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Smartworking: 7 miti da sfatare immediatamente

Ingannati e fuoriviati dai consigli per guadagnare online del Mario Rossi di turno, discutere sul web di lavoro da remoto, online o da casa ha portato un sacco di misconcezioni e falsi miti. Ma come stanno davvero le cose? Il vostro Pinco Pallino di fiducia ha deciso di raccontarvelo in questo post, ovvero i principali miti duri a morire per quanto riguarda il lavoro da remoto.

Beato te che non timbri il cartellino

Questo è uno degli argomenti più fastidiosi, per quanto mi riguarda, che sento dire sull’argomento: il punto secondo me è come ci si pone nei confronti del proprio lavoro. Il problema nasce da quando qualche formatore senza scrupoli ha iniziato ad infilare nel lavoro online il trading “fatto in casa”, le catene di marketing piramidale, le attività  di spam per conto di aziende senza scrupoli e tutte quelle attività  per cui lavorare online è diventato (ed è assurdo) sinonimo di truffa – quando in realtà  molte attività  di questo tipo sono dignitose e meritano rispetto, pur essendo lavoro da casa.

Quando ho iniziato a mettermi in testa di lavorare in proprio, in effetti, questa mistificazione del cartellino (che è figlia di un modo beota di intendere la realtà ) è stata una delle più frequenti che mi è capitata di sentire, soprattutto (ed arrivo al punto) perchè evidentemente la maggioranza dei dipendenti che se ne lamenta, evidentemente, non vede di buon occhio la cosa. In pratica queste persone avvertono l’essere dipendenti come una vera e propria “condanna” (per non dire peggio), per cui: più che bersagliare il prossimo freelance per una lecita scelta che ha fatto – che tra burocrazia poco chiara e tasse è tutt’altro che “una pacchia” – credo che queste persone debbano capire soprattutto come liberarsi da questa schiavit๠che, evidentemente, li fa soffrire parecchio.

E poi no, vi garantisco che il lavoro da casa non è una “pacchia” per nulla, lavorare online, soprattutto nella consapevolezza di non avere stipendio e di doversi guadagnare da vivere giorno dopo giorno, cercando le occasioni giuste e sfruttandole a dovere.

Beato te che lavori da casa

Beata beatitudine, ancora una volta: se il vostro sogno è non uscire di casa, lavorate anche voi da casa – e vivrete presumibilmente felici. Ovviamente è indispensabile fare le giuste valutazioni, avere le capacità  e le attitutidini per farlo, e non tutti i profili professionali saranno adeguati per questa scelta. Se poi è vero che lo stress da colleghi irritanti e poco rispettosi è spesso insopportabile (a me ha portato a rinunciare deliberatamente a tutti i vantaggi economici e sociali dell’essere un dipendente, e fatto scegliere una vita da freelance che mi pare improbabile rinnegherò), è anche vero che lavorare da casa è alienante, specie nel lungo periodo. Altro che “beati”!

Col tempo limiti i contatti umani per forza di cose, ti ritrovi spesso solo a casa a maledire la tua scelta e sbattere le unghie su una tastiera, al massimo disponi di Facebook e Skype per mantenere un minimo di rapporti col prossimo ed organizzarti il resto della vita. Arrivi a fine settimana comunque stanchissimo, specie all’inizio, proprio perchè la principale difficoltà  del lavorare da casa o da remoto è quella di sapersi regolare sulla quantità  di tempo, sul dosaggio e sulla qualità  del lavoro che svolgi in autonomia: ed il rischio di strafare e stancarsi facilmente è sempre dietro l’angolo. Quindi altro che pacchia: bisogna sapersi regolare, altrimenti diventa un incubo.

Per cui “beato te”, per cortesia, riservatelo a frasi più amene tipo “beato te che vai in vacanza“.

Non farlo, è tutta una truffa

Ovviamente i teorici del magna-magna e i populisti del “signora mia, qui una volta si lavorava in miniera“, oltre a sfoggiare un dizionario rivedibile, dovrebbero smetterla di diffondere ed alimentare miti falsi e fuorvianti, che rischiano di mettere in ombra chi cerca (tipo il sottoscritto) da anni di emergere per meriti e professionalità , e non per aver diffuso l’ultimo ritrovato in fatto di marketing piramidale. àˆ chiaro che affrontare il problema delle truffe online e dei sistemi di “guadagno” è doveroso, ed io stesso più volte ho provato a fare chiarezza in merito, ma non bisognerebbe fare di tutta l’erba un fascio.

I modelli di business del guadagno online e del lavoro da remoto sono numerosi, e da anni c’è gente che ci vive tranquillamente, con l’unica differenza di avere colleghi di lavoro esclusivamente virtuali – ma a volte ci si vede per una birra – e di utilizzare il proprio appartamento come ambiente di lavoro.

Certo, fin quando vedremo e daremo visibilità  (anche indiretta) ad offerte di lavoro per articolisti pagati a 1 euro ad articolo e proposte di sviluppo software a 50 euro al mese, troppo lontano non andremo, in questo campo.

Si fanno un sacco di soldi

In realtà  il problema più consistente per chi guadagna online è legato alla liquidità : fai fatture a destra e a manca ed ognuno tende a pagare con i propri tempi. C’è anche chi non pagherà  mai e chi lo farà  dopo mesi: questo ovviamente è un problema enorme e difficilmente risolvibile, anche per chi vende prodotti online (ma anche per chi vende e basta, alla fine). Bisogna diversificare le entrate ed avere almeno un piccolo nucleo di clienti solidi, per poter vivere bene con questo lavoro, ma spesso non basta e si perde più tempo a stare dietro ai vari debitori che a lavorare, a momenti. Tra l’altro, anche avere l’attitudine a chiedere il pagamento per il lavoro che si fa più volte, mediante email, telefonate e lettere non è da tutti: non bisogna essere timidi, per dirla in modo semplice.

Ancora convinti che si facciano un sacco di soldi “dal nulla”?

Si fanno un sacco di soldi / 2

Questo è davvero uno dei miti più difficili da smentire, visto che esiste un sacco di lavoro nero anche nel settore online ed è spesso difficile capire se uno che affermi il contrario sia sincero o stia facendo carte false. In genere un po’ tutti affermano che si fanno pochissimi soldi in questo settore, ed in realtà  è un’analisi realistica: credetemi! Peccato pero’ che non si consideri che anche nel mondo del lavoro “tangibile” è lo stesso: pure nelle aziende più grosse e qualificanti sono in pochi a guadagnare tanto, seguendo l’immortale legge 80/20 (o legge empirica di Pareto – secondo la quale l’80% degli effetti è dovuto al 20% delle cause).

Sarebbe un discorso complesso da affrontare, e difficilmente riuscirei a convincervi. Sta di fatto che per vivere meglio ed avere maggiori margini di scelta e liquidità  io stesso faccio più attività  contemporaneamente.

Dammi la formula del successo!”

Molti corsi di “formazione” insistono sulla formula del successo, che è quello che tendono a credere i più ingenui e (spesso) anche i più esasperati; mi sono capitati molti clienti che credevano di scoprire la formula segreta per la SEO o per diventare famosi sui social, ma il problema ancora una volta è saper guardare dentro se stessi. Se vuoi il successo devi saper proporre qualcosa di realmente valido, e non è un caso che tutti parlino di Elon Musk e nessuno parli di te, se ci pensi.

Per cui dacci dentro: se davvero pensi di poter diventare autonomo, devi insistere su questa idea senza innamorarti delle tue convinzioni, o affidandoti a chi sai essere più esperto di te.

Esiste solo un modo per essere inquadrati fiscalmente

In realtà  ne esiste più di uno, e l’ho scoperto a mie spese: all’inizio ero inquadrato come lavoratore autonomo, poi da ingegnere sono stato inquadrato quale libero professionista. In realtà  ci sono molti modi per essere considerati freelance e pagare regolarmente quello che si deve al fisco, considerando che è necessario avere una certa manualità  coi metodi di pagamento e che, soprattutto, bisogna trovare un commercialista valido senza affidarsi stupidamente ai consigli del “popolo del web” (che il più delle volte è poco aggiornato in materia, e sbaglia spesso).

Trovate molti commercialisti anche online, per cui non dovreste avere problemi in tal senso – a proposito, lavorare online significa avere una certa manualità  anche con Google, per cui vi suggerisco di leggere il mio approfondimento su come cercare sui motori.

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