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Guadagnare con Adsense: come e perchè [GUIDA]

Con questa guida mi piacerebbe fare un po’ di ordine su un argomento, Google Adsense ed annessi guadagni, molto (o fin troppo) discusso in rete, spesso in maniera vaga e non aggiornata. Il tutto, con l’idea di far capire meglio di cosa stiamo parlando, e di come (e soprattutto quando) possa essere davvero utile per il nostro sito web, e quali possano essere i margini di guadagno effettivi (che poi dipendono molto, tra le altre cose, dalla tipologia di sito su cui mettiamo le ads). Quando è opportuno utilizzare Adsense? È davvero possibile guadagnare usandolo? Quali sono le good practices utili per utilizzarlo al meglio? Su quali siti conviene farne uso e su quali, invece, è inutile o addirittura vietato?

Le domande in questi casi sono davvero tantissime, e cercheremo di rispondere alla maggioranza delle stesse, ed in particolare vederemo:

  • come funziona Adsense
  • come vengono visualizzati gli annunci
  • come è possibile ottimizzare i guadagni
  • quanto si guadagna “in media”
  • cosa evitare quando si usa Adsense

Cos’è Google Adsense?

Google AdSense è un network pubblicitario online, ovviamente di proprietà  di Google, diffuso su internet su siti web, app e portali di ogni tipo, il quale consente alle figure del publisher (ad esempio webmaster che decidono di integrarlo sui propri siti, ma anche sviluppatori di app, youtuber e a chi in generale pubblica contenuti originali su internet in varia forma) di pubblicare annunci targetizzati e di guadagnare proporzionalmente.

I guadagni sono prodotti:

  1. in base ai click (più vengono cliccati, più si guadagna)
  2. in base alle impression (analogamente, più vengono visualizzati meglio è)
  3. in base alle conversioni che riuscite a portare all’inserzionista (ad esempio un banner di un servizio X che viene poi effettivamente acquistato dopo il click dal vostro sito)

Il tutto avviene sfruttando al tempo stesso l’analisi dei cookie del visitatore, e suggerendo annunci a tema con quanto gli potrebbe interessare, con gli argomenti della pagina o con quanto abbia già  visto nelle sue precedenti esperienze di navigazione. Ovviamente sia click che impression dovranno essere effettivi e reali, corrispondenti a persone realmente interessate, non prodotti da script o da traffico artificiale  – pena il ban definitivo o immediato. Per quanto si registri una sostanziale tolleranza sui click invalidati (che a volte vengono sottratti direttamente al momento del saldo dei guadagni), bisogna sempre fare molta attenzione a come si mettono le ads, a dove si inseriscono e via dicendo.

Con la nuova interfaccia di Google Adsense sono stati introdotti:

  1. uno strumento che gestisce in automatico la frequenza degli annunci, la posizione e l’eventuale esclusione da alcune pagine;
  2. una reportistica dettagliata con informazioni sui guadagni in tempo reale;
  3. una sezione del backend nella quale possiamo vedere se siamo stati penalizzati per qualche motivo.

Qual’è la logica di guadagno mediante Adsense?

Il criterio di guadagno mediante programmi di affiliazioni e network pubblicitari difficilmente viene esplicitato dai vari siti a tema, ma andrebbe ribadito in modo chiaro una volta per sempre: la logica di guadagno è che gli inserzionisti spendono per visualizzare il proprio brand o i propri prodotti sperabilmente su siti di qualità , nei quali esista una buona targetizzazione ovvero utenti o visitatori del sito orientati a determinati gusti o preferenze (profilazione).

Se la logica semplicistica del “ti pago per cliccare un banner” fa capire all’utente medio di cosa di tratta, non riesce a trasmettere l’idea di marketing che c’è dietro: da inserzionista sono disposto a pagare per un vantaggio che mi verrà  fuori da quel click, non in generale! Ad esempio: un vantaggio concreto può essere legato alla visualizzazione o alla scoperta di un prodotto, all’acquisto del mio prodotto oppure all’iscrizione alla mia lista o newsletter. Se c’è un vantaggio concreto per l’inserzionista e state facendo il suo interesse, sarete pagati e spesso anche bene; diversamente, in tutti gli altri casi, siete potenzialmente un profilo publisher a rischio (e la maggioranza di chi pubblica annunci Google “tanto per” o “perchè comunque non costa nulla” rientra in questa nutrita categoria, purtroppo).

Quanto si guadagna con Adsense?

Domanda molto interessante quanto malposta: il problema è capire di cosa si occupa il tuo sito e quanto potenziale commerciale, in genere, ci possa essere in esso. Dipende moltissimo dal potenziale di vendita del tuo sito, perchè ovviamente un conto è mettere Adsense su un blog di cucina ed un’altro e farlo su un sito aziendale (cosa che trovo in genere sconsigliabile, in ogni caso, questa ultima).

Ad esempio, se sul tuo sito riesci a vendere tranquillamente pubbliredazionali o guest post, c’è almeno un’azienda disposta a pagare per un banner sul tuo sito, allora posso immaginare che un potenziale ci sia. Diversamente, dovrai lavorare un po’ su contenuti, layout, struttura, SEO e marketing prima di poter fare qualsiasi discorso relativo a guadagni che non siano molto piccoli e/o accidentali.

L’entità  dei guadagni dipende anche dal tipo di sito che hai, e dagli annunci che scegli di mostrare (e non mostrare, se il tuo account è abilitato a questa operazione) nello stesso tempo.

Come faccio a non farmi bannare?

L’incubo di chi usa Google Adsense è quello di essere bannati, senza dubbio: il ban è definitivo, e non c’è modo di farsi riammettere – il nostro nome viene messo in blacklist e, in sostanza, finisce tutto là¬. Google Adsense è un programma abbastanza ben strutturato e permette potenzialmente di raggiungere discreti guadagni monetizzando i propri contenuti, nonostante non tutte le tipologie di siti, alla prova dei fatti, siano adatte allo scopo. La sua estrema facilità  di uso lo porta anche, purtroppo, ad essere frainteso da moltissimi publisher, portati a credere che basti cliccarsi gli annunci da soli o farli cliccare dai propri amici per avviare un business. Ovviamente le cose non stanno cosà¬, e anzi prefigurano una vera e propria frode verso Adsense che bisogna evitare in ogni modo.

In genere chi decide di implementare Adsense sul proprio sito dovrà , di fatto, produrre o proporre contenuti di qualità  a fianco degli annunci, ed evitare tassativamente di autocliccare o far cliccare dagli amici, anche accidentalmente, i propri annunci (io utilizzo un adblocker sui miei siti per evitare proprio questo, anche perchè sono spesso costretto ad effettuare aggiustamenti e modifiche di servizio sugli stessi). Da quando decidiamo di usare Google Adsense facciamo sempre attenzione ai contenuti che pubblichiamo – c’è una lista molto ricca di contenuti vietati su Adsense – non invitiamo mai i nostri amici a fare click sui nostri annunci e, se possibile, evitiamo proprio di fare riferimento alla cosa, proprio per evitare click artificiali da parte di amici che pensano, magari in buonafede, di farci un piacere.

Guadagnare con Adsense anche senza avere un sito

Non ho molta esperienza in merito ma ci sono molti che puntano Adsense pur senza avere un sito; è il caso di moltissimi Youtuber, ad esempio. Un altro esempio (per quanto spesso non virtuoso) ma certamente diffuso sono, inoltre, le app di ogni genere (incluse i giochi per smartphone) che monetizzano le proprie sezioni mediante Google Adsense.

Adsense in Italia: funziona?

Google Adsense è molto diffuso a livello mondiale ma anche nei siti web italiani; tuttavia, ad oggi, sembrano pochi quelli che possono vantare guadagni considerevoli in merito. Ci sono notizie (non ufficiali) di siti che riescono a raggiungere anche diverse migliaia di euro mensili, ma ce ne sono anche moltissimi altri che guadagnano poco o nulla. I siti che funzionano meglio, di norma, difficilmente tendono a condividere i “segreti” dei propri guadagni, anche se appare evidente che sia molto utile investire su determinati contenuti e lasciare perdere Adsense su molti altri.

I contenuti che funzionano meglio per Adsense, di norma, come per qualsiasi altro programma di affiliazioni, sono di solito quelli relativi a domande e risposte interessanti  per i clienti di una certa nicchia (tutorial, how to ecc.), e quelli per cui esiste un buon mercato sul web e le persone sono disposte a spendere (pay per sale), o quantomeno ad iscriversi ad un certo programma o newsletter (pay per lead). Per avere un’idea dei settori in cui si spende maggiormente basta consultare il tool di Google Adwords per le parole chiave: per ogni ricerca che faremo troveremo il costo medio speso dagli inserzionisti su quella parola chiave, e potremo capire meglio su quali argomenti sia meglio o sia più conveniente investire in termini di content marketing o copywriting.

Quando NON usare Google Adsense?

Potrebbe sembrare un controsenso partire in questi termini, ma credo sia importante procedere per esclusione: ci sono moltissimi siti in Italia che, a mio umile avviso, utilizzano in modo improprio Google Adsense, e questo per tre ragioni fondamentali:

  1. aziende che vendono direttamente i propri prodotti dallo stesso sito;
  2. aziende che non possiedono contenuti compatibili con gli annunci di Adsense;
  3. aziende con un sito non aggiornato, o comunque non adatto a Google Adsense.

I tre casi sono, nella mia esperienza, più o meno uniformemente distribuiti: ad esempio ho visto molte aziende private che sul proprio sito, magari in home page, pubblicano annunci di Google Adsense con l’idea, ovviamente, di monetizzare qualcosa. Ma il risultato in questi casi è totalmente controproducente: rischiano di allontanare potenziali clienti dai prodotti che vendono. Ad esempio su un e-commerce mettere annunci di Google non ha quasi mai senso, a meno che non si tratti di una scelta di ripiego (ad esempio il widget “Ti potrebbero interessare …” seguito dagli annunci; ma in questi casi è spesso molto meglio ripiegare su scelte differenti). Come esempio concreto: vendo nel mio ecommerce prodotti ad una media di 50 euro a pezzo, gli annunci Adsense dovrebbero farmi guadagnare almeno altrettanto. Diversamente, ci sto perdendo. Chiaro che possono esistere fantastiche eccezioni, ma in generale direi che chi pubblica annunci Adsense su un sito in cui vende propri prodotti e vorrebbe spingerli, sta commettendo un errore grossolano in 9 casi su 10.

Ci sono poi i blog che non possiedono contenuti adatti ad Adsense, e la cautela deve essere massima perchè, in casi dubbi, il ban è diretto e quasi sempre irreversibile. Se pubblicate gli annunci Adsense su blog di questo tipo, per intenderci, siete a forte rischio (gli esempi sono tratti dal blog ufficiale di Google):

  • Contenuti per adulti (siti per adulti di vario genere, anche non prettamente espliciti; rientrano in questa categoria molteplici sottocategorie e casi specifici, tra cui Nudità  e pornografia, Contenuti sessualmente gratificanti, Feticci e accessori sessuali, Siti che promuovono mogli per corrispondenza (!), servizi di escort o servizi di incontri sessuali, Link per adulti a siti esterni, Risultati di ricerca per adulti, Testi espliciti e di estrema oscenità , Spam nei commenti, Suggerimenti di natura sessuale e salute sessuale)
  • Contenuti dispregiativi o pericolosi
  • Contenuti correlati alle droghe e alle sostanze stupefacenti
  • Contenuti correlati agli alcolici
  • Contenuti correlati al tabacco
  • Contenuti correlati alla salute
  • Contenuti correlati alla pirateria informatica e al cracking di prodotti software (su questo i vari siti tecnologici dovrebbero prestare massima attenzione: la guida suggerisce, ad esempio – e pur sempre in linea di massima, che le guide per scaricare file MP3, per duplicare DVD, per il root o il jailbreak dei telefono rientrino tra i contenuti accettabili, mentre ad esempio i software per accesso illeciti a dispositivi altrui, link a pagine di pirateria, link a pagine che offrano decoder per il satellitare criptato NON rientrano tra i contenuti accettabili)
  • Pagine che offrono programmi di compensazione (sondaggi remunerati, ad esempio)
  • Contenuti ingannevoli
  • Contenuti violenti
  • Contenuti correlati alle armi
  • Contenuti che favoriscono comportamenti disonesti
  • Contenuti illegali

Aggiornamento importante: con il dilagare della pandemia da coronavirus (COVID-19), Google Adsense ha stabilito di vietare espressamenti di usare Adsense su siti che siano “correlati a una grave crisi sanitaria attuale e in contraddizione con il consenso scientifico autorevole“. (fonte)

Tenete conto – io lo faccio come regola generale da anni – che è rischioso anche solo linkare un contenuto di quelli elencati da una pagina “pulita”, quindi fate sempre attenzione ai link che date in uscita dal vostro sito (che è anche una regola per una buona SEO piuttosto efficace, tra le altre cose). Non diamo, insomma, banali pretesti agli inserzionisti per non pagarci o addirittura farci bannare.

Su questo sito ad esempio, nei post in cui tratto argomenti “a rischio” pur senza mai andare sull’esplicito (non è nel mio stile), ho preferito evitare di pubblicarli su alcuni articoli dubbi o che, ad esempio, ricadevano nelle definizioni precedenti (Come scaricare video da Youtube in HD, ad esempio). In questa pagina, per la stessa ragione, non ne vedrete. Per togliersi qualsiasi dubbio la “bibbia” di riferimento è la guida ufficiale di Adsense per i contenuti vietati, che viene anche aggiornata abbastanza di frequente – e che è opportuno tenere sempre d’occhio.

Inutile insistere sul fatto che, infine, se il vostro sito non è fatto a regola d’arte sarà  molto difficile guadagnare qualcosa di concreto con Adsense, sia perchè tendenzialmente gli inserzionisti non investiranno su di voi, sia perchè comunque non farete mai (o molto difficilmente) troppe visite.

Come funziona Google Adsense?

Ripartiamo dall’inizio e cerchiamo di capire cosa sia davvero Adsense, come funzioni e come faccia guadagnare. Si tratta di un network pubblicitario, cioè un servizio web molto avanzato che permette ai webmaster di far visualizzare nei propri rispettivi siti, in automatico, annunci testuali o banner grafici, il tutto gestito remotamente da Google. Mediante esso, basta iscriversi al sito ufficiale (è gratuito, ma è necessario avere un sito di buona qualità  da collegare all’account) e diventare cosଠun publisher di Adsense. Se i publisher sono quindi le figure che si occupano di “smistare” gli annunci sui migliori siti, dall’altra gli inserzionisti (advertiser) si occupano di investire il proprio denaro su appositi annunci, spesso decidendo su quali parole chiave investire, e (a volte indirettamente) su quali siti farlo.

Come vengono visualizzati gli annunci?

Il fatto che il sistema sia automatizzato suggerisce il criterio che viene Il sistema di generazione di annunci delle pagine è, ad oggi, contestuale cioè dipende dal contenuto della pagina e, almeno in apparenza, dallo storico delle ricerche dell’utente: il webmaster o publisher degli annunci dovrà  decidere semplicemente quale formato, colori e tipologia di annuncio si adatti meglio al proprio sito web, e Adsense – dopo qualche minuto dall’inserimento – dovrebbe essere in grado di generare gli annunci più pertinenti, analizzando ad esempio le parole chiave più ricorrenti ed i topic che riesce ad estrarre dalle nostre pagine. Ovviamente questo da un lato è un vantaggio, ma possiede anche dei limiti: ad esempio, non possiamo realizzare vere e proprio campagne pubblicitarie mirate ad un singolo prodotto o servizio).

In genere, la visualizzazione contestuale di Google Adsense permette di visualizzare sempre i migliori annunci in termini di guadagno, e questo suggerisce che sia possibile determinare o estrapolare delle strategie che possano essere valide per massimizzarne gli introiti.

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Come si possono ottimizzare i guadagni?

La risposta in questo caso non sarà  quella di cliccarsi da soli gli annunci, tantomeno di invitare i nostri amici a farlo: la cosa, anzi, è esplicitamente vietata dalle condizioni d’uso di Google Adsense, che è molto severa nell’applicare le regole del proprio programma. Piuttosto, è possibile individuare dei settori, alcune tipologie di argomenti e di tematiche che sono più redditizie di altre: tutto dipende dal fatto che ci siano, o meno, investitori che siano disposti a spendere in pubblicità . Non tutti i settori sono uguali, quindi, e questo suggerisce che sia necessario fare un po’ di test per capire se effettivamente lo sforzo vale il potenziale guadagno.

Ad esempio, se pubblico un sito di recensioni di film oppure di cellulari, gli annunci di Adsense saranno pubblicità  orientate sul cinema (DVD, download digitali, biglietti sconto ecc.) oppure nuovi modelli di smartphone messi in vendita: questo suggerisce che in un blog in cui parliamo delle nostre giornate non sarà  molto facile monetizzare come vorremmo. Alzando ulteriormente la posta, se scriviamo degli articoli su come procurarsi una carta di credito nuova, ad esempio, è plausibile che in questi

Quelli appena visti sono soltanto esempi suggeriti dalla mia esperienza, e non vanno presi alla lettera: del resto, molto del successo della nostra esposizione di banner ed annunci Adsense dipende da ulteriori fattori, come il layout del sito, l’usabilità  ecc. che vedremo in seguito.

Adsense, fisco e ricezione dei pagamenti

In Italia, dal punto di vista fiscale, i guadagni di Google Adsense sono connessi all’emissione di una fattura a Google Ireland, nella quale indicare quanto si sta incassando volta per volta. La maggioranza dei commercialisti saprà  come procedere in questi casi, per cui non mi dilungo ulteriormente usl tema. Nota a margine: per chi ha partita IVA coi cosiddetti “minimi” (regime dei minimi), l’emissione di fattura ad Adsense è più semplice che in altri casi.

Per ricevere i pagamenti, nella migliore delle ipotesi su base mensile, si deve inserire e configurare un IBAN di conto corrente bancario che possa ricevere agevolmente (lo scrivo per esperienza personale) bonifici dall’estero.

Quanto si guadagna?

Non si può rispondere in modo certo a questa domanda, per cui diffidate dai siti che vi danno cifre certe o sicure, o che vanteranno i propri guadagni pubblicamente (cosa peraltro non vista di buon occhio dalle condizioni d’uso del servizio). Per sapere quanto guadagnerete sappiate che dipende molto, come detto prima, dal portale o blog su cui poniamo i nostri annunci: di solito se il settore è fiorente (se c’è un mercato sostanzioso, o almeno molto cliccato o accattivante, se vogliamo) si possono raggiungere discrete cifre, anche significative su base mensile: non è per niente facile “campare” solo di questo, in genere.

Per iniziare a guadagnare concretamente si dovrebbe partire sempre, realisticamente, da una base di almeno 1000/1200 visitatori unici mensili, meglio se tematizzati con gli argomenti del sito, e con percentuali di rimbalzo non troppo alte. In genere queste statistiche sono comunque ottimiste: si scrive spesso che i tassi di conversione delle pagine web raramente superano il 2% (per intenderci: su 100 “occasioni”, solo 2 andranno a buon fine, in media), che è considerata una percentuale ottimale in molti casi. Considerate, poi, che queste percentuali sono ribassate da altri fattori che influiscono negativamente sulla rendita: la “cecità  al banner” (il fatto che molti utenti tendono a non notare affatto le pubblicità  online) e l’uso di software di blocco massivo delle pubblicità  tipo AdBlocker.

Come si lavora con Adsense?

Come fare a guadagnare col proprio blog, una volta monetizzato con gli annunci di Adsense? La faccenda è condizionata da molti fattori, che spesso risultano concorrenti e che determinano, nel loro insieme, il fatto di riuscire a guadagnare qualcosa fin da subito. A condizionare il ritorno delle varie campagne, ed è bene sottolinearlo fin da subito, è in molti casi il contenuto del sito, per certi versi anche lo scopo dei contenuti, ovvero ciò che il crawler di Adsense riesce a “capire” del contesto in cui sono posti gli annunci. Se siete in un contesto in cui il click è facile o se, come spesso accade, vi trovate in uno in cui il visitatore tende a non cliccare nulla per paura di beccarsi popup o virus. Gli annunci di Adsense sono mediamente generati in automatico, e cercano la massima pertinenza rispetto a ciò che Google “riesce a capire” delle pagine (testo, termini usati, immagini e cosଠvia).

E i “guadagni automatici”?

Il mito – ingannevole, e tutto a vantaggio degli inserzionisti – di guadagnare guardando lo schermo di un computer (o peggio, di poter guadagnare senza lavorare) è duro, troppo duro a morire, specie sul web. Eppure basterebbe considerare anche solo i fattori elencati in precedenza per far crollare definitivamente questo mito.

Chiariamo subito che è molto difficile costruire le rendite milionarie di cui è fin troppo comune leggere sul web: Google Adsense non è un metodo miracoloso per guadagnare online, e non è affatto – nonostante tanti pseudo-corsi di formazione e guru vari sostengano il contrario – alla portata di chiunque. Questo forse è sgradevole da dire, ma vi garantisco che la maggioranza dei miei clienti che voleva fare leva su di esso sbagliava in partenza, e senza la possibilità  di farsi correggere il tiro.

àˆ rarissimo, ad esempio, che un giornale online riesca a coprire ogni sua spesa mediante annunci pubblicitari, per quanto essi siano spesso l’unica fonte esterna di potenziale guadagno (se il giornale è solo gratuito, ad esempio), ed abbiano diffuso un modello di business traballante quanto diffuso – della serie: pagare gli articolisti con annunci di Google, il che significa farli lavorare per pochi spiccioli.

Dopo anni di lavoro e di consulenze sui miei e su altri blog e siti, quindi, direi che è quasi impossibile guadagnare somme enormi, quantomeno negli scenari che ho visto “dal vivo”, e che – a livello pratico – è altrettanto raro costruire un modello di business che funzioni solo ed esclusivamente su Adsense. Nonostante questo, di altre cose vale la pena discutere.

Adsense e la SEO

Nel contesto dell’incremento dell numero di visitatori, una buona attività  SEO (Search Engine Optimization) può avere la sua influenza in positivo sulle prestazioni del nostro sito come conversioni, click e guadagni Adsense. Il discorso sarebbe molto lungo, ma basti ricordare che la contestualità  degli annunci deriva spesso indirettamente dalle query di ricerca per cui sono ottimizzate le pagine.

Vi basta poi sapere che ho visto più volta che una “buona SEO” connessa ad un buon traffico naturale proveniente dai motori si coniuga quasi sempre in modo armonioso con dei buoni guadagni con Adsense, tanto da riuscire a garantirne un reddito periodico nel tempo (questo ovviamente se riusciamo a posizionarci bene su Google e a rimanere in buone posizioni in SERP negli anni).

Alcuni suggerimenti pratici per usare Google Adsense al meglio

Cercherò ora di essere concreto, pratico ed essenziale, e al tempo stesso di darvi una dimensione corretta delle cose con un po’ di suggerimenti pratici, molti dei quali difficilmente – per quello che ne so – troverete su altri siti.

  1. Adsense è sempre più abile a capire il contesto in cui si trova, e questo non soltanto a livello di formato (da qualche mese sono stati introdotti gli ads che si adattano a qualsiasi dimensione del layout, in automatico) ma anche per quanto riguarda i contenuti. Se abbiamo un sito che parla di musica, Adsense genererà  annunci pertinenti case discografiche o iTunes, per intenderci, mentre se il sito possiede un contesto meno focalizzato tenderà  a generare annunci per un pubblico generalista. Impossibile dire chi e cosa faccia guadagnare di più, non ci sono regole per questo, bisogna sperimentare e “sporcarsi le mani” – per quanto mi sembri chiaro, dall’esperienza diretta, che ci siano settori che fanno monetizzare in modo più sicuro di altri, e che spesso essi coincidano con settori commerciali in cui le persone tendono a spendere con facilità  (carte di credito, assicurazioni, alcuni tipi di servizi online, per fare tre esempi). Certo è che devi anche trovare annunci di aziende che offrano qualcosa di significativo e soprattutto di qualità , e la cosa è tutt’altro che scontata.
  2. Non uso più tantissimo Google Adsense: mi sembra giusto metterlo come secondo punto, e per una varietà  di ragioni. Ho sperimentato vari siti, vari formati di ads ed ho testato l’ebbrezza, per cosଠdire, di iniziare a convertire più di qualcosa mediante banner. Mi pare  comunque che ci siano modelli di affiliazione più efficaci, ed io mi trovo meglio (sulla tipologia media di pagine web su cui lavoro di solito, beninteso: tecnologia ed affini) a piazzare annunci pertinenti scelti da me, piuttosto che fidarmi di un “selettore automatico” esterno. La contestualità  è certo bellissima e molto comoda, ma a volte funziona meglio la selezione manuale. Questione anche di scelte personali e di competenze, ma la cosa migliore resta quella di sperimentare entrambe le forme di ads, per capire meglio cosa funziona di più (e cosa viene più cliccato). Specifico anche che la riscossione dei pagamenti è, almeno ad oggi, una cosa che faccio una tantum.
  3. Ragionate in modo opportunistico, e siate sempre strategici nelle vostre scelte: il web offre opportunità  di vario genere, spesso difficili anche solo da catalogare o raccontare, per cui qualsiasi spazio in cui sia lecito inserire annunci potrebbe fare al caso vostro. Basta trovare un webmaster che accetti la cosa, o che si trovi l’accordo giusto: non banale, ma se non avete un sito vostro da almeno 30.000 visite al mese forse è anche inutile parlare di Adsense. Guardatevi sempre attorno, quindi, e non pensate troppo ad Adsense come ad una macchina per soldi legata al numero di articoli che scriverete modello scimmietta.
  4. Non esistono rendite automatiche: non vi illudete. Chiariamo subito anche questo, con un esempio reale. Mediante un piccolo sito – un giornale online – che ho realizzato un po’ di anni fa, ancora oggi, mi arrivano – effettivamente senza fare nient’altro – piccole commissioni. Il sito è andato avanti dopo che l’ho fatto, e parte del traffico è stato dirottato in guadagni per il mio account. Questo per dire che è vero, da un lato, che con siti funzionanti, sempre attivi e visitati si può arrivare alle celebri rendite automatiche, ma è anche vero che in 9 casi su 10 si tratta di cifre molto piccole, sostanzialmente simboliche. I miracoli in questo campo non esistono (come in nessun altro) e difficilmente esisteranno, anche perchè se ci fosse davvero un metodo per ottenere guadagni elevati senza muovere un dito… staremmo un po’ tutti su una spiaggia alle Canarie, e pure da un pezzo. Difficilmente, insomma, potrete pensare di piazzare i vostri annunci anche sulla pagina più visitata a cui abbiate accesso, e senza dover fare più nient’altro.
  5. Ricorda sempre che Google Adsense fa da solo il prezzo. àˆ importante saperlo, se vuoi trovare un modo per monetizzare il tuo sito: questo perchè se, ad esempio, decidi di fare uso delle affiliazioni dirette (quelle offerte dai vari servizi mediante link affiliati,nel caso ideale senza alcun marketplace – TradeDoubler, TradeTracker ecc. – intermediario: si prendono commissioni molto più alte, in media, con le affiliazioni dirette). In questo scenario, quindi, Adsense potrebbe non essere la scelta ideale per te. Certo è comodo da installare e da implementare, possiede prestazioni non paragonabili a nessun altro (a livello di utente non esperto, soprattutto) ma tieni conto che solo una piccola parte di publisher guadagna abbastanza, e gli inserzionisti di Adsense, per quanto “pressati” verso la qualità  e propensi ad investire, cercano sempre di minimizzare le proprie spese. Il che si traduce, in soldoni, nel fatto che la maggioranza dei click di Google Adsense fruttano pochi centesimi di euro, il che vuol dire: per guadagnare cifre considerevoli servono fin troppi click – per fare un esempio pratico: per incassare 100 euro al mese a 0,10 euro a click, per dire, servono circa 1.000 (mille) click mensili, non pochi considerando che di solito il CTR medio delle pagine è attorno all’1-2% (su 100 visualizzazioni, insomma, solo una o massimo due portano ad un click effettivo).
  6. Adsense funziona bene – in genere – sui siti editoriali molto visitati, cioè quelli curati da una redazione, con attenzione e cura dei dettagli e con contenuti tematici. Ad esempio: giornali online, riviste di approfondimento, quotidiani, blog tematici. In realtà  l’indicazione è di massima, e – devo dire – mi sono capitati, in più occasioni, portali critici che convertivano comunque poco o nulla. Lଠgli interventi da fare possono essere tanti, e riguardano di norma 1) il layout del sito, 2) il tipo di contenuti,  3) la posizione degli annunci nella pagina. Intervenendo su questi tre fattori o su una loro combinazione qualcosa cambia, ma ovviamente se fate 10 visite al giorno è abbastanza difficile capire come muoversi, in ogni caso. Non è detto che Adsense non funzioni su forum o altri portali di diversa natura, ovviamente, ma ad oggi non ho esperienza positiva in merito.
  7. Abbiate una politica editoriale incentrata sia sulla qualità  che sulla quantità , ovvero: individuate gli argomenti da trattare su cui abbiate delle competenze reali (vostre o del vostro personale dipendente, ad esempio), cercate di intercettare le ricerche più frequenti del momento (ad esempio quelle legate alla stretta attualità : gli strumenti per farlo non mancano, su tutti Google Keyword Planner e Google Trend), e non dimenticate che quello che scrivete verrà  letto da persone, non da robot. In questo senso, quindi, la qualità  è sempre l’arma vincente per guadagnare con Adsense, dato che chi si sofferma sulla qualità  porta click quasi sempre produttivi/remunerativi, per varie ragioni, rispetto al “cliccatore medio” che bazzica pigramente su pagine di scarsa qualità  e che, soprattutto, non vuole mai spendere nulla.
  8. Non fidatevi dei success case che trovate in rete, non perchè raccontino per forza baggianate (alcuni lo fanno, altri no), ma semplicemente perchè ogni sito fa storia a sè, e non può esistere un “esempio virtuoso” che possa surclassare tutti gli altri, in assoluto. Se Mario Rossi ha guadagnato 10.000.000 fantastiliardi di euro col suo sito sui migliori mangimi per animali domestici del Canada (ammesso che sia davvero cosଠe le rendite non siano photoshoppate), non è detto che la cosa da fare sia copiare da lui. Di fatto, ci sono settori adatti ad Adsense ed altri, semplicemente, inadatti: ed un buon modo per capirlo è sfruttare ad esempio il tool di Adwords per capire su quali keyword si investe mediante di più. Se lo state facendo per settori di mercato in cui un click si paga 0.01 € in media, quasi certamente non vale la pena investirci.
  9. Basa il tuo sito su un settore di mercato specifico, e lavora bene su quello: inutile andare sul generalista perchè di solito converte poco o nulla. Articoli tematici, FAQ, tutorial, sono questi i contenuti che convertono al meglio (e non solo con Adsense, da quello che ho visto). Una buona SEO può aiutarti molto a tematizzare e a dirottare traffico di visitatori interessati ai tuoi annunci, ma sono necessarie buone competenze, pazienza ed un po’ di sana fortuna per avviare il discorso.
  10. Non cliccarti da solo gli annunci: il web è pieno di guide che ti spiegano che è anche cosଠche si alzano grosse cifre, ma si tratta di suggerimenti in malafede e si rischia solo di farsi bannare (per sempre!) dal programma. Anche se il tuo amico bravo col computer ti ha garantito che basta cliccarti da solo gli annunci per guadagnare, non farlo mai, per nessun motivo: non è questo lo scopo di Adsense, e chi sostiene il contrario è in perfetta malafede o non capisce granchè di ciò che dice. Le norme del programma Adsense sono da tenere d’occhio in ogni caso, anche per capire se il tipo di sito che avete è adatto ad esso.
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Invito nuovamente a diffidare, quindi, a non dare credito nè diffusione ai numerosi contenuti, guide e PDF acchiappa-click (che ironicamente, spesso, guadagnano essi stessi proprio con Adsense!) che si propongono come guide o “guru” sull’argomento, delle quali è sempre il caso di fidarsi fino alla curva, soprattutto quando tendono a semplificare le cose o a vendervi metodi “miracolosi” per guadagnare online.

Guida ai parametri più importanti: entrate, CPC, clic, RPM…

All’interno del pannello amministrativo di Google Adsense troverete una serie di parametri che indicheranno il livello di prestazioni – ovvero il rendimento – raggiunto dalle vostre campagne pubblicitarie.

Entrate stimate

Nella nuova interfaccia di amministrazione di Google Adsense sono messe immediatamente in evidenza le entrate stimate: quanto avete guadagnato oggi, ieri e di recente rispetto a periodi precedenti. Per aumentare le entrate, solitamente, sono necessari un aumento del numero di visite sul sito, possibilmente con buone percentuali di traffico canalizzato sul vostro settore di interesse (parliamo sempre di traffico reale, non prodotto da bot o simili che possono portare al ban definitivo, come visto).

Impressioni

Il numero di visualizzazioni dei banner del sito o del canale Adsense.

Clic

Il numero di click sui banner del sito o del canale Adsense.

CPC

Il CPC (Cost Per Clic) è uno dei parametri più facili da comprendere: indica, in media, quanto è disposto a spendere un inserzionista per un singolo clic su un proprio banner. Tale costo è stabilito in modo autonomo dall’inserzionista, e può variare anche di molto: ci sono click che costano pochi centesimi, ma ce ne sono altri che possono arrivare anche a decine di euro.

CTR

Un parametro che chi fa SEO dovrebbe già  conoscere, e che qui si applica ai banner: un CTR (percentuale di clic o Clic-Through Rate) indica in qualche modo la percentuale di successo della campagna. Ad esempio se hai un CTR del 2% (solitamente una buona percentuale, considerando vari fatti) significa che su 100 visualizzazioni di pagina hai ricevuto 2 click.

RPM

Si tratta di uno dei parametri considerati più importanti dai blogger che usano Adsense, perchè fornisce una stima delle entrate potenziali rispetto a mille visualizzazione del banner. La prima cosa da capire su RPM (Page revenue per thousand impressions) è sulle visualizzazioni: quelle di un sito non sempre coincidono con quelle di un banner. Quest’ultimo, infatti, potrebbe non essere effettivamente visto dall’utente, potrebbe essere ignorato o non caricato per tempo (ad esempio se sul sito c’è una percentuale di rimbalzo troppo elevata). RPM pertanto rappresenta indirettamente i potenziali guadagni, spesso puramente indicativi, che si possono raggiungere rispetto al numero di visualizzazioni dei banner. Gli inserzionisti potrebbero infatti imprevedibilmente decidere di investire più o meno su un certo banner, variando quindi nei fatti i guadagni effettivi raggiungibili.

RPM viene infine espresso da una semplice formula che divide i guadagni stimati per il numero di visualizzazioni della pagina, e lo moltiplica per 1000.

SEO per un sito con annunci Google Adsense: suggerimenti utili

Abbiamo avuto modo di spiegare, nei precedenti paragrafi, cosa sia Google Adsense e come sia possibile farne uso al fine di monetizzare, cioè guadagnare da click, azioni e conversioni sui banner, sui link testuali sponsorizzati o sulle generiche pubblicità  proposte automaticamente dal programma.

I banner che compariranno nel vostro sito, quindi, cercheranno sempre di rispondere ad una logica che vada a massimizzare, com’è ovvio, l’interesse dell’utente.

SEO & Adsense: che relazione c’è?

SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, cioè ottimizzazione per i motori di ricerca dei risultati del nostro sito, sperabilmente per portarli in prima posizione ma più in generale per ottimizzare le sue metriche principali: il CTR, i clic le impression in particolare. Ovviamente un sito molto cliccato dai motori di ricerca riceve traffico spontaneo, e normalmente durevole nel tempo a fronte di un singolo investimento iniziale, da poter monetizzare (almeno in teoria). Nella pratica, poi, una volta che si portano visitatori interessati sulle pagine web migliori del nostro blog, della nostra app o del nostro web servizi, gli annunci di Google dovrebbero dare quel “di più” di interesse al visitatore. Se gli annunci di Google sono per definizione massimamente pertinenti con gli argomenti delle pagine ma anche, per non dire soprattutto, con le abitudini dell’utente e con i siti che ha visitato in precedenza in particolare, è chiaro che le attività  della buona SEO, cioè quelle finalizzate a portare visitatori targetizzati sulla pagina, assume più chiaramente dei contorni ben definiti.

Le attività  SEO, del resto, sono da sempre per definizione associate al raggiungimento di un obiettivo: il posizionamento su Google nelle prime pagine in primis, ma anche l’incremento del CTR dei risultati esistenti, l’incremento di traffico a tema sulla pagina, l’aumento del numero di visitatori realmente interessati al sito sulla pagina dai risultati di ricerca.

Pertanto SEO ed Adsense, anche se non sembrerebbe a prima vista, viaggiano a braccetto e possono “aiutarsi” a vicenda. Chi fa buona SEO – in breve – normalmente monetizza bene su Google, anche se non si tratta dell’unico fattore in gioco.

In genere quindi:

  1. riuscire ad ottimizzare una pagina lato SEO facendo in modo che, per intenderci, sia ben strutturata lato HTML, possieda  un titolo efficace, renda perfettamente chiara la natura della pagina stessa, mette la pagina nelle condizioni di monetizzare efficacemente con Adsense, a patto pero’ che si parli di argomenti, problematiche o prodotti su cui esista un mercato consistente;
  2. le regole di ottimizzazione suggerite da Google per non fare penalizzare il proprio sito lato SEO (istruzioni per webmaster) sono, di fatto, in parte analoghe alle best practices per potenziare i propri annunci Adsense (suggerimenti per Google Adsense); in genere chi realizza buoni siti riesce a realizzare buoni guadagni, sia perchè Google “è contento” del sito sia perchè, molto più concretamente, agli inserzionisti fa piacere apparire su siti di buona qualità ;
  3. le posizioni degli annunci spesso influenzano notevolmente la resa degli annunci: annunci messi all’interno degli articoli, ad esempio, di solito sfoggiano prestazioni eccellenti rispetto a quelle, molto più modeste, dell’inserimento all’interno di widget. Analogamente si possono effettuare apposite prove tipo i test A/B per capire quale layout di annunci riesca a rendere meglio, in caso di dubbi. Il layout scelto dal webmaster, pertanto, sarà  quello che produce più guadagni nel periodo, ma anche più clic in effetti, visto che basarsi sui guadagni può essere fuorviante visto che le offerte per gli annunci non sono sempre uguali (dipende da quanto l’inserzionista vuole investire, detta in maniera spicciola).Anche qui, per farlo, serve tanto traffico, e la SEO è lo strumenti ideale per procurarne di continuo, costante e tematizzato.

Concludiamo l’articolo con una serie di suggerimenti pratici per monetizzare siti web sostenuti da attività SEO.

Se i banner Adsense non vengono mostrati: come risolvere

Come abbiamo visto gli annunci di Google permettono agli inserzionisti (chi investe in pubblicità ) di promuovere la propria attività  sul web (e lo fa tipicamente con Google AdWords) oppure di monetizzare il tuo sito web con annunci altrui (appunto Google AdSense: quanta gente fa ancora confusione tra queste due cose!).

Possono capitare dei casi in cui Google Adsense non riconosca la tipologia di sito o non abbia elementi per poter decidere cosa mostrare, per cui potrebbe non mostrare nulla; ovviamente all’inserzionista conviene evitare questo tipo di situazione. Ho notato, nello specifico, che questa cosa tende a succedere di frequente con i siti aperti da poco, appena creati o non ancora indicizzati su Google; l’indicizzazione, in qualche modo, fornisce ulteriori elementi per capire quali banner saranno mostrati.

Gli annunci, come suggerito da Google stessa, “possono essere pertinenti ai tipi di siti che visiti e ai tipi di app che utilizzi, ma anche ai tuoi interessi e ad altri aspetti“; in altri termini ci sono dei criteri pubblici utilizzati per determinare quale annuncio sarà  mostrato sul sito X.

Essi sono (la lista potrebbe non essere esaustiva, fonte):

  • i siti web che ha visitato l’utente con il browser attuale;
  • i cookie del browser;
  • le impostazioni di Gmail, e vari generi di attività  relativi al vostro account Google;
  • dati ricavati da altre app di Google per determinare interessi dell’utente;
  • interazione con precedenti annunci.

Quando vediamo annunci di una certa categoria, pertanto, la scelta sarà  ricaduta su una serie di considerazioni fatte da Google in base alla pagina in cui esse appaiono (ad esempio: annunci di offerte ADSL su un sito che parla dell’argomento), ma è provato come utenti diversi possano vedere sulla stessa pagina, in base allo storico della propria navigazione ed al proprio “comportamento” come abbozzato nei punti precedenti, annunci differenti sperabilmente pertinenti ai loro interessi.

Come rientra l’attività  SEO in questo tipo di ottimizzazione? Molto, nella mia esperienza in questi anni, deriva da considerazioni effettuate sul tipo di traffico che arriva al sito: può capitare che su certi siti e per certi annunci funzioni meglio, per Google Adsense, un traffico specializzato su una nicchia piuttosto che un traffico generalista. Non ci sono regole, in generale, anche se sicuramente il numero di visite non è tutto e può portare, in casi mal gestiti, a click non validi o a vuoto (persone che cliccano passivamente ad esempio). Certo la tematicità  delle pagine – intesa come un sito che parla di libri e rimane pertinente a questo argomento nel tempo – è un fattore indirettamente molto importante per poter guadagnare seriamente con Adsense.

Se ad esempio – piccolo inciso autopromozionale, ma serve anche per capirci – deciderete di investire in annunci Adwords inerenti al settore hosting web o tecnologia, il sito Trovalost.it potrebbe essere una scelta azzeccata su cui puntare.

Abbiamo quindi visto cos’è adsense, come guadagnare con adsense, come utilizzarlo e (almeno in linea di principio) come funziona. Ci siamo fatti anche un’idea su quanto si guadagna e come sia possibile monetizzare sfruttando vari canali (WordPress, ma andrebbe menzionato anche Youtube per quanto, in quest’ultimo caso, sia attiva una politica piuttosto restrittiva e riservata solo agli youtuber con maggiore seguito.

Google Adsense, le nuove norme

Le norme per i contenuti che si possono monetizzare su Google Adsense sono state cambiate, ed entraranno in vigore nel mese corrente; da quello che ne sappiamo (e sono informazioni ufficiali fatte arrivare via email sulla Gmail che usate per Adsense) si tratta di variazioni esclusivamente sulla forma, che dovrebbero far diventare le norme più comprensibili, sintetiche e facili da consultare.

C’è una prima novità  sostanziale, da premettere: a quanto pare le regole che porteranno al ban degli account, ad esempio quelli che pubblicizzano su pagine web borderline o dai contenuti “dubbi”,  non costituirà  più una violazione delle nome (si legge infatti che La monetizzazione dei contenuti che rientrano nelle limitazioni per i publisher di Google non costituirà  più una violazione delle norme. Ne consegue che – prosegue Google – sebbene tu possa scegliere di monetizzare i contenuti che rientrano nelle limitazioni per i publisher di Google, probabilmente riceverai meno pubblicità  su tali contenuti soggetti a limitazioni rispetto ad altri. Una novità  sostanziale rispetto ad un programma di affiliazione contestuale che, fin dalla sua nascita, ha fatto del rispetto assoluto delle regole una delle proprie bandiere; e tanti sono stati gli account bannati, in questi anni. La cosa continuerà  anche in futuro, ma probabilmente con un livello di tolleranza un po’ più accentuato.

Le pagine web saranno limitate, quindi è possibile che vengano pubblicati meno o nessun annuncio sulle pagine web in questione; questo non deve essere letto come un invito ad essere più superficiali, ovviamente, ma a tarare meglio e selezionare accuratamente le pagine web sulle quali debbano essere presenti annunci. Cosa che con la nuova interfaccia è possibile fare e gestire ad ogni livello, con l’ulteriore possibilità  di selezionare quali annunci debbano apparire nei propri siti web e quali, invece, non debbano farlo.

Di fatto quindi si apre alla possibilità  che un sito con contenuti idonei e non possa utilizzare comunque il sistema, ovviamente limitando gli annunci (ed evitando di sprecare spazi, quindi) nelle pagine non adeguate. In linea generale rimangono le regole di sempre per i contenuti di Adsense: non si possono usare, per gli annunci Adsense, pagine web con:

contenuti illegali

materiale pedopornografico e correlato alla pedofilia

contenuti sessualmente espliciti

temi destinati a un pubblico adulto all’interno di contenuti per famiglie

abuso della proprietà  intellettuale

ma anche

specie protette o in via d’estinzione

contenuti dispregiativi o pericolosi

favoreggiamento di comportamenti disonesti

contenuti ingannevoli

software dannoso o indesiderato

e, udite udite:

mogli per corrispondenza.

Rimangono escluse le pagine web con contenuti di natura sessuale, contenuti scioccanti, esplosivi, armi da fuoco, armi, componenti per armi e prodotti correlati, altre armi, tabacco, sostanze stupefacenti per uso ricreativo, vendita o uso improprio di prodotti alcolici, giochi a distanza online, farmaci con obbligo di prescrizione medica e prodotti farmaceutici e integratori non approvati. Dal canto suo, inoltre, Google Ads – la piattaforma per investire in pubblicità  mediante Google – continuerà  a non pubblicare annunci di questi tipo.

Al momento, quindi, i publisher (cioè i webmaster che monetizzano siti web mediante Google Adsense) non devono fare nulla. A fine mese sarà  necessario controllare le norme nuove e verificare che il nostro sito le rispetti interamente, con un grado di maggiore tolleranza che in passato ma facendo sempre grande attenzione a dove si piazzano gli annunci.

Un caso recente di violazione reversibile delle norme, ad esempio, riguardava una pagina web con una lista di faucet per bitcoin (i vari applicativi che regalano gratis piccole quantità  di bitcoin all’utente), sulla quale non sembra essere consentito pubblicare annunci di Google Adsense. Su questa pagina gli annunci sono stati pertanto filtrati e non fatti più apparire.

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