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Licenziato perchè non andava ai party aziendali: il suo diritto è stato riconosciuto

Un uomo ha avuto riconosciuto il diritto di non essere “divertente” sul lavoro, dopo aver rifiutato di abbracciare “alcolismo eccessivo” e “promiscuità sessuale”

La storia che vi racontiamo è quella di un uomo che chiameremo Mr T: e non si tratta dell’iconico personaggio della serie anni Ottanta A-Team.

L’uomo sarebbe, stando alla relazione annessa alla causa in tribunale che lo vede protagonista (e che lo ha visto vincente, alla fine), entrato a far parte dell’azienda Cubik Partners nel febbraio 2011, per essere successivamente promosso nel 2014. Nonostante sembrassero i presupposti di una carriera sfavillante, nel 2015 Mr. T viene licenziato, formalmente per “incompetenza professionale”. Ed è qui che viene fuori il lato clamoroso della vicenda.

Il problema nella sostanza delle cose era che non partecipava al team building, un team building estremamente particolare imposto dall’azienda in questione, e nello specifico venne discriminato e messo da parte per via del il suo rifiuto di aderire ai valori considerati “divertenti” dell’azienda. Sulle prime, l’azienda afferma mediante i suoi avvocati che Mr. T  – al netto dei meriti sul lavoro – ascoltava poco i colleghi, e in fondo non si lavorava così bene con lui.

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Secondo la Corte di Cassazione, che ha esaminato il caso in Francia e fornito una sentenza a riguarda, i valori “divertenti” dell’azienda includevano eventi sociali a cui i dipendenti dell’azienda dovevano partecipare obbligatoriamente, basati su alcolici, “grandissime quantità di alcol“, nonché (a quanto risulta) “pratiche incoraggiate dai colleghi in materia di promiscuità, bullismo e istigazione all’eccesso”. Secondo la ricostruzione di Business Insider, la corte avrebbe delineato vari generi di pratiche “umilianti e invadenti” promosse dall’azienda francese in questione, compresa la simulazioni di atti sessuali e l’obbligo di condividere il letto con un / una collega.

In una recente sentenza emessa a novembre del 2022, la Corte di Cassazione francese ha finalmente ritenuto che, con riferimento alla mancanza di partecipazione del sig. T ai valori “divertenti” e al “comportamento critico” della società come uno dei motivi del suo licenziamento, che in sostanza era stato ingiustamente licenziato. Il tribunale ha stabilito che il Mr T stesse esercitando la sua “libertà di espressione”, rifiutandosi legittimamente di partecipare alle attività sociali dell’azienda, evidentemente non obbligatorie, e che l’esercizio di questa libertà fondamentale non poteva certo essere motivo di licenziamento.

Una corte suprema d’appello francese sembra pertanto aver stabilito che le aziende non possono licenziare i dipendenti per non essere abbastanza divertenti.

Foto di copertina di hygor sakai: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-che-indossa-la-maschera-da-orso-ballando-sul-palco-2311713/

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