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Perchè presto navigheremo tutti con le VPN

Le VPN sono tipicamente considerate “roba da smanettoni”, e forse stanno uscendo da questa dimensione una volta per sempre. Ricordo qualche tempo fa che una mia amica, non certo addetta ai lavori in ambito informatico ed insospettabilmente patita di piattaforme di streaming e di origine brasiliana, cercava una VPN per poter vedere i canali che si vedrebbero nel suo paese (cosa che stando in Italia non poteva fare, visto che ci sono blocchi di IP).

Le piattaforme di streaming vietano l’uso delle VPN, in genere, ma questo non ha impedito la loro diffusione e crescente popolarità  anche tra i meno “nerd” degli utenti. E si possono usare, ormai, per fare qualsiasi cosa: per navigare, per proteggere le nostre chat e videochat, per proteggere le nostre email e via dicendo.

A che servono le VPN

La connessione client-server che effettuiamo ogni giorno per connetterci a siti web, mandare posta ed usare chat è profondamente scoperta: una VPN ci aiuta ad aggiungere uno strato di protezione alla nostra connessione. I dettagli sono discussi nell’articolo su come funziona una VPN, e vi rimando a quella lettura per evitare di ripetere cose già  scritte.

Eviterò di ribadire le solite obiezioni che vengono fatte in questi casi: se non hai nulla da temere, perchè usare la crittografia che ti nasconde? Il problema è che la privacy è un concetto estremamente labile e relativo, e quello che è legale oggi potrebbe non esserlo più domani. E allora vi rimando all’articolo su questo argomento, quello di parla di abolire l’anonimato online, una possibilità  che ci catapulterebbe in un mondo ancora più distopico di quanto, almeno in parte, non lo sia diventato oggi con il Covid-19.

Come funziona una VPN?

Prima di immergerci direttamente nel funzionamento interno di una VPN, è una buona idea familiarizzare con le basi dell’argomento. L’acronimo VPN sta per Virtual Private Network: come suggerisce il nome stessi, fornisce agli utenti una rete virtuale privata in modo che possano connettersi a Internet in modo sicuro e protetto. In sostanza, l’obiettivo finale di una VPN è mantenere private le tue informazioni private, cioè fare in modo che lo siano ancora più di quanto non lo siano by default.

Una VPN crea quello che in gergo si chiama “tunnel” privato dal tuo dispositivo a internet e nasconde i tuoi dati vitali attraverso ciò che è noto comunemente come crittografia. La crittografia è il termine utilizzato per descrivere il modo in cui i tuoi dati vengono mantenuti privati quando si utilizza una VPN. La crittografia, in sostanza, nasconde le informazioni in modo tale (per intenderci, trasformandole in “frasi incomprensibili”) che non possono essere lette senza una password parecchio complessa, nota come chiave privata. Solo il tuo computer e il server VPN la conoscono, e finchè vale questo assunto e finchè la chiave non viene scoperta o violata, la connessione è da considerarsi sicura.

Cme fa esattamente una VPN a proteggere la connessione? Una VPN funziona instradando la connessione internet del tuo dispositivo attraverso il server privato della VPN, anzichè direttamente con il tuo provider di servizi Internet (ISP). In questo modo, in altri termini, quando i tuoi dati vengono trasmessi su internet, proverranno dalla VPN anzichà© dal tuo computer.

La VPN agisce come una sorta di intermediario quando ti connetti, nascondendo essenzialmente il tuo indirizzo IP – il numerino univoco che ti assegna il tuo provider di connettività , che poi univoco non è perchè viene assegnato e riassegnato “a giro” a vari utenti secondo le regole di routing – e, alla fine, la VPN fa proprio lavoro di proteggere meglio la tua identità . Se i tuoi dati venissero in qualche modo intercettati, sarebbero comunque illeggibili o molto più difficili da decifrare.

Perchè una VPN diventerà  indispensabile

L’utenza su internet è destinata a crescere, ed il pubblico che ne fa uso si allargherà  sempre di più e sarà  composto da sempre meno specialisti e geek. Grazie ad una VPN diventa possibile, ad esempio:

  • aggirare le restrizioni geografiche di alcuni siti (e di conseguenza, su alcuni contenuti);
  • accedere ad uno streaming audio e video che sia davvero libero e che rispetti il principio di neutralità  della rete;
  • guadagnare un po’ più di anonimato su internet, nell’era dei social network che spesso sottraggono subdolamente i nostri dati senza alcun permesso;
  • evitare di essere loggati mentre, ad esempio, si utilizzano programmi di chat, P2P e torrent.

La sensibilità  sul tema della privacy personale è attualmente un nervo scoperto nella cosidetta opinione pubblica, che tende a svilirla e considerarla un principio rinunciabile; anzi, se ci fate caso, la privacy in caso di emergenza sanitaria (ad esempio) è stato subito considerato il primo principio sacrificabile. Col tempo, si spera, le cose cambieranno e le persone inizieranno a capire: non perchè ognuno abbia qualcosa da nascondere, ma perchè semplicemente una società  civile dovrebbe garantire quel minimo sindacale di privacy a chiunque, fermo restando i principi base dello stato di diritto.

Quali VPN usare?

è un bel dilemma, in effetti: tutte promettono privacy potenziata, ma poi bisognerebbe leggere i contratti che fanno sottoscrivere per capire un po’ meglio. Certo aggiungono un grado di scrambling alla connessione, questo senza dubbio, per cui la rendono un po’ più sicura di quanto non sia una connessione in chiaro (che di suo è protetta poco o nulla, per quanto siti web ed app si stiano attrezzando anche in questo, un po’ per volta.

Una delle più quotate e comprate dagli utenti è ad esempio Ivacy VPN, ad oggi.

Problemi da risolvere per le VPN

Per quanto possano dirne le pubblicità , che sono sempre più accattivanti ed invitanti, le VPN hanno dei problemini da risolvere: su tutti, il fatto che tendono a restringere la banda dell’utente che naviga, che quindi potrebbe ritrovarsi con una connessione più lenta di quella che utilizzerebbe normalmente. C’è anche un secondo aspetto, relativo alla riservatezza della VPN: se mantiene i log delle connessioni, potrebbe comunque cederli sotto pressione di pubblicitari o autorità  non autorizzate a farlo, e questo non aiuterebbe a prevenire gli abusi di privacy.

Foto di Stefan Coders da Pixabay

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