PHP 7 non si è ancora consolidato come scelta tra gli sviluppatori di servizi web, ma a breve potrebbe diventare uno standard; non è certo l’unica alternativa per chi lavora in questo settore, ma certamente è una delle più popolari come linguaggio interpretato. In fondo, la sua icona storica rappresenta un elefante, e ciò secondo molti suoi detrattori sarebbe relativo ad una certa “lentezza” nell’elaborazione. Ovviamente è indispensabile contestualizzare, sempre, perchè in ambito tecnologico essere lenti o veloce ha un significato spesso relativo, comunque diverso da quello, ad esempio, di una camminata veloce o di un rallentamento nel traffico per strada. Per inciso, PHP 7 sembra voler fare della velocità uno dei nuovi punti di forza, tant’è che è stato uno dei punti più ampiamente sottolineati durante l’intervento di Lorna Mitchell al Codemotion di Roma, qualche giorno fa, a cui ho avuto modo di assistere.
Partiamo da una veloce cronologia: PHP 5.5, utilizzato ancora adesso su numerose piattaforme di sviluppo e in produzione, ha dismesso ormai la sua assistenza ufficiale, e sarà definitivamente dismesso il 10 luglio di quest’anno, data in cui dovrà essere messo da parte dai numerosi servizi di hosting che ne facevano uso. La versione successiva 5.6 sarà dismessa a fine anno, anche se le patch di sicurezza saranno introdotte ed aggiornate fino al 2018. PHP 6, per inciso, è praticamente morto sul nascere (soprattutto per via di un complicato supporto alla Unicode che non vedrà mai la luce), passando direttamente a PHP 7, che è stato ufficialmente lanciato a fine dello scorso anno e che si trova alla versione 7.0.4 al momento in cui scriviamo (scarica l’ultima versione per Windows da qui).
Una delle novità più importanti di PHP 7 è relativa all’introduzione di AST (Abstract Syntax Tree), una struttura dati intermedia che interviene nel processo di elaborazione interpretata del codice, permettendo di estendere la sintassi, migliorando l’efficenza e rendendo accettabili nuovi costrutti nel linguaggio. Questo porta ad una serie di interessanti nuove caratteristiche come la possibilità di lanciare e gestire eccezioni in modo più compatto, nuovi operatori di confronto e strutture dati più agevoli da manipolare (dettagli qui). Tale ridefinizione – molto rivoluzionaria, in effetti – a vantaggio assoluto dell’efficenza potrebbe, come controindicazione, costringere molti sviluppatori a riscrivere in tutto o in parte il codice dei nostri vecchi siti e applicazioni.
Il supporto ufficiale da parte degli hosting è già iniziato da tempo, per cui non resta che rimboccarsi le maniche e testare un po’ il vecchio codice; le ultime versioni di WordPress, già da qualche mese, ad esempio, supportano PHP 7 al 100% e si preannunciano fino a 2-3 volte più veloci delle versioni 5.x.
Ai fini della migrazione da PHP 5.6 alla 7.0.x, si suggerisce di fare riferimento alla guida ufficiale per la migrazione: php.net/manual/en/migration70.php.
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