Da più parti si sente una voce vagamente inquietante per i publisher di Google Adsense, cioè i webmaster che usano il sistema contestuale di Google per pubblicare annunci pubblicitari possano essere volutamente bannati per colpa dei bot. In teoria la cosa sarebbe anche possibile: si genera del traffico artificiale, Adsense se ne accorge ed invalida i click oppure, alla peggio, banna per sempre il nostro account. Ma come stanno realmente le cose, anche in considerazione della mail minacciosa di phishing che sta circolando verso gli indirizzi email di vari publisher di Google Adsense?
Esiste effettivamente questa possibilità , ma secondo Google sarebbe piuttosto remota, secondo la quale potrebbe essere fattibile, per una terza parte, inviare traffico fake su un sito al fine di falsarne le visualizzazioni e, in alcuni casi, simulare anche dei click. Questo dovrebbe rientrare nell’ambito dei “guadagni facili” di cui molto si sente parlare sul web (quasi sempre su siti dalla dubbia reputazione), ma a ben vedere la cosa si prefigura come una vera e propria frode ai danni di Google: che infatti da tempo si tutela contro i click artificiali ed arriva, in casi estremi, o a segnalare il problema dal pannello di controllo di Adsense oppure a bannare definitivamente l’account. I ban di Google Adsense sono particolarmente temuti dai webmaster per una varietà di ragioni, ma soprattutto per una: una volta bannati non si torna indietro, non possiamo più ricreare alcun account con lo stesso nome ed i ricorsi, in molti casi, sono semplicemente inutili.
Il blog KrebonSecurity ha evidenziato il caso in questione, invitando i publisher a non farsi prendere dal panico e, in caso di ricezione di eventuali minacce del genere, fare due cose:
- ad ignorare gli spammer o “sabotatori” che dir si voglia;
- a contattare direttamente il team di Google Adsense a questo indirizzo.
I casi di traffico artificiale inviato maliziosamente, per il gusto di provocare danni ai blogger, non sono nuovi (uno recente risale ad agosto 2019), ma c’è da aspettarsi che Google possa prendere contromisure sempre più adeguate in merito. La cosa importante, infatti, è quella di segnalare in autonomia i casi di click sospetti, analizzando eventuali crescite di guadagni fuori media ed invitando, per primi gli stessi publisher, a fare una verifica all’assistenza.
(fonte immagine: Wikimedia Commons)
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