di dover trasferire tutti i nostri dati, migrare il database, scaricarsi tutti i file e ricaricarli, oltre a dover riconfigurare il proprio dominio, scoraggerebbe chiunque. Eppure ci sono casi in cui è necessario farlo, e come prima cosa mostrerò quelli che considero i motivi più concreti per cambiare hosting, e come fare a cambiarlo subito dopo.

Lista completa dei 5 motivi più seri, nella mia esperienza, per decidere di cambiare hosting in men che non si dica.

Assistenza, hosting troppo giovani, piani sovradimensionati: alcune ragioni possibili

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1. Assistenza scadente. àˆ la cosa più importante, ed una discreta fetta degli hosting sul mercato non lo ha ben capito (o magari ha altre priorità ), per cui non ci investe, e crede che tutti i webmaster siano degli esperti scaricando “comodamente” qualsiasi responsabilità  su di loro. Non c’è nulla di peggio, del resto, che pagare per un servizio, presentato come mirabolante ed infallibile, e poi sentirsi rispondere in malo modo, ricevere suggerimenti sbagliati o non riceverne affatto. Rientra nel caso di “assistenza di scarsa qualità “, in alcuni casi, quello in cui gli operatori tendono ad essere troppo “markettari” (es.: mentre discutete le caratteristiche di un piano cercano di vendervi servizi aggiuntivi ad ogni costo).

Un’assistenza di scarsa qualità  è come l’acqua che se ne va quando avete la classica pila di piatti da lavare.

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2. L’hosting esiste da molto poco. Lo dico senza nulla togliere alle aziende giovani in generale, per cui questa motivazione è da prendere con le pinze: nella mia esperienza, di solito, chi vanta un’esperienza ultra-decennale nel campo è decisamente meno propenso a rifilarvi brutte sorprese nel seguito, o a manifestare incompetenza grossolana. I primi stadi evolutivi di una qualsiasi azienda di hosting potrebbero essere deboli, e non si risulta inaffidabili per vera e propria malafede quanto, più semplicemente, per semplice inesperienza. Certamente un hosting sul mercato da poco, che non sa muoversi per bene e “non si regola” su tante cose è frose la cosa peggiore in cui soprattutto un freelance o chiunque lavori sul web individualmente, soprattutto – con poco tempo, poco spazio e poche risorse – potrebbe incappare.

Come nella vita reale, dunque, l’esperienza conta parecchio, e bisognerebbe sempre valutare i casi senza generalizzare.

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3. Non trovate piani di hosting adatti a voi. Quando avete aperto il vostro blog avevate meno di 50 unici giornalieri, molti dei quali erano parenti in incognito che provavano a farvi contenti. Ma il tempo passa per tutti e, se avete saputo gestire la situazione, potreste ritrovarvi con un traffico giornaliero dell’ordine delle decine di migliaia mensili: in molti casi, a seguito di un incremento di traffico, è bene essere sempre pronti a cambiare piano (ad esempio da condiviso a semi-dedicato), cosa che non tutti i servizi offrono, specialmente se “alla buona” o molto low-cost.

Se vi sentiti limitati dalle offerte del vostro provider, forse è arrivato il momento di cambiare.

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4. Spazio su disco terminato. Si tratta di una circostanza un po’ insolita, ma che ho riscontrato in un paio di casi durante la gestione dei miei siti web. Il sito cresce, aumentano le immagini HD caricate nel blog oppure (se è ammesso dalle TOS del servizio) i video, e vi ritrovate con il 99% dello spazio prefissato occupato giusto quando meno ve lo aspettate (tempo fa ho ricevuto una notifica in cui il 115% del mio spazio era stato occupato). In questi casi la soluzione con “hosting illimitato” non è necessariamente quella migliore, dato che – anche qui – un semidedicato a dimensione prefissata potrebbe fare al caso vostro.

Diffidate dagli hosting che non vi mettono a disposizione gli upgrade in tal senso.

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5. Scarsa sicurezza del server. Mentre ricordo che è sempre opportuno avere una copia dei vostri siti in un posto diverso dagli hosting che li ospitano, rientrano nel caso citato casi di attacchi informatici mirati, DNS poisoning o, alla peggio, manipolazione dei vostri file dall’esterno sfruttando una qualche falla del codice. Forse si tratta di uno dei casi più delicati da gestire, anche perchè la colpa non sempre è dell’hosting in questi casi, per quanto la migliore protezione possa venire da firewall e server protetti che solo loro potranno mettere a disposizione, c’è da dire che in ambito di sicurezza la cosa migliore è sempre quella di scrivere codice sensato ed avere il processo di funzionamento del sito o del servizio web sempre a portata di tastiera.

Come cambiare hosting?

Ammettiamo che abbiate il vostro sito web su un hosting su cui non siete soddisfatti: per migrare il vostro sito, come prima cosa è opportuno che vi facciate una copia dei vostri dati. Vi servirà  infatti:

  1. scaricare via FTP tutti i file del vostro sito (PHP, HTML, JS, CSS e rispettive cartelle) in un hard disk esterno oppure in una cartella del vostro computer;
  2. effettuare un dump del database, cioè una copia in formato file di testo (solitamente con estensione .mssql oppure .sql) che vi consenta di ripristinare il database sul nuovo servizio di hosting;
  3. procurarvi i dati di accesso al pannello di controllo del vostro attuale dominio, cioè del nome del sito che volete migrare, e procurarvi in particolare il codice EPP di migrazione; servirà  all’hosting destinazione al momento dell’acquisto;
  4. cercare tra le offerte sul nostro sito quella che sembra più adatta alle tue esigenze: Tophost, ad esempio, offre i piani più economici del momento e ti da’ tutto quello di cui dovresti aver bisogno per il tuo sito web.

Siamo arrivati alla fine: se hai trovato una buona ragione per farlo e vuoi scegliere un hosting diverso, dai uno sguardo alle varie offerte di web hosting.

Photo Credits (Creative Commons):

  1. Alcuni diritti riservati a LucatraversA
  2. Alcuni diritti riservati a PROYECTO AGUA** /** WATER PROJECT
  3. Alcuni diritti riservati a Dieg082
  4. Alcuni diritti riservati a blind
  5. Alcuni diritti riservati a PerDiletto

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