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Passaporto vaccinale: cos’è e come richiederlo

Con il consolidarsi della campagna vaccinale sul territorio europeo iniziata a fine dicembre e che è ormai entrata nella fase clou, finalmente si può iniziare a pensare ad un ritorno alla normalità . Perchè tutto torni come a prima di quel fatalmente indimenticabile febbraio 2020 probabilmente ci vorrà  l’autunno se non, addirittura, il prossimo anno, ma coloro che hanno avuto somministrato il vaccino o hanno superato la malattia, già  negli imminenti mesi estivi, potranno riassaporare il sapore della normalità  e della gioia di viaggiare e conoscere posti nuovi grazie al Digital Green Certifcate (detto anche Green Pass) che consentirà  ai possessori di poter entrare e uscire liberamente entro i confini dei paesi europei. Scopriamo insieme cos’è e come ottenerlo.

Firmata l’intesa sul Digital Green Certificate

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Ieri, 14 giugno 2021, è stato uno di quei tanti giorni che poco per volta hanno rappresentato una svolta nella lotta alla pandemia da Covid-19. Infatti, proprio ieri mattina, presso gli uffici del Parlamento Europeo a Bruxelles, il padrone di casa David Sassoli (Presidente del Parlamento Europeo) insieme a Ursula Von Der Leyen (Presidente della Commissione Europea) e ad Antonio Costa (Presidente del Consiglio dell’Unione Europea), hanno firmato il regolamento che istituisce il Certificato Digitale Verde (Digital Green Certificate), vero e proprio passaporto sanitario che garantisce la libera circolazione dei cittadini dell’Unione che ne siano in possesso, nel territorio della stessa.

In base al regolamento approvato, tutti gli stati membri agiranno in maniera tale da rilasciare certificazioni valide, complementari e riconoscibili in tutto il territorio comunitario.

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Foto di succo da Pixabay

Come ottenerlo.

Il Digital Green Certificate, che entrerà  in vigore dal prossimo 1° luglio, sarà  digitale. Sostanzialmente si tratterà  di un QR code da salvare direttamente su smartphone o tablet (ma eventualmente anche stampabile) da esibire alle autorità  che ne richiedano la visione non solo negli aeroporti e nei terminal portuali ma, probabilmente, il suo uso verrà  allargato anche ad eventi come fiere, concerti, manifestazioni culturali al chiuso o in ambienti ristretti, poter andare a visitare pazienti in ospedale e case di cura e in altre situazioni in via di definizione.

In base a quanto trapela all’art.12 comma 1 della bozza di decreto che abbiamo reperito online (Green Pass – bozza decreto) sarà  possibile richiedere il certificato attraverso i seguenti strumenti digitali:

  • Sito web dedicato, sia attraverso accesso con identità  digitale sia con autenticazione a più fattori;
  • Fascicolo Sanitario Elettronico;
  • App Immuni;
  • App IO;
  • Sistema TS (Tessera Sanitaria), per il tramite di operatori sanitari autorizzati.

Il sistema sarà  in funzione per un anno.

Chi può richiederla.

Coloro che hanno terminato il ciclo vaccinale – intendendo per “ciclo vaccinale” una sola dose per il vaccino Johnson&Johnson, due dosi (anche miste) per gli altri vaccini al momento reperibili -, i guariti dal Covid-19 (si viene considerati tali dalla data di fine isolamento) e coloro che hanno effettuato un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo da meno di 48 ore, potranno richiedere alle piattaforme preposte il rilascio del Digital Green Certificate.

Sarà  facoltà  dei singoli stati decidere se rilasciare il certificato anche a coloro che hanno ricevuto solo una dose di vaccino (per quelli che ne richiedono due) e allo stesso modo ogni stato può decidere se accettare o meno l’ingresso sul proprio territori ai soggetti dotati di questo tipo di certificazione.

Semplificando, per quanto riguarda la popolazione italiana, coloro che sono dotati di Certificazione Verde Covid-19 – il documento, valevole solo sul nostro territorio nazionale, che viene rilasciato dalle autorità  sanitarie a vaccinazione effettuata, ad avvenuta guarigione e in caso di tampone negativo – hanno i requisiti per richiedere il Digital Green Certificate.

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Foto di nnaakk da Pixabay

Quali dati verranno riportati sul Digital Green Certificate.

Sempre da quanto si evince dalla bozza di decreto, i Digital Green Certificates, oltre ad avere un QR univoco leggibile dagli appositi lettori, saranno strutturati con una prima parte in comune riportante i seguenti dati:

  • cognome e nome;
  • data di nascita;
  • malattia o agente bersaglio: COVID-19;
  • struttura che ha rilasciato il certificato: Ministero della salute – PN-DGC;
  • identificativo univoco del certificato.

Poi, in base alle caratteristiche del richiedente, verranno riportati questi ulteriori dati:

  • In caso di soggetti che hanno completato il percorso vaccianale:
    • tipo di vaccino somministrato;
    • denominazione del vaccino;
    • produttore o titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino;
    • numero della dose effettuata e numero totale di dosi previste per l’intestatario del certificato;
    • data dell’ultima somministrazione effettuata;
    • stato membro in cui è stata effettuata la vaccinazione.
  • In caso di soggetti guariti:
    • data del primo test molecolare positivo;
    • stato membro che ha effettuato il primo test molecolare positivo;
    • data emissione certificato verde Covid-19;
    • data scadenza certificato verde Covid-19.
  • In caso di soggetti risultati negativi a tampone nell’arco delle ultime 48 ore:
    • tipologia di test effettuato;
    • denominazione del test;
    • produttore del test;
    • data e ora del prelievo del campione per il test;
    • data, orario e risultato del test;
    • stato membro in cui è stato effettuato il test

L’Unione Europea e i singoli stati membri, ovviamente, garantiscono che i dati contenuti all’interno delle certificazioni emesse verranno trattati nel massimo rispetto delle normative sulla privacy.

Quanto durerà  un Digital Green Certificate.

La durata dei certificati, in attesa di ulteriori dati scientifici che arriveranno nei prossimi mesi relativi alla durata della difesa immunitaria raggiunta con i vaccini, è provvisoriamente prevista in nove mesi per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale e sei mesi per i guariti. Molto più limitata, ma da definire nelle prossime ore, quella dei soggetti che posseggono solo un tampone negativo.

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