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Prima volta con un server VPS? Scopri come iniziare ad utilizzare il tuo sito


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Se avete scelto un VPS per la prima volta, state leggendo l’articolo giusto: probabilmente venite da un’esperienza con un hosting condiviso, tecnologia un po’ meno avanzata di cui ho parlato diffusamente in un precedente articolo. Il tipo di gestione, di fatto, a livello di interfaccia è analoga, anche se ovviamente per i vari VPS sul mercato la potenza e le funzionalità  in gioco sono decisamente di più. Ma quali sono le prime cose che bisogna sapere, nel concreto, dopo aver acquistato un Virtual Private Server o VPS?

Configurare più siti sulla stessa VPS

I VPS solitamente possono funzionare con un pannello grafico di amministrazione (ad esempio SolusVM, Websitepanel o Virtualizor), ma non è raro che vengano forniti esclusivamente di un accesso mediante SSH, cioè linea di comando di terminale remoto. In questi termini, tutto quello che serve sapere saranno i comandi Linux – ammesso che per semplicità  si parli di VPS Linux based: Ubuntu, Debian, ecc. – necessari per mettere il vostro sito nelle condizioni di poter funzionare. Su una VPS, a fronte della sua estrema economicità  – trovane alcune qui – necessitano di un po’ di conoscenze avanzate al fine di:


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  1. installare via SSH Apache;
  2. installare via SSH MySQL;
  3. installare, se necessario, l’ultima versione di PHP;
  4. configurare FTP con almeno un account per caricare i file da root;
  5. tenere il sistema sempre aggiornato e ricordarsi di farlo periodicamente (ad esempio via apt-get update o altri comandi analoghi).

Non è roba per chiunque, come avrete modo di constatare anche da soli, ma per fortuna molte VPS offrono pannelli grafici che funzionano via browser e permettono di controllare almeno gli aspetti base (scelta del sistema operativo, …) direttamente da un’interfaccia a click, consultabile di solito via PC o cellulare indifferentemente.

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Configurare 2 siti su un VPS

Poniamo, come esempio pratico, di voler ospitare due siti web distinti (due cartelle di file + 2 database) fatti in PHP con database MySQL e file ausiliari HTML, CSS e JS. Per maggiore chiarezza, ad ogni sito corrisponderà  un dominio web distinto (es. sito1.it e sito2.it), ma i due potrebbero essere anche sottodomini dello stesso dominio (es. sottodominio1.sito.it e sottodominio2.sito.it). La prima cosa che dovrete fare sarà  quella di configurare, uno ad uno, i singoli siti in termini di DNS: le configurazioni possono cambiare caso per caso ma il più delle volte basta configurare un CNAME ed un record A che puntino alla locazione fisica dei file. In alternativa, può essere possibile ricorrere ai name server (NS) e configurare direttamente quelli (a riguardo leggi anche: hosting name-based ed IP-based, quali sono le differenze?)

Utilizzando vhosts e le sue configurazioni, inoltre, sarà  possibile usare lo stesso indirizzo pubblico per configurare due (o più) siti web: i due siti condivideranno lo stesso IP. Per avere accesso root al server, è possibile utilizzare come base SSH, ma si può configurare anche un desktop remoto, volendo. Nei limiti delle indicazioni del provider, sarà  anche possibile installare qualsiasi sistema operativo si voglia, tipicamente uno tra Linux Centos, Ubuntu, Apache, o anche Windows Server o altri (se supportati). Quello che rimane da fare a questo punto saranno le consuete operazioni: ad esempio installare i file di WordPress, avviare l’installazione normalmente da browser e godersi, se possibile, il risultato finale.

Il vantaggio di questo approccio è legato al fatto che, in molti casi, le VPS sono più veloci dei dedicati e danno soprattutto maggiori opzioni di configurazione (in termini di moduli attivabili da Apache come quello per la cache, ad esempio) all’utente finale. Ovviamente il fatto di sceglierne una dipende da una molteplicità  di fattori, tra cui gli obiettivi, le necessità  del sito, la possibilità  di attivare servizi normalmente non disponibili su hosting condivisi e via dicendo.

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