Che cos’è il ciclostile (e come usarlo)


Il ciclostile è una macchina per la duplicazione di documenti, molto usata soprattutto nel corso del XX secolo, prima dell’avvento delle fotocopiatrici e delle stampanti moderne. Il termine “ciclostile” viene spesso utilizzato in Italia per indicare più genericamente macchine duplicatrici a stencil, anche se tecnicamente il ciclostile è un tipo specifico di duplicatore.

Il ciclostile è un dispositivo di duplicazione che, quantomeno in passato (e in molti paesi in via di sviluppo ancoraoggi), veniva usato per riprodurre un numero limitato di copie di un documento. Il termine deriva dall’inglese “cyclostyle“, che a sua volta è composto dalle parole greche e latine “κύκλος” (cerchio) e “stilus” (stilo), rispettivamente. Il nome riflette il fatto che, originariamente, il processo prevedeva l’uso di uno stilo con una rotellina all’estremità, che incideva sottilmente la superficie del foglio.

Il funzionamento del ciclostilo si basava su una matrice di carta speciale, che poteva essere incisa manualmente con una punta o, più comunemente, con i caratteri di una macchina per scrivere. Quest’ultima modalità richiedeva il disinnesto del dispositivo di sollevamento del nastro, in modo da creare le incisioni necessarie sulla matrice. Successivamente, la matrice incisa veniva applicata a una retina a nastro, che avvolgeva una serie di rulli inchiostratori e tamburi cilindrici. Facendo ruotare questi cilindri (manualmente o elettricamente), si permetteva all’inchiostro di passare attraverso le incisioni della matrice e stampare i singoli fogli.

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Il ciclostilo è stato in gran parte sostituito dalla fotocopiatrice, che offre una tecnologia più avanzata e versatile per la duplicazione dei documenti. Tuttavia, per un certo periodo, il ciclostilo è stato uno strumento essenziale per la riproduzione di copie, specialmente in contesti dove non era disponibile una fotocopiatrice.

Come Funziona il Ciclostile

  1. Stencil: Si utilizza una matrice chiamata “stencil” o “maschera”, che consiste in un foglio di carta speciale rivestito da una pellicola cerata. Su questo foglio, si crea un’immagine o un testo tramite una macchina da scrivere senza nastro o uno speciale dispositivo chiamato “stylo” che incideva il foglio, rimuovendo la pellicola cerata.
  2. Duplicazione: La matrice così preparata viene montata sul tamburo della macchina. Quando si aziona la macchina, l’inchiostro viene spinto attraverso i fori del foglio di stencil e si trasferisce sulla carta sottostante, producendo copie del documento originale.
  3. Azionamento: I ciclostili erano spesso azionati manualmente tramite una manovella, anche se in seguito furono introdotte versioni elettriche.

Uso del Ciclostile

Il ciclostile era largamente impiegato per la stampa di materiali come volantini, circolari, giornali scolastici o pubblicazioni in piccole tirature. È stato uno strumento fondamentale per movimenti politici, organizzazioni studentesche e sindacali, che lo utilizzavano per distribuire rapidamente informazioni a basso costo. Il ciclostile è stato gradualmente sostituito da tecnologie più moderne come la fotocopiatrice e la stampante, ma rimane un simbolo importante della stampa indipendente e del periodo pre-digitale.

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Il ciclostilo è un dispositivo di duplicazione che, in passato, veniva usato per riprodurre un numero limitato di copie di un documento. Il termine deriva dall’inglese “cyclostyle”, che a sua volta è composto dalle parole greche e latine “κύκλος” (cerchio) e “stilus” (stilo), rispettivamente. Il nome riflette il fatto che, originariamente, il processo prevedeva l’uso di uno stilo con una rotellina all’estremità, che incideva sottilmente la superficie del foglio.

Il funzionamento del ciclostilo si basava su una matrice di carta speciale, che poteva essere incisa manualmente con una punta o, più comunemente, con i caratteri di una macchina per scrivere. Quest’ultima modalità richiedeva il disinnesto del dispositivo di sollevamento del nastro, in modo da creare le incisioni necessarie sulla matrice. Successivamente, la matrice incisa veniva applicata a una retina a nastro, che avvolgeva una serie di rulli inchiostratori e tamburi cilindrici. Facendo ruotare questi cilindri (manualmente o elettricamente), si permetteva all’inchiostro di passare attraverso le incisioni della matrice e stampare i singoli fogli.

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