Le regole sulla revoca dei Green Pass, per quanto da mesi contemplate dalle norme in atto, non erano potute andare online per via di problemi tecnici di aggiornamento delle piattaforme, con il paradosso (ad esempio non esclusivo) di Green pass validi anche in caso di persone positive. Da metà dicembre le cose sono cambiate ed è ammessa la revoca dei Green Pass, che si potrà riottenere solo a determinate condizioni come vedremo tra un attimo. Il tutto si colloca in un contesto normativo forse ancora molto complesso che andrà , probabilmente col tempo, snellito e semplificato a vantaggio di tutti.
Non solo: da tempo si sta ponendo l’attenzione al problema dei Green Pass falsi o anche solo semplicemente “clonati” (esempio: Mario Rossi che usa indebitamente un green pass sottratto a Giuseppe Bianchi). Se giusto oggi avevamo scritto che quello dei green pass falsi rischia di diventare “il” problema o quantomeno il problema più sottovalutato in assoluto, c’è da capire un po’ meglio come funzioni la legge nel caso di revoca del Green Pass, per l’appunto.
CI sono due casi in cui avviene la revoca: il primo riguarda la casistica più diffusa negli ultimi tempi, con la diffusione della variante Omicron. Abbiamo già un green pass, anche in seguito al vaccino, e risultiamo positivi al virus per via di contatto diretto con altri positivi. Il nostro tampone risulta positivo per cui, in questi casi, si risale al nostro codice fiscale e per legge il Green Pass decade e perde la propria validità .
La piattaforma nazionale è in grado, in questi casi, di fornire gli strumenti tecnologici agli operatori per invalidare il green pass di un positivo, possibilità non più solo teorica ma anche pratica – tant’è che l’app di verifica dei Green Pass da Natale 2021 in poi funziona soltanto se aggiornata con la lista delle revoche, scaricabili online ogni giorno. La revoca avviene con la notifica della stessa alla piattaforma di verifica dei green pass europei, ed eventualmente anche notificandolo all’interessato via SMS.
Il secondo caso riguarda le vere e proprie frodi, oppure – fa sapere il Ministero – i casi di somministrazione di vaccini eventualmente provenienti da lotti difettosi. Le frodi dei green pass sono sicuramente più numerose di quanto non sia stato riferito ufficialmente, anche perchè potrebbe spiegare almeno in parte l’esplosione di nuovi casi, che difficilmente si sarebbero verificati se il vaccino fosse stato somministrato ad ancora più persone. Le frodi più note sono quelle del medico o infermiere che finge di somministrare la dose e poi rilascia comunque un Green Pass da vaccino, col risultato che un non vaccinato diventa a quel punto praticamente impossibile da tracciare in caso di diffusione del contagio.
Per riottenere un vaccino in caso di positività al virus, bisogna in genere aspettare dai 7 ai 10 giorni dalla positività , e fare un secondo tampone per attestare l’avvenuta guarigione; nel caso in cui non si sia fatto il vaccino, aspettare prima di farlo le indicazioni di un medico per accertare le tempistiche necessarie. Solo a quel punto sarà possibile ottenere, automaticamente dal ministero (almeno in teoria) un Green Pass nuovamente valido. Per maggiori informazioni a riguardo si suggerisce di chiedere informazioni in farmacia oppure presso il proprio medico curante.
Photo by sentidos humanos on Unsplash
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