WhatsApp non sarà più a pagamento, ovvero il subscription fee di circa 89 centesimi di euro all’anno sarà presto annullato: l’azienda ha annunciato sul suo blog ufficiale che (la traduzione è mia)
“WhatsApp non chiederà più il pagamento di una quota annuale: per molti anni abbiamo chiesto di farlo agli utilizzatori dopo un primo anno gratuito. Mentre crescevamo (arrivando ad almeno 500 milioni di utenti, secondo i dati ufficiali del 2014, e probabilmente qualcosa in più oggi, ndr) ci siamo resi conto che questo approccio non funzionava più. Molti utenti di WhatsApp non possiedono una carta di debito o di credito e si preoccupavano di perdere per sempre accesso ai propri amici e familiari dopo il primo anno. Per questa ragione nelle prossime settimane toglieremo questo pagamento obbligatorio dalle diverse versioni dell’app e WhatsApp non sarà più a pagamento“
Le conseguenze saranno meno ovvie di quanto possa suggerire l’apparenza: se molte persone saranno contente di non pagare più nulla in termini monetari, evitando peraltro la presenza di pubblicità o ads di terze parti (“we’re introducing third-party ads. The answer is no”, si legge nel blog), resta il fatto che la merce di scambio, evidentemente, è rappresentata dall’enorme rubrica di contatti utilizzatori che l’azienda ha collezionato. La stessa che, in più occasioni, ha suscitato qualche dubbio sul livello di privacy per via del suo funzionamento di base: raccogliere e memorizzare in un server le informazioni sulle rubriche telefoniche di tutti gli utenti.
Ciò che accadrà adesso non è perfettamente chiaro, anche se il post suggerisce un allargamento in ambito aziendale, in qualche modo, del servizio, facendo in modo che Whatsapp possa diventare un servizio di comunicazione telefonica più completo: ad esempio, per potervi ricevere notifiche da parte della nostra banca, oppure dalla nostra compagnia area preferita (That could mean communicating with your bank about whether a recent transaction was fraudulent, or with an airline about a delayed flight). Se questo sia compatibile con le preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza informatica, in effetti, solo il tempo potrà dirlo.
L’euforia per cui Whatsapp è diventata gratuita, quindi, non dovrebbe far dimenticare che il modello di business è cambiato radicalmente, e che a monetizzare sull’app saranno direttamente le grosse realtà aziendali, interessate a disporre di un canale di comunicazione nuovo, moderno e sempre più utilizzato. Di fatto, con questa modifica potranno disporne per allargare i propri servizi.
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