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Siti statici e siti dinamici: cosa cambia

Meglio un sito statico o uno dinamico? Ne parliamo qui

Scopriamo insieme che cosa cambia tra siti statici e siti dinamici e quali vantaggi offrono gli uni e gli altri.


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Qual è la differenza tra un “qualcosa” di statico ed un qualcosa di dinamico? Proveremo a descriverlo in questo post. In breve, i siti statici sono fatti in HTML, CSS e JS scritti a mano e conservati in file, come si faceva una volta agli albori del web 1.0; il metodo è riservato a chi sappia padroneggiare manualmente HTML, CSS, JS, non permette di modificare rapidamente le pagine – ed offre il vantaggio di contenuti leggeri e veloci da caricare. I siti dinamici, al contrario generano mediante software le pagine web, ed al contrario dei precedenti si possono modificare facilmente, per quanto vada curato l’aspetto legato alle prestazioni (possono essere lenti a caricare).

Cosa vuol dire statico?

La parola statico sa di termine tecnico, come in effetti è: un dato statico tende a non cambiare nel tempo, ed un esempio potrebbe essere legato alla fatturazione, ad esempio: se consideriamo un totale parziale di 1000 €, tanto per dire, l’aliquota IVA (attualmente al 22%) sarà  un dato statico, che non cambia generalmente nel tempo e che rappresenta una percentuale prefissata. In questo senso qualsiasi cosa di statica, in senso lato, tende ad essere qualcosa di sostanzialmente immutabile – cioè che non cambia – nel tempo.

Cosa vuol dire dinamico?

La parola “dinamico” è molto, molto presente nel web: Google restituisce 46 milioni di risultati contenenti questa parola, 32 milioni dinamica, circa 2 milioni corrispondono a dinamici, ben 20 milioni di pagine web su Google contengono il famigerato azienda dinamica (che si auto-proclama altrettanto spesso “leader nel settore“: 5 milioni e passa di risultati). Cosa significhi nello specifico è presto detto: quasi nulla, in almeno la metà  dei casi. Si scrive cosଠperchè non si sa davvero cosa scrivere, in molte circostanze, con buona pace dei buoni colleghi copywriter che si saranno già  messi le mani nei capelli, nel frattempo. Il termine dovrebbe fare riferimento ad una non meglio precisata capacità  di adattarsi alle circostanze, il che – in tempi frenetici ed incerti come quelli che viviamo – dovrebbe essere una qualità , a prescindere. Non c’è dubbio che poi, in ambito tecnologico, la distinzione possa quantomeno essere relativamente più facile da capire.

Per tornare all’esempio precedente, per intenderci, nella fatturazione un dato dinamico è legato non all’aliquota dell’IVA in percentuale bensଠal suo valore calcolato dal totale parziale della fattura, che quindi cambia in base a quanto vale quel numero.

Dati statici

Un dato statico è in generale semplice da definire una volta per tutte: una volta misurato, non cambia. Può succedere nell’ambito della programmazione in PHP, ad esempio, in cui abbiamo una variabile statica che assume un valore prefissato, e poi non cambia più – a prescindere da ciò che faranno altre variabili o circostanze. Può anche essere misurato sul piano concreto: il numero di piani di un palazzo è generalmente un dato statico, proprio perchè non cambia nel tempo. In qualche modo quel dato sarà  fisso, immutabile, cristallizzato nel tempo.

Nelle tabelle Excel, tanto per fare un esempio generale non legato al web, i dati statici sono valori che non cambiano, e rimangono prefissati.

Dati dinamici

Un dato dinamico, diversamente, è più complicato da definire una volta per tutte: una volta misurato, non cambia. Può succedere nell’ambito della programmazione in PHP, ad esempio, in cui abbiamo una variabile dinamica (genericamente, una variabile) che assume un valore che può cambiare volta per volta, in dipendenza di altri fattori. Può anche essere valutato sul piano della realtà : il numero di condomini di un palazzo è generalmente un dato dinamico, proprio perchè cambia nel tempo sulla base di vari fattori (chi arriva, chi ci abita per un breve periodo, chi si trasferisce e via dicendo).

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Nelle tabelle Excel, tanto per fare un esempio generale non legato al web, i dati dinamici sono valori delle celle che tendono a cambiare sulla base di uno o più calcoli precedenti.

Cosa cambia tra un sito statico ed uno dinamico?

Il primo non viene modificato se non una volta ogni tanto, non possiede funzionalità  interne come la ricerca interna nel sito o la possibilità  di inserire contenuti, solo in certi casi permette di commentare e soprattutto, a livello di prestazioni, è molto veloce da caricare nonostante risieda su un hosting non troppo performante.

I siti statici sono del tutto immuni a problematiche di sicurezza legate ad SQL o code injection. Invece un sito dinamico è più versatile, richiede altrettante risorse e massima manutenzione, aumenta il grado di personalizzazione anche per gli utenti meno esperti e fa in modo di valorizzare la creazione dei contenuti rispetto al “come” essi vengano resi visibili sul web (HTML, CSS). Un sito statico è più complesso da mantenere, gestire e soprattutto modificare nel tempo.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio un confronto tra le due tecnologie.

Siti statici: sono come delle fotografie – statiche, non cambiano nel tempo – che solo un webmaster sa e può modificare

Siti statici: cosa sono?

Un sito statico è fatto in HTML / CSS senza null’altro, non possiede quindi elementi che varino nel tempo ed è ideale per quei siti che volete lasciare invariati, dopo averli creati, per molto tempo. Hanno il vantaggio principali che tendono ad essere molto leggeri e veloci da caricare per natura, e non creano problemi su database memoria o CPU del vostro hosting. Nonostante quindi la velocità  maggiore nel caricare le pagine (un sito molto visitato in HTML statico può essere supportato con relativa “leggerezza” anche da un server condiviso), diciamo da subito che per cambiare l’URL di una pagina (es. sito.it/prova.html) dovrete di fatto rinominare il file prova.html, oppure implementare appositi alias mediante HTACCESS o comunque lato server.

Non si tratta esattamente di una scelta troppo pratica anche perchè, di fatto, per modificare qualsiasi cosa a livello visuale nel sito dovrete sostanzialmente Le fasi di creazione di un sito web in generale sono state descritte all’interno di questo articolo: Come si crea un sito. Se cercate soluzioni molto semplici ed altrettanto a portata di mano potete seguire, inoltre, i suggerimenti in quest’altro articolo che ho scritto.

Esempio sito statico: un sito fatto in HTML, CSS, JS, editando i singoli file uno per uno e caricandoli via FTP. Un sito web statico è quello di un videogioco fatto in HTML come questo, ad esempio.

Per siti dinamici, invece, cosa si intende?

Siti dinamici: sono come dei portafotografie digitali che chiunque (o quasi) può modificare

Per rendere l’idea, se un sito statico è una foto Polaroid (R) oppure una foto scattata con macchina analogica, un sito dinamico è l’equivalente di un portafotografie digitale: comodo da usare, veloce e soprattutto possiamo inserirci le foto che desideriamo quando e come vogliamo. Un sito dinamico ha bisogno di un hosting con supporto PHP (oppure ASP, in certi casi) e MySQL: il primo serve a supportare la “logica” di funzionamento delle pagine, quindi la generazione di articoli, pagine statiche, URL e a volte widget, mentre il secondo fa da “archivio” dati, in tutto o in parte, dei contenuti dei post, delle immagini, dei link e via dicendo.

Esempio sito dinamico: un sito fatto in WordPress, Joomla!, Drupal e così via. Il blog che state leggendo è un sito fatto interamente di pagine web dinamiche, ad esempio.

A differenza del caso precedente il markup HTML (chiamarlo “codice HTML” è errato perchè, di fatto, si tratta di un markup che stabilisce assieme al CSS l’aspetto esteriore delle pagine) viene generato da PHP in modo trasparente per l’utente che, di suo, fornisce un’apposita interfaccia chiamata backend (o backend amministrativo) che si presenta come un editor Word. WordPress, Drupal, Joomla! ed ArticleMS sono esempi reali di CMS per blog e sono, di fatto, anche siti dinamici. àˆ possibile, altresà¬, rendere statico un sito dinamico, ovvero scaricabile come file HTML separati, utilizzando un software gratuito come SiteSucker, mentre le fasi di creazione di un sito in generale sono state descritte all’interno di questo articolo: Come si crea un sito.

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Di seguito riporto una tabella riassuntiva delle due tecnologie.

Sito StaticoSito Dinamico
Velocità di caricamento pagine (senza ottimizzazioni specifiche, si veda per WP *)Ottimale (il server deve inviare semplicemente dei file statici)Dipendente da più fattori (db, server, plugin, CMS, numero pagine)
Possibilità di modificare i contenutiEditando le pagine HTML una ad unaMediante un editor "alla Word"
Possibilità di modificare header e footerSì ma a fatica: il sito è statico, bisogna modificarli una pagina alla voltaNormalmente sì, agendo sui file HTML o TPL o PHP del theme o template
Archivio del sitoSì, con opportuni accorgimentiSì, di default
Indicizzazione sui motori di ricercaIndifferente, ma i principianti rischiano che alcune pagine non sia indicizzateIndifferente, ma i siti dinamici sono più "facili" da far indicizzare nel tempo
Commenti nel sitoSolo con Disqus o similiCon sistema integrato nel sito o con Disqus
Possibilità di inserire un motore di ricerca internoNo, a meno di usare il widget di Google che, peraltro, va inserito con un certo criterio.
Possibilità di personalizzazione grafica per l'utente finaleScarsa / Nulla, a meno che non conosca HTML e protocollo FTP: vari effetti collaterali inclusi in questo approccio (modifiche indesiderate, impossibili o troppo complesse)Ampia: normalmente si cambia tema e widget con un click
Facilità d'uso per l'amministratoreScarsaDi solito molto elevata, anche in dipendenza del CMS utilizzato: Wordpress, Joomla! e così via
Possibilità di modificare gli URLSolo modificando il nome dei file HTML o delle cartelle, a seconda dei casi. Il mod_rewrite di Apache può essere utile al casoSolitamente mediante editor apposito lato backend. Il mod_rewrite di Apache può essere utile al caso, se opportunamento configurato
Cache delle pagineSolo sotto opportune condizioni (CloudFlare, ad esempio)Mediante comodi plugin, di solito, oppure integrato direttamente nel sito.

Foto di Joshua Woroniecki da Pixabay

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