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Come funziona l’invio di una mail

Introduzione

àˆ molto probabile che i 240 miliardi di mail giornaliere stimate dal sito Internet Live Stats siano del tutto approssimativi, e che (ammesso che i dati siano veri o quantomeno realistici) che nel 90% si trattava solo di banalissimo spam. Sta di fatto, nonostante tutto, che anche nell’era 3.0, della fibra ottica e dei social network da usare anche per lavoro, la mail mantiene la propria valenza ed importanza, condita con una certa dose di ufficialità . Se riceviamo una mail da un ipotetico [email protected] il dubbio che possa essere una multa ci viene, a differenza di quello che succede con l’invio di messaggi sui social: crediamo ancora molto alle mail, ed è tutto sommato strano.

Il pionere della mail fu l’informatico americano Ray Tomlinson, che già  a fine anni ‘60 aveva stilato pazientemente un prototipo di quella che, ad oggi, è la mail come la conosciamo. La possibilità  di inviare e ricevere posta in formato elettronico, del resto, fino a qualche anno fa era alquanto limitativa: si potevano inviare solo allegati di piccole dimensioni, ad esempio – e questo problema è stato aggirato, almeno in parte, negli ultimi, sia dalle soluzioni free che da quelle a pagamento – e soprattutto in molti casi le mail finivano inavvertitamente in spam. Questo secondo problema, del resto, è stato risolto soltanto in parte e costringe, di fatto, gli utenti professionali a ricorrere a email server dedicati che sono praticamente tutti a pagamento.

Elenco dei soggetti interessati ad un servizio di posta pro

Se andassimo ad elencare i potenziali utilizzatori di servizi di posta elettronica, del resto, non ne usciremmo più: rischieremmo di fare una lista davvero infinita perchà©, ad oggi, la mail resta un mezzo di comunicazione confidenziale, intimo, diretto ed ideale fino a qualche tempo fa anche per lo scambio di materiale privato, grazie alla (poco nota, perchà© abbastanza difficile da utilizzare) possibilità  di inviare mail crittografate non intercettabili dall’esterno. Chiunque invia mail ed avrà  bisogno di inviarne una, prima o poi: dal commercialista che comunica con il proprio cliente, a chi debba inviare documentazione di ogni genere (anche se, nel frattempo, in Italia sono nati i servizi di Posta Certificata o PEC), fino ad arrivare a persone comuni, che usano la mail per comunicare, soprattutto per lavoro ma in molti casi anche per motivi del tutto personali. Professionisti anche non dell’informatica, avvocati, ingegneri, idraulici, operai, studenti: sono tutti potenzialmente interessati ad un servizio di email, ed il più delle volte tendono ad utilizzare le notissime soluzioni free offerte da Gmail o Libero. Ad oggi esistono vari client di posta elettronica (Outlook su Windows, ad esempio), ma molti servizi di posta free e a pagamento sono utilizzabili in modo del tutto equivalente mediante interfaccia web, quindi con un semplice browser e senza scaricare nulla in locale.

Le email sono senza garanzia di consegna

Nonostante i vari vantaggi e l’utilità  di fondo, c’è un limite enorme nelle email e nella loro consegna al destinatario: tra invio e destinazione, infatti, esistono una serie di passaggi intermedi tra vari mail server, che si occupano di smistare il messaggio in pochi secondi. Questi passaggi sono attualmente protetti quasi sempre da connessione HTTPS, quindi sono sicuri anche se, in teoria, rimangono potenzialmente intercettabili se si usano servizi di bassa qualità  o gratuiti. Del resto non c’è nemmeno garanzia di consegna: al limite possiamo richiedere una conferma di ricezione, che pero’ il destinatario potrebbe non accettare o disabilitare senza che ne sappiamo nulla.

Quindi se l’utente Roberto invia una mail all’utente Anna, c’è il rischio che Anna possa non riceverlo, o peggio ancora possa far finta di non averlo mai ricevuto, ed il tutto senza che Roberto abbia argomenti da opporre.

POP3 / IMAP: alla base del funzionamento del servizio di posta elettronica

Senza scendere nei dettagli della PEC che sono più complessi, alla base del funzionamento della posta elettronica o email vi sono due protocolli molto famosi: POP3 (Post Office Protocol) e IMAP (Internet Message Access Protocol). Entrambi sono utili per la ricezione delle email: POP3 è un protocollo a livello applicativo che permette al client di scaricare la posta localmente, risparmiando spazio nel server, mentre IMAP scarica solo le intestazioni utili al client per vedere l’oggetto e l’header delle mail che riceve e, solo all’occorrenza, scaricarne il contenuto. Salvo casi particolari, il POP3 funziona sulla porta 110 (oppure la 995 per SSL) e sfrutta la connessione TCP, mentre IMAP usa la 143 (oppure la 993 con SSL). I due protocolli sono in genere intercambiabili, sono diversi a livello di gestione dello spazio per le mail sul server e, ad ogni modo, servono allo stesso scopo: permetterci di scaricare, consultare, leggere e consultare la posta elettronica.

Le porte possono cambiare in base a particolari esigenze dei servizi di posta, ed in genere il client di posta deve essere configurato con i parametri di configurazioni che sono, tipicamente:

  • username (l’indirizzo email)
  • password
  • host POP3
  • host IMAP

In alcuni casi l’host POP3 e quello IMAP possono coincidere, come nel caso di Gmail ad esempio.

Dettagli tecnici su SMTP

Non è difficile immaginare a che cosa possa servire SMTP, a questo punto: il Simple Mail Transfer Protocol viene utilizzato dal cliente per inviare posta elettronica, tipicamente sfruttando la porta 587 o la 465, a seconda delle varie configurazioni. In questo, ovviamente, assume un ruolo complementare rispetto a POP3 e IMAP, in quanto garantisce la possibilità  di inviare le mail e consegnarle secondo il rispetto degli standard RFC 8314.

Anche in questo caso, poi, le porte potrebbero cambiare in base a particolari esigenze dei servizi di posta o all’uso di soluzioni proprietarie, ma il client deve in ogni caso essere configurato con i parametri che sono, tipicamente:

  • username (l’indirizzo email)
  • password
  • host SMTP

Conclusioni

Abbiamo cercato di riassumere il funzionamento dei servizi di posta elettronica ed è chiaro, a questo punto, che il problema principale da dover affrontare sia quello dello spam: un fenomeno di proporzioni enormi, che porta con sè il rischio di ricevere inavvertitamente mail di truffa, link ingannevoli, phishing ed attacchi informatici di reverse engineering. Se già  gestite un vostro dominio aziendale o personale, del resto, potreste avere necessità  di disporre di una mail come [email protected], cosa che i servizi gratuiti non forniscono: a quel punto potreste valutare la possibilità  di sfruttare una soluzione come Truemail, offerta dall’azenda Seeweb e che:

  • può essere configurata su qualsiasi dominio;
  • permette di creare da 5 a 1280 account di posta elettronica sotto lo stesso dominio, ad esempio per voi e per i vostri dipendenti;
  • è conforme al GDPR per la protezione dei dati;
  • sfrutta le piattaforme cloud certificate CISPE;
  • dispone di un potente filtro anti-spam pre-impostato;
  • può essere pagata in comode rate mensili.

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