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SEO e WordPress: la guida che pensa fuori dal gregge

Iniziamo in questi termini: non esiste una SEO specifica per WordPress, e chi sostiene il contrario è mal informato o in malafede del tutto. Molte scelte SEO che facciamo per i nostri siti, in effetti, sono indipendenti dal CMS utilizzato: per cui una buona regola che si applica su WordPress è plausibile possa usarsi con successo anche su Joomla! o altri CMS (inclusi quelli proprietari o realizzati manualmente). WordPress produce HTML in modo automatizzato, mentre capire come intervenirci è richiede di avere idee chiare prima di installare o fare qualsiasi cosa. Non ci sono CMS migliori di altri per la SEO, ma sicuramente WordPress è una delle scelte più amate e popolari tra gli utenti di ogni tipo.

La SEO non è un’opinione, scrive (molto giustamente a mio avviso) Andrea Pernici sul blog di Taverniti: richiede una conoscenza approfondita del contesto in cui stiamo operando, e solo dopo si potrà  passare alla fase di azione. Non è solo tecnica, non è solo creatività : conoscere il contesto vuol dire, a prescindere dall’uso o meno di WP, capire come si comportino gli utenti, come valorizzarne i contenuti, cosa cerchino più spesso i potenziali clienti, come ottenere citazioni e link dall’esterno e via dicendo.

Come ottimizzare WordPress per la SEO: linee generali

Non spellatevi le mani a cercare ed installare decine di plugin con la parola “SEO” nel titolo: WordPress di per sè è già  pronto per la SEO, anche senza nessuno di questi: ciò vale a prescindere dall’uso o meno di Yoast, il celebre plugin per la SEO utilizzato dai più che pero’, badate bene, possiede anche dei limiti e qualche piccolo difetto. Ne riparleremo in seguito, per il momento non perdiamo il filo e cerchiamo di capire come ottimizzare localmente un sito in WordPress.

Come ottimizzare i permalink di WordPress

Avrete notato nella lista di indirizzi che, in linea di massima, esistono due possibili tipologie di link del sito: quelli con URL “più amichevoli” (tipo http://seo.salvatorecapolupo.it/blog/guida-seo-iniziare/) e per cosଠdire “meno amichevoli” (come http://salvatorecapolupo.it/?p=798): in genere, il primo tipo di URL è mappato sul secondo, ovvero ne costituisce un alias. In altri termini cliccando sull’indirizzo con il numero (non SEO friendly, o grezzo) e su quello con lettere e numeri (SEO friendly o “discorsivo”) andremo comunque a finire sulla stessa risorsa.

Tecnicamente (lato server) gli URL SEO friendly richiedono:

  • Apache con mod_rewrite abilitato
  • Hiawatha con UrlToolkit abilitato
  • Microsoft IIS con diversi moduli abilitati (URL Rewrite, …)
  • Lighttpd con un 404 handler oppure mod_rewrite

ma il più delle volte si ricade nella prima opzione. Per questo il mod_rewrite è già  attivo di default, anche se va abilitato via WP mediante:

http://nomesitowp-it/wp-admin/options-permalink.php

che è la pagina standard di attivazione dei vari tipi di permalink.

Se preferite, quindi, i permalink sono un nome più facile da ricordare per un indirizzo, ma anche più “comunicativo” e più ricco di informazioni per utenti e motori di ricerca. Per attivare i permalink SEO friendly in WordPress sarà  necessario attivare il mod_rewrite (nel caso di Apache server) e per farlo basta editare il file .htaccess ed inserire le direttive:

# BEGIN WordPress
<IfModule mod_rewrite.c>
RewriteEngine On
RewriteBase /
RewriteRule ^index\.php$ - [L]
RewriteCond %{REQUEST_FILENAME} !-f
RewriteCond %{REQUEST_FILENAME} !-d
RewriteRule . /index.php [L]
</IfModule>
# END WordPress

dopo aver editato e salvato il file .htaccess in questi termini, andremo dal backend amministrativo su Impostazioni -> Permalink (ovvero http://nomesitowp-it/wp-admin/options-permalink.php).

Schermata 2016 07 26 alle 15.24.29

Se tutto è andato per il verso giusto, ora, dovremmo vedere una cosa del genere.

Schermata 2016 07 26 alle 15.26.00

Semplice” in questo caso coincide con quanto detto prima sugli URL “non SEO friendly“: un visitatore che non conosca il nostro sito non capirebbe da quel numerino (123 nell’esempio) di che tipo di pagina si tratta. Scorrendo la lista troveremo numerose opzioni disponibili, di seguito riporto i miei suggerimenti per fare la scelta giusta.

  • Data e nome, Mese e nome – Questa impostazione è ideale per i siti WordPress usati per le news o aggiornati molto spesso, per cui ci interessi disporre di un archivio notizie.
  • Numerico, Nome articolo – àˆ preferibile usare questa impostazione nel caso in cui le date di pubblicazioni non siano prioritarie nel sito, come avviene ad esempio per un blog usato come FAQ, come raccolta di tutorial o privo di notizie temporalmente rilevanti.

Una struttura molto usata, poi, è questa (e la sto usando anch’io nel mio blog):

/%category%/%postname%/

ovvero:

Schermata 2016 07 26 alle 15.29.44

e poi cliccare su Salva le modifiche:

Schermata 2016 07 26 alle 15.29.58

Base delle categorie e base dei tag servono, volendo, a rinominare gli URL di categorie e tag da:

http://seo.salvatorecapolupo.it/category/nome_categoria

a

http://seo.salvatorecapolupo.it/mionome/nome_categoria

e da

http://seo.salvatorecapolupo.it/tag/post_con_tag_x

a

http://seo.salvatorecapolupo.it/altromionome/post_con_tag_x

Esistono ulteriori varianti combinabili fra loro, che possono essere analizzate sul sito ufficiale.

Come ottimizzare il file Robots.txt per WordPress

Poco da dire in questa situazione: non esiste un robots.txt considerabile di default per WP, perchè si tratta di un’impostazione a livello più alto, in qualche modo. Il mio suggerimento è quello di lasciare questo file massimamente permissivo, ovvero:

User-agent: *
Disallow:

Per rimuovere contenuti da Google, inoltre, si può sfruttare il file robots.txt, volendo, ma solo se esista una necessità  precisa di farlo.

Come ottimizzare i contenuti di WordPress lato SEO

A questo punto dovremmo individuare i contenuti che vanno ottimizzati: possono essere tutti i post, tutte le pagine o solo una parte di esse. Può essere una buona idea far partire l’ottimizzazione elencando tutti gli URL, home inclusa, che desideriamo ottimizzare per i motori di ricerca. L’idea base che dovrebbe guidarci in questa fase è orientata al raggiungimento di un obiettivo: non è corretto pensare di fare delle modifiche ai permalink, oppure cambiare un titolo di un articolo, ed “automaticamente” finire in prima pagina su Google. Ottimizzare un sito per incrementare le visite non coincide necessariamente con le attività  necessarie per aumentarne le conversioni, ad esempio.

Piuttosto, il buon posizionamento sarà  derivato da un mix di più fattori concorrenti e spesso imprevedibili. Se il nostro obiettivo è quello di massimizzare le visite da motore di ricerca, potremo provare a cercare di far coincidere i titoli degli articoli con parte delle più comuni ricerche fatte dagli utenti. Si tratta pero’ di una cosa che tendono a fare un po’ tutti, per cui non è detto che possa bastare al nostro caso.

Per aumentare le visite la cosa migliore è, in generale, quella di trovare buone fonti di traffico  mediante link building da siti popolari, autorevoli o entrambi. Come fare dipende da caso a caso, o da sito a sito, come ho spiegato estensivamente nel mio ebook sulla SEO.

In generale, si possono seguire più criteri per ottimizzare i contenuti:

  1. variare i titoli degli articoli o delle pagine (a seconda di quello che ci serve) al fine di capire quali funzionino meglio in termini di visite, CTR, click e cosଠvia; in caso di dubbi o ambiguità , favorite sempre titoli funzionali a far capire all’utente cosa troverà  nella pagina destinazione.
  2. testare diverse opzioni a livello di contenuti, cambiando formattazione e favorendo la leggibilità  del contenuto;
  3. massimizzare la pertinenza degli articoli rispetto alle ricerche, cioè fare in modo che “rispondano alle domande” meglio della concorrenza (ecco perchè è importante capire il contesto, come dicevo prima);
  4. rinnovare periodicamente i contenuti degli articoli (almeno quelli soggetti ad invecchiamento);
  5. aggiornare gli articoli per inserirvi, se possibile, elementi che possano risultare graditi, utili o funzionali per l’utente.

Vale per siti in WordPress ma, in questo caso, vale anche per altri tipi di sito.

Quali plugin SEO è meglio installare?

I principi base per la SEO in WordPress sono quelli che abbiamo visto in questa pagina: a questo punto potremmo decidere di istallare anche dei plugin, per quanto non sempre sia necessario o consigliabile farlo.

Il plugin SEO, in linea di massima, può essere utile per effettuare delle ottimizzazioni mirate: ad esempio, SEO Yoast permette di ottimizzare direttamente la home di determinati temi, cosa che non si può editare direttamente e che possiamo sfruttare a nostro vantaggio. Inoltre, questo plugin aggiunge un prefisso o un post-fisso a tutte le pagine, i contenuti ed i post, e permette di regolare il livello di indicizzazione di post, pagine e allegati. Ad esempio, potrei impostare Yoast in modo tale che indicizzate solo post e pagina e non gli allegati, op oppure solo gli allegati. La scelta dipende dalla tipologia di sito e dei contenuti che vogliamo valorizzare (anche qui se non capiamo bene il contesto e quello che si aspetta l’utente medio che cerca nel nostro settore su Google, difficile che andremo da qualche parte).

Non esiste un plugin SEO migliore degli altri: esistono SEO in gamba che sanno utilizzarli e SEO con poca esperienza che li usano male. Motivo per cui il confronto tra plugin SEO ha senso soltanto in termini delle caratteristiche che offrono all’utente finale. Ho realizzato di seguito una tabella nella quale indico le caratteristiche principali a confronto di Yoast SEO e di SEO Ultimate, i plugin che uso quasi sempre sui miei siti.

In generale è sconsigliabile installare contemporaneamente più di un plugin SEO sullo stesso sito, in quanto potrebbe generare conflitti o errori irreversibili.

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