La nuova versione di Chrome sembra che sarà particolarmente aggressiva nei confronti delle pubblicità invasive nei siti web: in particolare, qualsiasi pubblicità online che non sia conforme alle raccomandazioni della Coalition for better ads potrebbe essere automaticamente bloccata e rimossa da Chrome. Tali tipi di pubblicità , in effetti, tendono a far installare gli adblocker alla maggioranza dei visitatori, con conseguente danno diffuso per tutti gli inserzionisti: per colpa di alcuni, quindi, finiscono per pagarne tutti le conseguenze. Se la notizia di un Chrome più “cattivo” verso certi tipi di pubblicità online non farà piacere ai più, c’è da considerare che può diventare un’occasione di business per proporre finalmente ads funzionali e gradevoli, ed abbandonare per sempre i vecchi modelli anni ’90 basati su tecnologie obsolete e poco funzionali sugli smartphone.
In particolare, sembra che saranno particolarmente colpite le pubblicità online che non rispettano la user experience dell’utente che visita la pagina, cioè che impediscono all’utente di usare il sito web normalmente (spesso perchè a caccia di clic e visualizzazioni facili, che spesso nemmeno fanno l’interesse degli inserzionisti: questa è la cosa davvero demenziale, in molti casi). Se gli ads basati su Java e Flash sono certamente i primi da non distribuire, particolare battaglia sarà mossa dalla nuova versione di Chrome verso chi usa popup invasivi, pubblicità video con audio che partono in automatico, pubblicità sovrapposte alla pagina con countdown, ads di dimensioni enormi sul footer della pagina, prestitial ads, pubblicità che occupino oltre il 30% dello schermo di un telefono, pubblicità lampeggianti, postitial e ads full screen. I siti saranno quindi sottoposti ad uno screening campionato su alcune pagine, al fine di individuare le pubblicità che violino la UX degli utenti – e ciò determinerà un punteggio di qualità . Per punteggi molto bassi, dunque, Chrome bloccherà in automatico il caricamento degli script a partire da una lista di URL in blacklist, evitando quindi di visualizzare il contenuto della pagina stessa.
Di fatto, gli inserzionisti tendono ad avere un atteggiamento decisamente battagliero e poco costruttivo nei confronti dell’usabilità , e lo dimostrano i numerosi casi (diffusi anche in Italia) di siti che bloccano la navigazione se l’utente installa un adblocker. Al tempo stesso, le raccomandazioni di Google Adsense sono ad oggi le politiche che sembrano più sensate al fine di incrementare le conversioni mediante il proprio sito; per tutti gli altri, non c’è che da constatare che finchè la qualità non salirà per tutti il modello di business basato sugli ads sia purtroppo – nella maggioranza dei casi – semplicemente inapplicabile.
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