Sul deep web si è scritto in lungo e in largo negli ultimi anni, diventando a partire dal 2013 (stando a Google Trends, quantomeno) argomento di discussione più o meno di pubblico dominio. In genere tale “mondo” è associato comunque ad internet, ma presenta vari blocchi e limitazioni di accesso: chi ci accede deve sapere come fare, perchè non basta “cercare su Google” questi siti per finirci all’interno.
Posso accedere al deep web con un browser normale, quasi sempre
A differenza del dark web a cui si accede con rete criptata TOR, per il deep web basta un normale browser; sembra strano, ma è cosà¬. Del resto afferiscono al deep web anche il sito della vostra banca online, a cui ovviamente accedete solo dopo aver superato i controlli atti ad identificare la vostra identità , quindi via OTP, password o firma digitale. Il limite in questo caso è che per accedervi devo disporre di credenziali atte a farmi accedere, che devo avere titolo di procurarmi e che mi permettono di accedere a siti non pubblici, come alcuni di quelli istituzionali, quelli delle intranet e cosଠvia. Vedi anche, a riguardo, come entrare nel deep web, il che è diverso da come farlo del dark web.
“Deep web” non è sinonimo di “illegale”
Il deep web è uno strato di internet invisibile a Bing e Google, come abbiamo premesso, ma ciò non vuol dire che chi ci va “abbia qualcosa da nascondere”: i siti di home banking nella parte riservata ai clienti, ad esempio, sono deep web a tutti gli effetti. Certe biblioteche (salvo casi particolari) lo sono pure, visto che sono generalmente consultabili solo da personale autorizzato e identificato. I forum non indicizzati sui motori, sui quali usualmente compaiono i leak di cui vi parliamo spesso su questo sito, sono anch’essi deep web.
Deep web non è dark web
Il dark web fa paura a molti, a ragione, perchè è lo strato più profondo di internet in cui è possibile effettivamente trovare promozione di attività illegali e, secondo alcuni, addirittura delittuose. Ma non è la stessa cosa del deep web di cui parliamo oggi. Questo bel grafico rende abbastanza l’idea: se abbiamo uno strato sopra il livello del mare (inteso come conoscenza, se vogliamo) in cui ci sono blog, siti di ecommerce, Wiki, Google e Youtube (e lo chiamiamo surface web), ne abbiamo uno immediatamente successivo che è appunto il deep web, in cui troviamo siti privati o comunque ad accesso limitato (deep web). Nel dark web siamo ancora più sotto, saltano anche le regole di etica anche basilari, e troviamo veramente di tutto, tra cui ad esempio alcuni contenuti di 4chan (la controversa community in cui l’etica è sostanzialmente bandita) che non sono reperibili via Google e sono spesso oggetto di indagini da parte delle autorità . Ne parliamo anche qui, se interessa approfondire.

C’è da sottolineare che l’interesse per questo mondo è stato reso popolare da circostanza puramente mediatiche, in effetti: si parla di deep web e dark web (come abbiamo visto, spesso confondendoli) da quando ci sono stati i primi casi di leak di informazioni private (foto e video intimi, ad esempio), il che sembra aver alimentato la curiosità morbosa da parte di molti utenti, che indagavano sull’argomento, dati sulle ricerche alla mano, esclusivamente per questa ragione o quasi. Il dark web, nello specifico, è “alimentato” automaticamente anche da alcuni gruppi segreti su Facebook o Telegram, e sembra difficile porre un vero e proprio argine al problema: può diventare tendenzialmente un problema di controllo e sorveglianza per tutti, non solo per i malintenzionati. Ad oggi, nel deep web (in tal caso, forse, anche dark web) sono stati pubblicati apparentemente i dati sui vaccinati contro il covid-19 ad una certa data intermedia dell’anno 2021, dati italiani.
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