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Un cane robot per Pompei: la nuova sfida dell’automazione

Le frontiere della robotica sono sempre alla ricerca di nuovi campi d’applicazione, in un’ottica di perfezionamento dei processi di automazione che ormai è in grado di sfidare le stesse capacità  umane, soprattutto in ambito lavorativo.

Se le aziende più avanzate nell’implementazione dell’hi-tech hanno già  da qualche anno iniziato a introdurre la figura del robot-intelligente nei propri processi produttivi e nel proprio “organico”- dunque anche a servizio del cliente, talvolta con fattezze umane – una novità  giunge ora da Pompei, dove è da poco sbarcato Spot, un cane robot ideato e sviluppato da Boston Dynamics, con il compito di monitorare il sito archeologico grazie al supporto di una telecamera a 360 gradi, utile anche alla raccolta e alla registrazione di dati funzionali alla conservazione e alla gestione degli interventi.

DAL CANE ROBOT POLIZIOTTO AI ROBOT CHEF

Si tratta di una vera e propria funzione “di servizio” alle autorità  che gestiscono il sito archeologico, la quale peraltro si aggiunge al precedente testing di “Slot” da parte della polizia del Massachusetts, dove il prototipo di cane a 4 zampe meccaniche è stato utilizzato per coadiuvare attività  ispettive e di pattuglia ritenute rischiose.

Il campo di utilizzo dei robot si espande dunque oltre alla realtà  aziendale, dove comunque continua ad avere ampia applicazione, non soltanto nel sostegno alle attività  di produzione, ma anche nell’interfaccia con clienti e utenti, in pratica in sostituzione di alcune tipologie di lavoro umano, anche per mezzo di tecnologie sofisticate in grado di sviluppare dei veri e propri umanoidi.

Un ultimissimo esempio di questa tendenza viene dal mondo della ristorazione fast, e nello specifico dal distributore di un centro commerciale del New Jersey, il quale ha dato il benvenuto a “RoboBurger”, un esemplare di robot-chef che, oltre a cucinare l’hamburger con gli ingredienti richiesti (un’attività  già  comune nei robot da cucina) li serve anche ai clienti in tempi rapidissimi.

Un ulteriore ambito di applicazione dei robot nella relazione con il cliente è anche quello delle sale da gioco, dove l’automatizzazione ha raggiunto livelli di sofisticazione piuttosto elevati, e dove, già  da qualche anno, specialmente nei resort più prestigiosi come ad esempio quello di Las Vegas, le macchine svolgono la funzione di barman e camerieri: un’esperienza peraltro curiosamente opposta a quella presente nei migliori casino online dal punto di vista dei software d’avanguardia, dove invece è sempre più richiesta la figura del croupier live, ovvero di un umano che esercita le mansioni di un addetto fisico alla sala, proprio per simulare un effetto di realtà .

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IL CASO LAS VEGAS: VERREMMO SOSTITUITI DAI ROBOT?

La questione della sostituzione dei professionisti con le macchine, in ogni caso, resta un tema particolarmente rilevante e piuttosto attuale, visto che già  dal 2018 i dipendenti del casinò di Las Vegas, coordinati dalla Culinary Union, hanno scioperato in massa contro l’introduzione dei robot tra le fila dell’organico di sala, preoccupati per il futuro dei propri contratti e per la conservazione della propria posizione lavorativa.

Intanto le start up più innovative continuano a investire massicciamente in questo genere di attività , come conferma il progetto di Bear Robotics, impresa californiana appoggiata da SoftBank che, dopo il grande successo all’interno di catene di ristoranti partner negli Stati Uniti, in Corea e in Giappone, è pronta a conquistare anche il mercato europeo con Servi e Servi Mini, due robot che, grazie a una serie di fotocamere e allo speciale sensore LiDar, sono grado di svolgere mansioni multiple, inclusa la gestione della sala e del bar.

I produttori assicurano che i camerieri-robot, sebbene già  ampiamente utilizzati nel periodo più intenso della pandemia, soprattutto per esigenze di distanziamento, non intendono prendere il posto del personale fisico, ma hanno la finalità  di alleggerire loro il lavoro più faticoso, sostenendoli nel coordinamento delle attività  e puntando all’ottimizzazione dei tempi.

CONCLUSIONI

Difficile comprendere le future dinamiche di questo trend, che in ogni caso pare inarrestabile e continua a seguire ritmi sostenuti, con previsioni di crescita per il settore stimate al 43 per cento entro i prossimi 5 anni.

Le ricerche sulla correlazione tra l’automazione applicata al lavoro e i livelli di occupazione, oltretutto, stanno dando risultati inaspettati e positivi: tra questi si cita uno studio della Yale University incentrato sulla produzione in Giappone tra il 1978 e il 2017, il quale ha messo in evidenza come i robot abbiano innalzato del 2,2 per cento il numero di dipendenti in carne e ossa, con mansioni magari differenti e per ora insostituibili, come ad esempio quella del marketing d’impresa.

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