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Come recuperare domini scaduti su Dynadot

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Introduzione

Le attività  in ambito SEO si possono realizzare in svariati modi: effettuando ottimizzazione a livello locale nel sito, operando revisioni sui contenuti, migliorando gli aspetti di UX e usabilità  delle pagine nelle fasi iniziali e facendo poi l’attività  nota come link building a regime. Questa ultima in molti casi possiede alcune difficoltà  oggettive, legate alla scarsa natura editoriale del settore in esame, ed unita al fatto che non sempre è possibile ottenere tutti i link che vorremmo da tutti i portali che desideriamo. Per venire incontro a questa come ad altri tipi di esigenze, si ricorre spesso ad una strategia borderline, che può essere declinata in modo black hat ma che, a conti fatti, può funzionare molto bene anche come strategia SEO pulita, nota come recupero di domini.

Cos’è il recupero di domini

L’attività  di recupero di domini serve a prendere il controllo di forum, blog o portali attinenti alla nostra attività , oppure siti web in disuso che appartenevano alla concorrenza (ovviamente facendo attenzione a non appropriarci indebitamente di marchi altrui: rischiamo di perderli e di essere multati per violazione di marchio o di diritto d’autore). Recuperare un dominio significa riacquistarne uno che sia stato usato da altri e poi abbandonato, con l’idea di prenderci i backlink dello stesso ed ereditare, se possibile, i generali vantaggi in termini di visibilità  sul web che quel sito web aveva.

Ovviamente per eseguire correttamente questa pratica ci sono varie valutazioni che solo i SEO più esperti sono in grado di fare, e che riguardano la valutazione qualitativa del dominio scaduto che stiamo recuperando:

  1. l’anzianità  del dominio: se il dominio è molto vecchio ed è stato registrato la prima volta molto tempo fa, è più probabile che sia valido e utile per la nostra SEO;
  2. l’anzianità  del profilo di backlink associato al dominio: al dominio che acquistiamo è associata una rete di backlink che può essere vuota (segno che il dominio non porterà  troppi vantaggi in termini SEO), può essere molto ricca di backlink (ma potrebbero essere artificiali o spam giusto per “gonfiarne” la valutazione) o può possedere solo backlink pertinenti con il settore (ad esempio libri.in era linkato da molti siti del settore librerie ed editoria, per cui era perfetto in tal senso)

Facciamo quindi attenzione che quando recuperiamo un dominio non facciamo altro che trasferire, via redirect 301 o mediante un nuovo sito, i vantaggi che quel sito aveva in termini SEO (o quantomeno il “flusso informativo” associato al sito dal web, in generale). Questo significa ereditare tutto, senza filtro: quindi sia i backlink buoni che quelli cattivi, eventualmente: pertanto è un’operazione che si deve sempre saper valutare anche in termini di rischio.

Esempi virtuosi in tal senso, a questo punto, potrebbero essere il recupero di domini quali eccocome.it (che ho fatto un po’ di anni fa, ideale per siti web di tutorial) oppure libri.in (ideale per il mondo dell’editoria, e che è anche un domain hack). Ovviamente la pratica di recupero dei domini non è per nulla agevole, visto che esiste un sacco di speculazione nel settore e, soprattutto, non tutti i domini valgono effettivamente quanto gli indici SEO annessi sembrano farli valere. Questa è una verità  che spesso tendono a nascondere al pubblico, ma che purtroppo è una realtà  che spesso finisce per invalidare l’intero recupero.

Come si fa il recupero di domini (senza spendere un capitale)

In pratica quello che si fa all’atto pratico è:

  1. effettuare una keyword research del settore, ed individuare le parole chiave più interessanti per il nostro sito;
  2. cercare domini scaduti di recente, cercando le parole chiave individuate al punto precedente (mediante questo sito, oppure sfruttando ExpiredDomains);
  3. provare a registrare dei domini EMD (Exact Match Domains), cioè domini che abbiano nel nome la chiave di ricerca di nostro interesse; per farlo si può sfruttare il servizio di hosting e domini low cost Dynadot (per i domini .IT non è abilitato alle registrazioni, e per loro dovrete ricorrere a Tophost)
  4. effettuare un redirect 301 dal dominio di partenza fino al nostro: in questo modo tutto quello che puntava al vecchio dominio arriverà  al nostro sito in un colpo solo. Altre tecniche più elaborate richiedono ad esempio di creare un nuovo sito da zero in modo da potenziare i vantaggi dello stesso e sfruttare nuovamente il pubblico che proviene dall’EMD.

Ruolo degli EMD

In pratica, salvo caso particolarissimi, il recupero di domini andrebbe limitato solo a quelli di classe EMD, ovvero Exact Match Domains o domini a chiave esatta: sono domini il cui nome corrisponde ad una chiave di ricerca specifica, come avviene ad esempio su hosting-linux.it oppure su consulenze-seo.com. In questo modo quello che succede è presto detto: tutti i backlink che quel dominio recuperato aveva vengono assimilati al vostro sito mediante un redirect 301, una pratica semplice e molto potente per ottenere l’effetto desiderato. Si tratta di una link building non propriamente tale, anzi pure un po’ sporca, ed ovviamente non possiamo costruire link al nostro sito solo cosà¬: pero’, nonostante questo, è possibile ottenere buoni risultati se si affianca questa tecnica di recupero con quelle tradizionali della SEO white hat.

Limiti della pratica

Non sempre, all’atto pratico, questa tecnica funziona: in molti casi i domini che compriamo o recuperiamo non valgono molto. Il problema è che non c’è un modo sicuro per accertarsi del valore, e bisogna andare un po’ per esperienza, un po’ ricorrendo ai vari tool a pagamento che permettono di ricostruire lo storico dei backlink (lo storico, perchè non sempre i tool riescono a trovare i backlink dei domini scaduti). Altro caso problematico avviene ad esempio qualora si comprino domini penalizzati (mi è capitato in un caso) che vanno in questi casi semplicemente lasciati perdere, anche se non è possibile purtroppo ottenere un rimborso della spesa – motivo per cui la pratica è rischiosa, specialmente se vi fanno pagare un dominio migliaia di euro.

 

 

 

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