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I data center di Google sono più efficienti che mai

Google è uno dei principali utilizzatori di data center a livello mondiale: un articolo comparso sulla rivista Forbes afferma che circa il 10% delle quote è occupata dall’azienda di Mountain View, per un totale di 275.000 data center calcolato al terzo trimestre del 2016. Il dato non è troppo recente, ed è quasi certamente in crescita, dato che il modello di business di Google Cloud si occupa esattamente di vendere (o rivendere) questi servizi, in modo che i programmatori delle aziende di tutto il mondo possano farne l’uso che desiderano.

I data center comportano in genere un dispendio di energia considerevole, e l’impatto sull’ambiente dovrebbe essere tenuto in grande considerazione: Google ha certificato la propria attenzione a queste tematiche grazie ad un articolo comparso sulla rivista scientifica Science, che certifica (in qualche modo in modo ufficiale) che si tratta dell’azienda che minimizza la quantità  di risorse da utilizzare per mantenere in vita l’infrastruttura. Sul blog ufficiale Google ha spiegato come riesca a garantire questo consumo ottimale di energia: riescea farlo sfruttando, ad esempio, le tecnologie del machine learning per ridurre il consumo delle TPU (Tensor Processing Unit, un processore con tecnologia ASIC per il software open source TensorFlow che si usa, ad esempio, per il deep learning e per generare video e immagini deep fake). Il raffreddamento dell’infrastruttura viene anch’esso tenuto sotto controllo sfruttando la medesima tecnologia, in modo da poter garantire temperature sempre ottimali.

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In termini di consumo, infatti, i data center di Google sembrano occupare circa l’1% dei consumi elettrici mondiali, a differenza ad esempio delle farm di bitcoin, che sono una tecnologia sulla medesima falsariga (per quanto per scopi più specifici, ovviamente) che consumano molto di più – è difficile una stima precisa, ma secondo Esquire si parla di qualcosa tipo 64 terawatt all’anno. La ricerca in questione, andando a leggere nello specifico, afferma che il consumo di energia è rimasto quasi lo stesso negli ultimi 8 anni, con un incremento di sole 6 quote percentuali rispetto al passato: questo nonostante la crescita vertiginosa della richiesta e mostrando un modello scalabile, al tempo stesso attento all’ambiente ed altrettanto funzionale.

Fonti: Forbes, Esquire

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