Google ha investito parecchio in questi anni sul sistema operativo Android, per mantenerlo aggiornato, free e open source; nel fare questo, ha sostanzialmente imposto alle più diffuse marche di telefoni di proporre le sue app preinstallate in una vera e propria suite (Youtube, Gmail, Google Chrome e la stessa ricerca di Google, ad esempio). Dopo anni, il tutto ha fatto sollevare più di un sopracciglio alla Commissione Europea che ha indagato e sarebbe arrivato alla stangata finale.
Tutti gli utenti europei, in effetti, subiscono una scelta imposta dal colosso mondiale della ricerca, che avrebbe sostanzialmente abusato di posizione dominante; come risultato di questa scelta, il Sunday Telegraph ha parlato di una multa da parte dell’antitrust che ammonterebbe a 3 miliardi di euro (il triplo di quella che è stata fatta alla Intel anni fa, per aver anch’essa violato l’antitrust). La sanzione, pari comunque a poco più dell’1% di fatturato di Google, è venuta fuori da un’indagine avviata circa 7 anni fa, e che porta uno scossone considerevole all’interno dell’industria dei telefoni: Google non potrà più, sui nuovi modelli, imporre la scelta del browser Chrome e della stessa Google Search, facendo cosଠscegliere di default all’utente tra una varietà di browser e di motori di ricerca diversi (Bing e DuckDuckGo, ad esempio, decisamente meno popolari tra gli utenti).
La commissione Europea starebbe altresଠverificando l’imparzialità delle recensioni delle app ufficiali di Google: il sospetto dovrebbe essere legato alla possibilità che possano essere state comprate o manipolate.
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