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FacebookDown, cosa non ha funzionato

Vi abbiamo parlato del FacebookDown di ieri, uno dei più lunghi mai registrati nella storia dell’azienda, e sembra che ad oggi sia tornato tutto alla normalità . Ma che cosa è successo di preciso, a questo punto?  Un articolo di Bloomberg lo ha spiegato chiaramente: le interruzioni che si sono verificate e prolungate per molte ore su Facebook, WhatsApp e Instagram si sarebbero verificate a causa di un problema tecnico nel sistema dei nomi di dominio (DNS), una componente forse poco popolare (… non per chi legge trovalost.it in effetti ;-) ) quanto cruciale per l’intero funzionamento di Internet.

Come abbiamo spiegato nell’articolo su cosa sono i DNS, si tratta di un sistema di gestione e smistamento del traffico di rete che funziona, per dirla in modo molto grossolano quanto comprensibile, come una rubrica telefonica. àˆ lo strumento che mappa un dominio web, come Facebook.com, nell’effettivo indirizzo IP in cui risiede il sito, in sostanza: il primo elemento rappresenta il “nome di persona”, mentre l’IP è il suo numero di telefono, per dirla cosà¬.

Ieri un problema tecnico relativo ai record DNS di Facebook ha causato delle interruzioni, il che ha reso sostanzialmente impossibile per chiunque, inclusi i dipendenti di Facebook, di accedere al sistema. La cosa impressionante è che l’errore si è propagato a catena anche su altri servizi che dipendevano da Facebook.com, quindi ad esempio siti di giochi in cui si fa login con il famoso social. E non solo le piattaforme principali di Facebook erano inattive, ma anche alcune delle loro app interne, incluso il sistema di posta elettronica dell’azienda e, a quanto pare, le serrature di accesso alla sede fisica basate su tecnologie Internet Of Things (i dipendenti dovevano loggarsi per entrare su posto di lavoro, visto che i badge non potevano funzionare).

Il problema è che tutti questi servizi dipendavano da un singolo dominio, un unico entry point necessario a far funzionare letteralmente “mezzo mondo” – dominio che nel frattempo era letteralmente sparito dai radar di internet, risultando del tutto ignoto e non risolvibile (secondo la logica da rubrica di cui sopra, ciò equivarrebbe ad aver letteralmente cancellato nome ed indirizzo dalla stessa). Una pratica di cui nessuno era a conoscenza, sicuramente dettata da motivi di ordine pratico (almeno, si spera) e probabilmente da evitare in futuro, visto come è andata e dato che il down si è prolungato per diverse ore nella giornata di ieri (la sintesi della giornata è qui).

Alla base del problema un errore interno nella configurazione del Border Gateway Protocol (BGP), che funziona un po’ come un “servizio di trasporto” per instradare le richieste del DNS, dato che determina i percorsi ottimale (come tempi e modalità ) del cosiddetto routing che è necessario percorrere. Già  pochi minuti prima che le piattaforme di Facebook smettessero di funzionare (e con loro servizi dell’azienda come WhatsApp e Instagram), secondo CloudFlare erano state pesantemente modificate varie tabelle di routing del dominio facebook.com, ed il loro ripristino era tutt’altro che banale, evidentemente.

Alla base di tutto quindi, un errore umano, non un attacco informatico come qualcuno aveva sospettato. Photo by Thought Catalog on Unsplash 

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