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Forse bisogna ripensare l’analisi costi-benefici

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Nella gran parte dei casi si fa molto affidamento sull’analisi cosiddetta costi-benefici, in cui si stima il costo complessivo di un’attività  come somma delle singole voci di costo, valutando il beneficio finale come some delle singole unità  di beneficio.

Nello specifico si calcolano la DAP (Disponbilità  A Pagare) e DAA (Disponibilità  Ad Accettare), e – senza entrare in ulteriori dettagli – si assume che questo metodo sia valido in una molteplicità  di casi. Ciò che Flyvbjerg, Bester avrebbero invece rilevato nell’articolo in questione vira in una direzione opposta, in qualche modo: cosa succede se le stime di cui sopra fossero inaccurate o peggio ancora biased, ovvero distorte senza che ce ne accorgiamo? A quel punto, l’assunzione che la Cost-Benefit Analysis (CBA) sia sempre e comunque valida, a prescindere dalla situazione, rischia di essere fallace.

àˆ quello che emerge da uno studio pubblicato di recente dall’Università  di Oxford in collaborazione con la Barclays Bank, che si trova al momento in cui scriviamo in una fase di draft, ovvero di bozza non approvata nè validata ufficialmente o peer reviewed. Non si tratta di una pubblicazione scientifica vera e propria, tanto che il paper appare in forma parziale (es. mancano alcuni grafici) e molte idee sembrano più tratte da un “manifesto” di intenzioni che da altro. Lo spunto resta sicuramente interessante, per certi versi, per quanto da altri punti di vista rischi di essere a sua volta affetto da bias cognitivi tra qui quello “del ricercatore”, proteso da un’ipotesi pregiudizievole che vorrebbe dimostrare ad ogni costo. àˆ un dato di fatto, poi, che molte aziende facciano affidamento su tale sistema, per cui è interessante provare ad indagare un minimo in merito.

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Nel paper vengono analizzati 2062 investimenti pubblici, vengono poi individuati otto tipi di investimenti e varie statistiche a supporto. In seguito, i ricercatori hanno provato a stilare una lista di possibili operazioni da introdurre, per validare al meglio l’approccio CBA ed utilizzarlo in modo meno acritico.

Perchà© l’analisi costi-benefici diventi utile nell’ambito degli investimenti pubblici, secondo lo studio, sono stati individuati 4 possibili punti a cui ispirarsi:

  1. Rivalutare e ridimensionare sistematicamente le previsioni sul modello costi-benefici.
  2. Introdurre degli elementi di rischio soggettivo annessi ai previsori
  3. Effettuare delle audit indipendenti sul tema
  4. Adattare al meglio le previsioni sulla base della complessità  politico-sociale della realtà  in cui si vive.

Foto di Buffik da Pixabay

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