Anche se in molti casi si tratta di una possibilità del tutto teorica, bisognerebbe sempre ricordare che una qualsiasi app per smartphone, in cui sia presente un bug grave, può diventare un dispositivo utilizzabile impropriamente dall’esterno: ci sono esempi documentati di app in grado di “ascoltare” le nostre conversazioni (siamo costretti ad abilitare il microfono all’inizio per farne uso), rubarci le password (mediante i sensori dello smartphone), essere spiati mediante cuffie e cosଠvia. In genere questi attacchi sono a campione, ma in genere si basa sull’individuazione di un userID univoco del telefono, il che permette di provare a prendere il controllo remoto del dispositivo in questione.
In generale, quindi, è normale che l’attenzione dei sistemi operativi come Android sia orientata ad una sicurezza sempre maggiore in tal senso: in particolare, la nuova versione in uscita di Android P cerca di prevenire l’abuso di permessi da parte delle app, in particolare quando il telefono funziona in background. Android P, nominalmente la versione 9.0 del sistema operativo, bloccherà l’utilizzo di macchina fotografica e microfono qualora il telefono sia in modalità idle, cioè non sia utilizzato attivamente e sia comunque attivo.
Non ci sono ulteriori notizie ufficiali su Android P, che dovrebbe essere annunciato a maggio di quest’anno, ma questa sicuramente sarà una delle più importanti.
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