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Come gestire il proprio sito nel modo migliore

Quando si gestisce un sito web da un po’, soprattutto se non siamo troppo esperti in materia, può essere tipico dimenticare di verificare alcune cose importanti. In questo articolo andremo pertanto ad analizzare gli aspetti più importanti – a nostro avviso da valorizzare, gestire nel modo opportuno e valutare durante il ciclo di vita del sito stesso.

Fare in modo che tutte le pagine del sito siano scansionabili da Google

Google è una fonte di traffico preziosa, ed è importante averne cura – questo soprattutto se state provando a fidelizzare i vostri visitatori e desiderate costruire una base solida di visite. Quando si mette il sito online è molto, molto importante tenere conto della sua “visibilità ” su Google: per indicizzare un sito passo-passo si può seguire la procedura da me indicata qui.

Le pagine web in genere, per essere scansionabili devono restituire un codice server 200, per indicare che è tutto OK, ovvero devono mostrare l’HTML del sito senza errori di alcun genere.

Per il resto, per accertarsi che tutte le pagine siano visibili, la Search Console di Google può diventare uno strumento fondamentale (per non dire strettaemnte necessario per darvi contezza in materia).

Scegliere un servizio di hosting all’altezza

La scelta del servizio di hosting deve essere fatta con grande cura: questo perchè sottovalutare la scelta e poi prendersi carico della migrazione, o comunque affrontare il problema “in corsa”, pone una serie di problematiche non da poco. Meglio pensarci da subito, insomma, ed affidarsi a soluzioni come ad esempio Supporthost che sono in grado di offrire, a prezzi competitivi, il supporto adeguato per usare WordPress nel migliore dei modi. Peraltro i loro piani di hosting sono scalabili, per cui avrete la possibilità  di passare dall’uno all’altro nel momento in cui le visite, si spera, aumenteranno

Se il traffico al vostro sito sta aumentando, col tempo, è certamente una buona notizia – ma bisognerà  saper gestire anche tecnologicamente la cosa: non sempre bisogna passare ad un piano di hosting più avanzato, ma di sicuro bisogna saper valutare quando e se sia necessario (un buon hosting può aiutare, in questi casi).

Se anche i plugin di cache e le varie ottimizzazioni al sito non portano ai risultati sperati, e se l’aumento vi costringe a gestire un numero di visitatori con qualche zero in più (da 1.000 a 10.000 giornalieri, ad esempio) potrebbe essere davvero il caso di passare ad un hosting di livello superiore rispetto al classico servizio condiviso.

Gestire le pagine 404 in modo idoneo per non perdere traffico

Le pagine mancanti da un sito, in risposta delle quali si ottiene un codice 404, sono vittima di un equivoco colossale alimentato, in buona parte, anche dai SEO e dai webmaster: vengono considerate come errori da evitare, che rischiano addirittura di “danneggiare il ranking” del nostro sito. Cosଠsi legge su alcuni blog, ma questo non dovrebbe trarre in inganno in alcun modo: le notifiche 404 sono errori ordinari ed in certi casi la cosa più corretta è lasciarli intatti, specie per notificare a Google che quelle pagine non esistono più. Alla peggio, e solo dopo attenta analisi, andrebbero redirezionati.

Non sono questi i codici di errore di cui preoccuparsi, a mio avviso: molto più preoccupanti gli errori 500, ad esempio. Se possibile, è opportuno far realizzare un design ad hoc delle pagine 404, in modo che l’utente che si trovasse inavvertitamente a trovarne una (tipicamente un bookmark relativo ad un URL rimosso) possa intuire subito come trovare contenuti analoghi, come cercarli nel sito e, in breve, possa contenere la percentuale di rimbalzo. Su Google troverete numerosi esempi di pagine 404 “creative“, la cosa che consiglio in generale è di sfruttare le 404 del CMS e non, ad esempio, quelle dell’hosting (che sono normalmente HTML statico e poco personalizzabile). Per quanto riguarda WordPress, la casistica degli errori 404 può inoltre essere gestita a parte.

Prendere nota di possibili idee per estendere il sito, e valutarle nel tempo

La tendenza generale di chi gestisce un sito è che, in genere, qualsiasi idea è buona, senza ulteriori valutazioni sul ROI o altro. Ma come stanno davvero le cose?

Non tutte le idee sono buone, non tutte vale la pena di mettere in piedi (è durissima farlo capire in certe consulenze, ma è cosà¬) e sono pochissime le idee possono dare la svolta giusta al nostro sito, soprattutto dopo vari raffinamenti e “fallimenti” iniziali.

Motivo per cui, ormai da anni, prendo nota di quello che mi piacerebbe vedere o fare sul mio sito, per poi rileggerlo dopo un po’ e valutarlo con attenzione, anche alla luce di ciò che nel frattempo ho visto in giro.

Assumete un copy specializzato nel tuo settore

Per qualsiasi sito che abbia un minimo di strategia editoriale una persona che sappia scrivere bene, o un copywriter specializzato, è un requisito minimale: e attenzione, si tratta di testi di qualità , non di “scrittura SEO” ed altre simili amenità  (un “testo SEO” non è altro, il più delle volte, che un articolo passibile di penalizzazioni facili da parte di Google: occhio a vedere la questione nei termini corretti).

Anche se è un costo (e lo sappiamo bene), abbiate rispetto per la vostra presenza sul web e trovatene uno che sappia cosa scrivere di voi, come scriverlo e poi fatelo pubblicare.

Controllre che funzioni tutto

Banale, dite? Non è proprio cosଅ piaccia o meno!

Forse l’aspetto più importante e più complesso di quelli che vedremo qui è proprio legato al check dello stato di salute del sito, che non è per forza quello indicato dal backend di WordPress: bisogna controllare che gli aggiornamenti abbiano funzionato, che le funzionalità  base – come contatti e carrello – funzionino perfettamente, insomma c’è tanto lavoro anche qui.

Guai a sottovalutare questi compiti, che è opportuno affidare a consulenti specializzati, in genere.

Badate sempre a chi vi (back)linka

Mediante i succitati Webmaster Tools avrete la possibilità  di controllare i vostri link in ingresso: ogni tanto ricordatevi di controllare chi vi linka, gli spammer e gli scraper di contenuti sono sempre in agguato ed è opportuno, specialmente se non avete una strategia SEO in atto, “tenerli a bada” comunque mediante disavow.

Usare una grafica responsive

Molti siti web ancora non sfruttano adeguatamente il formato responsive per smartphone e cellulari, col risultato di complicare la vita all’utente o sembrare più vecchi di quanto non siano; ci sono, del resto, vari modi per tirare fuori un aspetto responsive di un sito web, scenario in cui Bootstrap ed equivalenti sono solo alcuni dei possibili framework utilizzabili.

Sfruttate bene Google Analytics

Ammesso che il vostro traffico sia già  a regime, sarà  importante ad esempio tenere d’occhio le pagine più visitate: sono quelle che attraggono la maggioranza dei vostri visitatori, e possono riservare importanti informazioni da tenere d’occhio. Le pagine più visitate sono candidate, con qualche accortezza e facendo attenzione a non abusare della cosa, a contenere offerte speciali, banner da valorizzare, promozioni e tutto quello che volete mettere in massimo risalto nel vostro sito web.

Questo ovviamente è solo un esempio: gli usi di Analytics sono molto più numerosi e tutto dipende dalla vostra nicchia, alla fine (e anche qui dall’affidarsi ad un consulente esperto in materia.

Misurare i risultati del sito

L’ultimo punto che pongo alla vostra attenzione riguarda i risultati, cioè il rientro concreto che vi da’ il sito: quanti contatti ricevete? Quanti sono i visitatori attivi? Qual’è il numero di conversioni o vendite che effettuate mediante il vostro sito web? Tutte domande che sono alla base di una buona manutenzione e che aiuteranno il vostro sito a crescere al massimo.

In alcuni casi la domanda deve partire nel modo corretto, ovvero: considerando cosa vogliamo misurare, cosa indica il successo del nostro sito. Domanda non banale che spesso richiede studio e analisi pe rispondere in modo corretto, e poi la misurazione (solo allora) potrà  partire da là¬.

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