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Arbitraggio con Google Ads: cos’è e come funziona

Vuoi saperne di più sull’arbitraggio di Google Ads per pagine web con Google Adsense? Qui proviamo a chiarire ogni dubbio su una questione da sempre molto dibattuta (e a volte esasperata), per cui daremo una risposta netta, o quantomeno un consiglio che reputiamo come saggio.

Come funziona l’arbitraggio con Google Ads

Il cosiddetto “arbitraggio” con Google Ads era una pratica molto diffusa tra webmaster, che puntava a fare uso di Google Ads con annunci mirati per guadagnare coi siti nei quali era apposto Google Adsense. Per fare un esempio pratico: immaginiamo di avere un sito di tecnologie che monetizza con Google Adsense, e che abbia una pagina particolarmente performante che pero’, per sfortuna del proprietario, abbia poche visite da traffico organico. Una strategia per incrementare i guadagni è il cosiddetto arbitraggio, ovvero investire in Google Ads su quella pagina per le parole chiave di interesse, spendendo ad esempio 100€ in annunci nella speranza di guadagnarne almeno un po’ di più.

Negli anni scorsi molti riusciavano – e riescono tutt’ora, in alcuni casi borderline – ad ottenere guadagni  puntando su una “forbice” costi/ricavi molto pronunciata tra:

  1. un basso costo della parola chiave target contenuta nell’annuncio (ad esempio di Google Adwords oppure BidVertiser) ed
  2. un grande corrispettivo pagato dall’annuncio pubblicitario – ad esempio Google Adsense – che viene cliccato dagli utenti, portati fin lì mediante traffico a pagamento.

Non si creano soldi dal nulla, ovviamente: se volessimo fare un esempio, è come se comprassi a 0.10€  a click un annuncio pubblicitario che fa riferimento ai materassi ad acqua (spendendo complessivamente 100€): mentre creo l’annuncio avrò cura di inserire come  URL destinazione la pagina di un mio stesso sito, la quale contenga annunci pubblicitari per i quali ricevo un pagamento di 1€ ogni volta che qualcuno li clicchi o denoti interesse per gli stessi. In questo caso, avendo un rapporto click per impressions del 100% (tanto per fare un esempio ottimista e con il conto facile) avrei teoricamente guadagnato ben 1 € x 1000 click = 1000 € alla fine della mia campagna, partendo da un investimento di 100.

Questa tecnica, per la verità , oltre ad assumere un gradimento dell’annuncio non agevole da ottenere, è fallata dal fatto che Adsense non rivela a priori quanto paghi ogni inserzionista, e si guarda molto bene dal farlo per i motivi di cui sopra. Inoltre, come se non bastasse, è piuttosto difficile trovare nicchie che abbiano una differenza costi ricavi troppo pronunciata, rendendo in alcuni casi l’intero gioco molto spesso fine a se stesso (ovvero senza ricavi).

Come stanno le cose nel 2022

Stando alle regole aggiornate di Google Ads, questa pratica non sembra essere più consentita. Tra le “pratiche vietate” risultano, infatti:

“arbitraggio” o promozione di destinazioni il cui obiettivo principale o esclusivo è pubblicare annunci

Di seguito il dettaglio della guida in questione (l’evidenziato è nostro).

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La pratica rimarrebbe teoricamente ammessa con riserva, proprio perchè si lascia spazio alla possibilità di fare uso dell’arbitraggio per pagine la cui finalità NON sia quella di pubblicare annunci, quindi pagine informative. Motivo per cui, pero’, non ci sentiamo di inserirla tra le pratiche raccomandate anche per evitare di ingenerare illusioni, investimenti sbagliati o equivoci con chicchessia. È anche bene ricordare che le regole di Google Ads e di Google Adsense vanno rispettate, dato che per Google Adsense il ban è definitivo e quasi sempre irreversibile.

La questione è sempre stata alquanto contraddittoria, e ha dato luogo ad una serie di ambiguità  non da poco, diffuse e discusse animatamente sui vari forum e blog: non è la prima volta che avviene questa discrepanza tra Adsense ed Adwords, e secondo me noi utilizzatori di entrambi dobbiamo valutare con attenzione queste cose. Meglio quindi che sia stato chiarito che l’arbitraggio non è consentito nè consigliabile in questa veste.

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