A quanto pare la questione risale ad almeno gli ultimi quattro mesi da oggi (quindi orientativamente da ottobre 2021), i dispositivi iOS e iPadOS di Apple, in particolare il browser Safari, sarebbero affette da un bug in grado di fare trapelare parte delle identità degli utenti nonchè l’attività di navigazione in tempo reale. Nello specifico, la violazione riguarda la same-origin policy, un noto e consolidato meccanismo di sicurezza per il web, in grado di limitare il modo in cui un documento o uno script caricato da un certo sito possa interagire con una risorsa di un’altra origin.
A livello tecnico, due URL hanno la stessa origin se possiedono, da specifiche:
- lo stesso protocollo (HTTP o HTTPS);
- lo stesso host;
- la stessa porta (opzionalmente, se esplicitata);
- il path specifico (esempio/di/path) può anche essere diverso, sebbene a parità degli altri fattori.
Per intenderci, se consideriamo un URL di esempio del tipo:
http://store.sito.com/dir/page.html
avrà la stessa origin di
http://store.sito.com/dir2/other.html
ma NON di
https://store.sito.com/page.html
e nemmeno di
http://news.sito.com/dir/page.html
La same-origin policy è un meccanismo di sicurezza fondamentale per far funzionare il web, e generalmente i browser come Chrome e Firefox sono piuttosto attenti che venga rispettato; di fatto, sembrerebbe che Safari sia molto più permissivo in tal senso, come è stato dimostrato da un sito demo appositamente creato (safarileaks.com). Safari in sostanza permette ad uno script che gira su un’origin A di venire a conoscere i siti aperti in altre tab del browser, cosଠcome parte dei fingerprint che identificano l’utente in rete.
Usa il codice
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L’idea di fondo è che il bug, che riguarda il componente IndexedDB ed il WebKit nello specifico, venga risolto nei prossimi giorni, anche perchè è stato aperto un bug report a riguardo, nonchè un repository ufficiale su Github che documenta nel dettaglio il problema rilevato. IndexedDB è un vero e proprio database transazionale come MySQL, che viene condiviso tra le varie sessioni aperte nelle tab di Safari e viene, in altri termini, usato come vettore di attacco. Avendo un DB condiviso tra le varie tab, uno script malevolo non sarebbe soltanto in grado di rilevare i siti che stiamo visitando, ma anche l’ID di Google associato univocamente ad un login su Youtube, ad esempio.
Si attendono sviluppi in merito, oltre ad aggiornamenti specifici per il browser Safari.
https://www.youtube.com/watch?v=Z7dPeGpCl8s
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