Immaginiamo per un istante di perdere totalmente l’accesso ai dati del nostro disco rigido: da un giorno all’altro il dispositivo smette di funzionare e tutti i file salvati al loro interno, come diretta conseguenza, sembrano destinati per sempre all’oblio. Una situazione non piacevole, senza dubbio, e che può capitare più frequentemente di quanto l’intuito suggerisca a prima vista. A causare la perdita dei dati intervengono tipicamente due cause di forza maggiore: da un lato il guasto fisico del supporto, dall’altro la presenza di un ransomware che rende inaccessibili i nostri dati.
Stando alle statistiche note nell’ambito, per intenderci, gran parte (il 96%) delle aziende che fanno uso di prodotti legati all’IT in ambito gestionale, operativo e via dicendo, non effettua abitualmente neanche un backup. Manca il budget, da quello che suggeriscono le interviste, e si tende a considerare l’eventualità della perdita totale come un male ineluttabile. Se succede, insomma, si accetta passivamente l’eventualità di perdere tutto, per sempre, e questo naturalmente se capita su un gestionale o su un sistema che custodisce dati o dei nostri clienti può essere un problema non da poco.
Le soluzioni software per il recupero dati operano in una direzione a suo modo smart: nella situazione più tipica, infatti, provano a recuperare i contenuti corrotti (o non più accessibili) ricostruendo la tabella delle partizioni del disco e provando a rigenerare l’alberatura delle directory del file system. Questo si può fare solo a determinate condizioni, ovviamente: considerando che le cause della corruzione dati possono includere anche situazioni più complesse, non sempre è garantito il recupero. Può capitare che i file ad esempio vengano crittografati con chiave privata forte, impossibile da indovinare e generata casualmente dagli aggressori informatici. In questi casi è davvero difficile, se non impossibile, recuperare i dati smarriti, e la soluzione reale va trovata a monte: era meglio tenere un backup di quei dati ed aggiornarlo periodicamente, anche se sarebbe stato un costo sarebbe a suo modo rientrato abbondantemente, possiamo scrivere, in caso di emergenza.
Le soluzioni software che permettono il recupero dati, del resto, sono quasi tutte a pagamento tratte TeskDisk di cui vi avevamo parlato tempo fa, disponibile per Mac, Linux, Windows e molti altri sistemi operativi. Ulteriori soluzioni a pagamento sono il recupero dati Remo, ad esempio, che consente di recuperare file da qualsiasi dispositivo Windows, quindi scansionando tutti i device attivi ed andando a recuperare i file per tipologia o per nome, a seconda dei casi. Esiste anche una versione del recupero dati di Remo per il Mac, che funziona bene sui sistemi operativi Apple per quanto richieda i permessi di superuser per poter accedere al disco. Questo aspetto vale sempre, peraltro, perché questi dispositivi hanno bisogno di accedere al sistema operativo a livello root ed è anche normale che sia così. Quando i dati sono persi, il data recovery è spesso l’ultima speranza a cui ci possiamo affidare per salvare il salvabile. E per quanto la garanzia di recupero non ci possa mai essere, è bene ricordare che queste soluzioni possono essere al nostro fianco giorno dopo giorno.
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