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Quale data fa fede nella PEC?

La Posta Certificata o PEC serve sia a garantire la consegna del messaggio al destinatario in modo sicuro e dimostrabile per legge, che a stabilire in modo sicuro la data di consegna. Per fare questo, la data viene resa dimostrabile mediante due tecnologie simili: la data certa e la marca temporale. In questo la PEC è equivalente ad una raccomandata con ricevuta di ritorno, in cui la ricezione del documento viene notificata sia al mittente che al destinatario mediante firma di quest’ultimo, ad una data ed ora prestabilite.

Data certa

Le PEC generalmente supportano la data certa, un meccanismo per cui la data di consegna della mail viene apposta in modo crittografico (e in automatico) all’interno della posta certificata che inviamo; in questo modo viene garantita, in termini di Legge, che sia davvero stata inviata a quella data e a quell’ora. Determinati tipi di invio possono richiedere la data certa, ad esempio nel caso in cui sia necessario dimostrare in modo sicuro la data di invio di una PEC per evitare di incorrere in sanzioni o problemi legali di varia natura.

Le specifiche tecniche sono contenute all’interno del D. Lgs 82/2005, articolo 48, comma 1.

Esempio di data certa

La data certa è utile per dimostrare, ad esempio, che l’invio di una PEC con la richiesta di partecipazione ad un concorso sia effettivamente valida ed entro i termini di scadenza prestabiliti.

Marca temporale

Offerta da servizi come la PEC di Aruba, la marca temporale attesta il momento in cui la mail certificata viene creata, trasmessa o archiviata; per questo motivo si tratta di una garanzia della validità  nel tempo della trasmissione del documento. Essa non dipende dalla firma digitale (che è una tecnologia in grado di attestare l’identità  del mittente e del destinatario in modo certo). Come stabilito dall’articolo 49 del Dpcm del 30/03/2009, qualora siano esistenti le Marche Temporali emesse devono essere archiviate per almeno 20 anni.

Esempio di marca temporale

Il  servizio  di  marca  temporale di  un  documento digitale prevede la generazione da parte di un’Autorità  Certificata della firma digitale del documento e dell’attribuzione (mediante un complesso meccanismo) della data e dell’ora dell’invio. In genere si tratta di file con estensione .m7m il quale contiene tutte le informazioni necessarie. Esempio tipico della marcatura temporale è l’invio di una PEC per motivi legati a burocrazia e pratiche legali.

La marca temporale è utile perchè permette di mantenere la validità  del certificato utilizzato dalla trasmissione anche oltre la validità  dello stesso (i certificati hanno una scadenza, ed in genere rinnovarli ha un costo), oltre ovviamente a provare l’esistenza di quel documento in un certo periodo.

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