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Hashtag: istruzioni per l’uso


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Nel corso dei decenni il mondo di internet si è sviluppato a dismisura, passando da essere un piccolo gruppo di computer connessi fisicamente tra di loro ad essere una vera e propria rete mondiale. Con il boom di internet, l’avvento di macchine sempre più performanti e l’incredibile aumento di richiesta di servizi lavorativi e di intrattenimento online, sono nati centinaia e centinaia di social network. Ogni anno sempre più persone si connettono alla rete e si stima che un terzo della popolazione mondiale abbia accesso ad internet ed i suoi servizi. I social sono riusciti a svolgere il ruolo di legante tra persone che abitano anche a grandi distanze tra di loro, permettendo a tutti di rimanere in contatto senza doversi per forza vedere di persona o mandarsi lettere e simili.

I social network sono anche un mezzo per mettersi alla luce, per far vedere chi si è e di cosa si è capaci. Moltissime persone hanno, infatti, trasformato il mero intrattenimento in una fonte (quasi) senza limiti di popolarità . Tra i principali servizi di diffusione video, immagini e testo troviamo Facebook, Instagram, Youtube e Twitter. Essi sono i più usati, per una varietà  di motivi diversi, ma hanno tutti in comune qualcosa: gli Hashtag.

Cos’è un Hashtag

Questa parola deriva dall’aggregazione di due termini inglese, ovvero hash (cancelletto) e tag (etichetta) e la sua diffusione e rilevanza nel mondo di oggi è derivata da Twitter. All’interno del social, infatti, nel lontano 2007 un utente decise di porre un cancelletto davanti ad una parola, per creare una sorta di raggruppamento nel quale ogni tweet incentrato su un determinato fatto potesse essere raggruppato con tutti gli altri. Per esempio, a livello internazionale, nel 2009 l’hashtag è diventato d’uso comune per raggruppare tutti i messaggi di protesta per le elezioni presidenziali in Iran. Da lଠin poi, Twitter decise di utilizzare il famoso cancelletto per indicizzare i contenuti postati dagli utenti, inserendo successivamente un sistema di “trending topics” che mostrasse quali fossero gli hashtag più in voga al momento in ogni parte del mondo o nel proprio paese di appartenenza.

Come usare gli hashtag

Al giorno d’oggi, i tag servono esattamente alla stessa cosa: inserire un certo messaggio, foto o video in una categoria specifica di contenuti. Facendo ciò, esso sarà  trovato dalla gente interessata a quella precisa categoria, e ciò che hai pubblicato non affogherà  nell’oceano di post presenti nei vari social network. Per scegliere l’hashtag adatto al tuo contenuto è necessario svolgere un lavoro di selezione non da poco, andando innanzitutto a rimuovere i tag inutili o superflui, come ad esempio le preposizioni, articoli, avverbi o qualsiasi altra parola che non racchiuda in se un contenuto più ampio e profondo. Spesso queste parole sono tra le più usate, ma questo non implica che siano effettivamente utili per dare rilevanza al tuo contenuto. Usare un hashtag poco pensato non è soltanto inutile, ma a volte può risultare un vero e proprio danno, in quanto potrebbe portare persone a cui non interessa il tuo campo a visualizzare post, video o foto di cui parleranno male in futuro. In base alla tipologia di social network la quantità  ideale di tag da inserire può variare, ma ci sono alcune regole generali da seguire se si vuoi creare un contenuto ottimizzato e di successo.

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E’ conveniente utilizzare alcuni hashtag molto generici ma che riguardino in maniera diretta o indiretta ciò di cui si sta parlando, in modo tale da far si che il tuo post rientri in una grande sotto-categoria. Successivamente, è necessario inserire hashtag che pongano ciò che tratti in una condizione di originalità  e specificità  cosଠche, chi è interessato in maniera esclusiva a quel particolare argomento, possa trovare immediatamento ciò che cerca. Nel caso tu stessi trattando un prodotto, fisico o video, di un determinato brand, è necessario utilizzare degli hashtag che rimandino al brand stesso, in modo tale da reindirizzare chi ci segue a chi ha creato il contenuto in primo luogo. Nel caso si possieda un’azienza, un ristorante o qualsiasi altro luogo che possegga un brand, è possibile creare i propri hashtag brandizzati, cosଠda rendere originale la propria idea e far si che gli altri la possano trovare e condividere.

E’ scontato dire che ogni hashtag debba essere corretto da un punto di vista ortografico, al fine di evitare eventuali hashtag simili e non perdere eventuali persone interessate al tuo contenuto. Sul web sono presenti numerosi tool che permettono di verificare quali siano gli hashtag migliori per ciò che stiamo pubblicando, facendo distinzioni tra quali tag siano poco usati, quali siano troppo usati per renderci originali e quali siano migliori nel lungo termine.

In conclusione

Usare hashtag è sicuramente uno dei metodi migliori per dare visibilità  e categorizzare quello che pubblichiamo, indipendentemente che si tratti di foto, video, film o testi scritti. E’ importante non strafare, in quanto il tag può, a volte, risultare dannoso in base al network sul quale ci troviamo. Ci sono numerosi studi statistici che mostrano come su Twitter, chi utilizza precisamente due hashtag, riceva due volte le interazioni di non ne usa. Utilizzandone più di due, però, l’interazione dimiuisca in percentuali abbastanza alte.

Su Instagram o Youtube, invece, si è visto come si possa arrivare anche sulla decina di hashtag senza creare danni ma anzi, migliorare sempre di più le possibilità  di essere visti. E’ importante non farne una fissazione e non attribuire ogni colpa di un eventuale fallimento agli hashtag: curare il contenuto nel miglior modo possibile è necessario se si vuole raggiungere un discreto successo e inserire tag giusti non sarà  una soluzione magica ai nostri problemi.

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