Il whistleblowing è la denuncia di illeciti o irregolarità da parte di un segnalante, che può essere un dipendente, un fornitore, un cliente o chiunque altro abbia avuto modo di osservare tali condotte all’interno di un’azienda o di un’organizzazione.
In parole semplici, il whistleblowing è come soffiare il fischietto per far luce su comportamenti scorretti o illegali che potrebbero danneggiare l’azienda, i suoi dipendenti, i clienti o la collettività.
Cosa si può denunciare con il whistleblowing?
- Attività illegali: reati penali, violazioni di leggi o normative, corruzione, frodi.
- Comportamenti scorretti: mobbing, discriminazione, molestie, abuso di potere, violazioni della sicurezza o dell’ambiente.
- Pericoli per la salute e la sicurezza: rischi per i lavoratori, i clienti o il pubblico in generale.
Come funziona il whistleblowing?
Il segnalante può presentare la sua denuncia in modo anonimo o non anonimo attraverso diversi canali:
- Canali interni: un sistema di segnalazione dedicato all’interno dell’azienda.
- Autorità competenti: polizia, organi di vigilanza, magistratura.
- Media: giornalisti, testate giornalistiche.
Tutela del whistleblower
In Italia, il whistleblowing è tutelato dalla legge n. 179 del 2017 che garantisce riservatezza al segnalante e lo protegge da ritorsioni o discriminazioni.
Perché è importante il whistleblowing?
Il whistleblowing è uno strumento fondamentale per:
- Promuovere la trasparenza e la legalità all’interno delle aziende e delle organizzazioni.
- Contrastare la corruzione, le frodi e gli abusi di potere.
- Proteggere i diritti dei lavoratori, dei clienti e della collettività.
- Migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi.
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