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Come funziona il routing

I router sono indubbiamente i dispositivi più utilizzati e noti all’interno delle nostre case e dei nostri uffici: sul loro effettivo uso ed utilità , in realtà , vi sono una serie di equivoci di fondo. Molti pensano che un router serva a trasmettere e smistare le informazioni su internet ai vari dispositivi e, di fatto, ci permetta di rimanere connessi ad internet – ma questo è vero solo in parte e vale soltanto per i modem-router, che sono diversi dai router puri e che sono (i primi) quelli che ci vengono dati in comodato d’uso oppure venduti assieme al piano internet che stiamo utilizzando.

Il principio di funzionamento di un router è effettivamente semplice: sfruttando una connessione detta in gergo WAN (Wide Area Network), il router effettua lo smistamento di vari pacchetti di informazione ai vari dispositivi (cellulari, PC, stampanti ecc.) assicurandosi, anzittutto, che i dati siano trasmessi in modo corretto e senza rumore o errori di trasmissione. Da qui esce fuori il funzionamento, nell’ambito dei web hosting, del cosiddetto routing, che rappresenta il “cammino” (quanto è vero che route in inglese ha a che fare con i viaggi) effettuato da un pacchetto per connettersi ad esempio ad un hosting, prelevare una pagina web e farcela finalmente vedere sullo schermo.

Che si tratti di un hosting con server in Italia oppure all’estero poco conta: ad influenzare l’efficenza della connettività  al sito entrano in gioco numerosissimi parametri. Bisogna conoscere un po’ meglio quello che in gergo viene chiamato routing dei pacchetti.

Definizione router

Un router è un dispositivo che comunica tra Internet e i dispositivi della tua casa che si connettono a Internet. Come suggerisce il nome, “instrada” il traffico tra i dispositivi e Internet. Con il giusto tipo di router domestico o da ufficio o professionale (come quelli usati per le connessioni in fibra ottica), l’utente possiede l’opportunità  di sfruttare internet a banda larga, ma può anche nel contempo mettere al sicuro i propri dati, navigare in modo veloce e sicuro e via dicendo.

Le informazioni che viaggiano sulla tua rete domestica potrebbero essere un’e-mail, un film che guardi in streaming, il sito di un quotidiano online, una IP cam-  ognuno dei quali occupa una quantità  differente di banda. Assicurarsi che le informazioni vengano fornite rapidamente e correttamente è un compito complesso e sempre più impegnativo, per le tecnologie in ballo oggi. Man mano che aggiungi sempre più dispositivi, ad esempio IoT (Internet of Things), chiedi al tuo router di fare un piccolo passo oltre.

Cosa cambia tra modem e router

Un router e i tuoi dispositivi non sono gli unici componenti della tua rete domestica: ad esempio, ci sono sia il modem classico che il modem-router (detto amichevolmente router, in molti casi). In effetti senza il modem, tutto ciò che avresti è la tua rete locale senza un vero e proprio punto di accesso ad Internet.

Il compito del modem è portare il servizio Internet dal tuo provider al tuo ufficio o alla tua stanzetta. Il router invece può fare cose più complesse come, ad esempio, garantire la condivisione di alcune cartelle o file nella WAN, configurare proxy, IP virtuali e cosଠvia.

Come funziona il routing?

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Molti pensano, ad esempio, che se il server è vicino geograficamente la connessione sarà  più veloce in modo automatico, motivo per cui (fino a qualche anno fa) era comune che molti servizi di hosting si auto-promuovessero vantando di avere datacenter in Italia, sottintendendo che fosse “meglio” per l’utente fare questa scelta. Sarebbe da capire in che senso, quel “meglio”, effettivamente: e per farlo dovremmo passare per un po’ di sana teoria.

Nell’immagine qui sopra immaginiamo di connetterci ad esempio in chat (fate conto, Messanger) inviando dei pacchetti tra Tom e Nancy, che si sono conosciuti sul web ed inviano parecchie emoji molto simpatiche (secondo alcuni, abbastanza mielose: cuoricini, orsacchiotti, ecc.). Tanto per cominciare, la distanza geografica tra loro due non conta e non “pesa” in nessun senso, perchè quello che importa è che tra i due ci sia feeling (e allo stesso modo, che lato internet il routing sia efficente).

Politiche di instradamento dei pacchetti

Il meccanismo del routing rappresenta il modo in cui i pacchetti internet viaggiano sulla rete, secondo determinate politiche: i pacchetti vengono instradati sulla rete ed ovviamente devono esistere delle regole per portarli all’IP destinazione giusto, e fare arrivare i cuoricini a Nancy e non, tanto per dire, al fratello di Nancy (che magari apprezzerebbe come potrebbe, in teoria, rimanenerne sorpreseo). Dovete immaginare internet come una rete di connessioni molto fitta, a questo punto, in cui bisogna trovare (detta in modo semplice) il percorso migliore per arrivare a destinazione. Il più breve? Sà¬, potrebbe essere una soluzione: ma non è solo questione di distanza, perchè la strada più breve potrebbe essere congestionata, per cui perderemmo comunque più tempo del dovuto. Motivo per cui il routing è dinamico, cioè viene deciso sul momento sulla base delle – lasciatemi dire – “condizioni del traffico“, un po’ come se fossimo nelle strade di una grande città  e dovessimo decidere che strada fare volta per volta, strada facendo.

Una politica molto elementare sarebbe ad esempio quella di trovare il primo percorso e prenderlo per buono, un’altra potrebbe includere la possibilità  di correggere il tiro più volte, un po’ come fa il navigatore quando sbagliamo strada. Nella realtà , il routing viene effettuato decidendo in modo statico e/o dinamico il percorso più conveniente possibile; questo, lo ripeto, non deve far pensare al routing come ad un fatto puramente geografico, per cui un IP che comunica da Roma a Milano è più veloce di uno che comunica da Londra a Roma. In genere non è detto che sia cosà¬, per lo stesso motivo per cui le macchine sono vincolate alle strade e non viaggiano in linea d’aria.

In realtà  il routing dei pacchetti si basa su politiche algoritmiche complesse, che non sono semplificabili nè troppo semplici da spiegare per principianti, ma basti sapere che le route possono cambiare in modo dinamico, anche durante la stessa sessione o connessione, per cui non è detto che in definitiva sia per forza conveniente avere un IP in Italia. Alla base di tutto, ovviamente, vi sono i router, che permettono ai diversi IP di comunicare tra loro e di scambiarsi flessibilmente i pacchetti.

(immagine tratta da computernetworkingnotes.com)

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