Tag: Mondo Internet 😱

  • Come scaricare i video da Facebook

    Come scaricare i video da Facebook

    Per scaricare un video da Facebook c’è una procedura semplice e veloce, poco conosciuta e che permette di superare le limitazioni che complicano la procedura, ad esempio, anche su Twitter. Il tutto, come al solito, che non richiede di installare programmi esterni e che è molto semplice ed alla portata dei meno nerd. Come scaricare un video postato su Facebook, quindi?

    La prima cosa da capire, in questa sede, è quella di individuare il video che vogliamo scaricare: per scaricare il video nel nostro compiuter dovremo fare poi un ulteriore passo.

    Come prima cosa dovremo imparare a copiare l’URL assoluto in cui compare il video, cosa che possiamo fare nel modo seguente da Facebook. Andiamo a cliccare sulla freccia a destra del video che ci interessa: scopriremo un menù nel quale troverete l’opzione “Salva video“. In realtà  questo non permette di salvare il video o scaricarlo, ma ci metterà  in condizione di svelarne facilmente l’URL assoluto.

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    Nota: in alcuni casi è possibile ricavare diversamente l’URL assoluto del video, ad esempio cliccando sul link “post” in bacheche di altri contatti. In altri casi ulteriori, sempre cliccando in alto a destra sulla freccia verso il basso troverete il link Salva video in forma leggermente diversa, il che vi permetterà  di passare al passo successivo, come vedremo.

    Schermata 2016-06-23 alle 09.52.47

    Dopo aver salvato il video che ci interessa, andremo a ripescarlo nelle nostre impostazioni cliccando su https://www.facebook.com/saved/ sempre da loggati: in questo modo vedremo il nostro video listato tra gli elementi nel sottomenu “Video“.

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    Ora non ci resta che cliccare col tasto destro sul link del video che ci interessa, direttamente dalla lista, ed andare a scegliere l’opzione (da Firefox, ma vale anche per altri browser) “Copia indirizzo“.

    Schermata 2016-06-23 alle 09.58.53

    Siamo pronti per scaricare il video, finalmente!

    Nota: l’URL o indirizzo internet che ci ritroveremo sarà  del tipo:

    https://www.facebook.com/paginautente/videos/id/

    dove paginautente è una stringa che identifica la provenienza del video e id è l’identificatore univoco del contenuto del video.

    Vediamo quindi come scaricare un video da Facebook senza dover installare nessun programma.

    https://fdown.net/it/

    Analogamente ad altri servizi del genere, questo sito permette di scaricare qualsiasi video pubblico su Facebook semplicemente copia-incollando l’indirizzo. Basta cliccare sull’indirizzo indicato per effettuare l’operazione direttamente dal proprio browser, senza dover installare nulla.

    Andiamo quindi a copiare il nostro URL nella casella di testo dove troveremo scritto “Enter Facebook Video URL…“, e poi clicchiamo su Download per confermare l’operazione.

    A questo punto non vi resta che scegliere la qualità  con cui volete scaricare il video, normale o HD (se disponibile), cliccando col tasto sinistro su uno dei due rispettivi link, oppure prima col tasto destro e poi selezionando “Salva con nome“.

    Schermata 2016-06-23 alle 10.05.39

    (fonte).

    Photo by chriscorneschi

  • Operatori di ricerca avanzata di Google: cosa sono i Google Dorks

    Operatori di ricerca avanzata di Google: cosa sono i Google Dorks

    Google Dorks: le ricerche hacker che scoprono le falle informatiche

    Avviso: questo articolo non intende promuovere nè incoraggiare pratiche illegali. Invitiamo i lettori ad agire sempre nel rispetto delle leggi e seguendo i dettami dell’etica.

    Quando su Google finisce di tutto (e di più) rispetto a quello che vorremmo

    Esistono varie stime sul numero di pagine web che Google ha archiviato fino ad oggi: sono quasi tutte discordanti, e soprattutto sono quasi certamente al ribasso. Google infatti non è più solo un archivio di dati consultabile in lungo ed in largo, ed è qualcosa in più – ormai da anni – del motore di ricerca di una biblioteca: grazie al data mining, infatti, può estrarre nuove informazioni dalle pagine web e quindi, di fatto, restituire ancora più risultati di quante non siano le pagine web al suo interno. Le informazioni dal web vengono pazientemente raccolte da un efficentissimo crawler, un software che scansiona le pagine web seguendo i vari link che trova e raccogliendo, sulle stesse, vari tipi di dati e meta-dati utili alla causa.

    Il lato oscuro di Google, echeggiando il dark side of the moon su cui si espressero i Pink Floyd nell’ormai lontano 1973, potrebbe essere rappresentato più che degnamente dall’uso dei cosiddetti Google Dorks. Si tratta di stringhe di ricerca che permettono, di fatto, di accedere a contenuti indicizzati su Google spesso in modo del tutto accidentale, scoprendo così problemi di sicurezza informatica sui siti, contenuti riservati o privati indicizzati per sbaglio.

    Sicuramente Google è una macchina più complessa di quello che potrebbe sembrare a prima vista, e questo si traduce nel fatto che mostra molto di più di quanto suggeriscano le prime pagine dei risultati di ricerca, le stesse in cui amiamo cercare quello che ci piace o ci interessa. I Google Dork, in questi casi, sono un modo molto semplice, e letteralmente alla portata di chiunque, per effettuare ricerche underground di ogni genere, scovando falle di vario genere di cui, per inciso, i proprietari dei siti spesso non sanno nè immaginano nulla.

    In alcuni casi, ad esempio, grazie a dei Google Dork sono stati rilevate scansioni di documenti di identità  che certamente non avrebbero dovuto finire indicizzati, e che rimangono alla portata di chiunque li cerchi e alla totale insaputa dei soggetti interessati. Il tweet successivo riporta un caso risalente a gennaio del 2021, ad esempio, a cui ne sono seguiti anche altri abbastanza simili nella sostanza: alcuni siti avevano infatti postato delle scansioni di carte d’identità  che sono finite su Google in formato immagine o PDF.

    Esempi di ricerca come quelle riportate qui sopra, nella pratica, esce fuori da Google effettuando le cosiddette ricerche di tipo confidential, il che presuppone banalmente di cercare file di tipo documenti / pdf / presentazioni / file Word con la parola confidential all’interno (spesso la realtà  è più semplice di quello che potrebbe sembrare a prima vista). L’esempio è volutamente in inglese, ma esistono (e non le riporteremo in questa sede) esempi davvero avanzati per scovare di tutto e di più da Google.

    Da questo punto di vista il controllo del cosiddetto crawl-budget di Google è uno dei modi più razionali per gestire la questione: fare attenzione che Google non indicizzi più del dovuto è un controllo che ogni sito dovrebbe fare, periodicamente, nelle proprie attività  di manutenzione, per quanto l’attività  sia spesso considerata solo un costo e non venga ancora oggi ben recepita o compresa la sua reale portata.

    Che cosa sono i Google Dork?

    L’attività  annessa ai Google Dork è detta spesso Google Hacking, e non a caso! I Google Dork sono ricerche che combinano parole e operatori di ricerca del motore per cercare contenuti molto specifici; sono spesso catalogati in appositi siti web che ne collezionano a migliaia, e ogni giorno ne vengono scoperti di nuovi da hacker e ricercatori di sicurezza informatica. Per capire subito di che si tratta, nel concreto, possiamo fare un piccolo esempio: andiamo su Google e proviamo ad esempio a cercare

    site:sitoprova.com filetype:pdf

    per ottenere la lista dei file PDF che sono indicizzati dentro sitoprova.com.

    In generale l’uso dei google dork (dork è un termine inglese gergale che si traduce più o meno come “idiota”) è vincolato all’utilizzo smart degli operatori di ricerca qui riportati, che vengono combinati in vari modi sfruttando la potenza espressiva delle ricerche stesse, spesso sottovalutata dall’utente medio.

    Attenzione: l’uso di alcuni Google dork, soprattutto se molte volte di seguito, può far scattare il controllo antispam di Google, che va superato manualmente con la scelta delle immagini nel classico puzzle. Ricordiamo anche che Google non permette da TOS l’uso di query automatizzate via script sul proprio motore.

    Alcuni esempi degli operatori combinabili sono i seguenti:

    • cache: grazie all’operatore cache puoi vedere la versione del sito web salvata in cache, cache:miosito.com
    • filetype: permette di cercare solo file di un certo tipo, ad esempio filetype:pdf

    • site: cerca risultati all’interno di un sito specifico, quindi site:miosito.com
    • intitle: cerca parole all’interno dei title del sito, quindi ad esempio intitle:parola
    • inurl:  cerca parole all’interno degli URL indicizzati nel sito, quindi ad esempio inurl:parola
    • intext: cerca parole all’interno del testo del sito, quindi ad esempio intext:parola
    • inanchor: cerca parole all’interno delle anchor text del sito, quindi ad esempio inanchor:parola

    Anche se potrebbe non essere chiaro come fare uso di questi operatori nella pratica, almeno di primo achitto, bisogna sicuramente conoscerli per bene e provare a farne uso singolarmente. Per ottenere i Google dorks gli operatori vengono combinati tra loro, affiancandolo con l’uso di spazi ed ottenendo query di ricerca come quelle che abbiamo già  visto:

    site:sitoprova.com filetype:pdf

    che poi si possono estendere, ad esempio, alla ricerca di file immagini dentro un sito scattate con una fotocamera (ad esempio Nikon usa la convenzione Digital Still Camera, DSC, il che si riflette nel nome dei file che vengono salvati nel sito stesso):

    site:sitoprova.com filetype:jpg DSC

    è chiaro che così facendo usciranno potenzialmente fuori foto che il crawler di Google è riuscito a scansionare anche in cartelle interne di sistema, e non per forza quelle che avevamo intenzione di esporre nelle gallerie foto del nostro amato CMS.

    L’uso dei Google Dork è un’espressione della potenza e precisione di ricerca del celebre motore, che va molto al di là  – in questo caso –   della semplice ricerca di singole parole o frasi. Il loro uso non è necessariamente malevolo, in effetti, per quanto possa essere sfruttato anche in questa veste, e può essere utile ai SEO o agli esperti di sicurezza informatica di verificare che non si siano verificate indicizzazioni accidentali di contenuti che non dovrebbero stare indicizzati.

    Trovare file sensibili con login e password in chiaro

    Molto spesso i Google Dork si basano su un presupposto, un’ipotesi da verificare: ad esempio possiamo provare a cercare file di testo o csv per verificare che non ci siano, nel server del sito, contenuti indicizzati relativi a file o password in chiaro del sito oppure, ancora, dati sensibili che non vogliamo divulgare e che magari google ha rilevato annidati in qualche cartella interna.

    site:sitoprova.com filetype:txt password
    site:sitoprova.com filetype:csv password
    site:sitoprova.com filetype:txt
    site:sitoprova.com filetype:csv
    intext:"wordpress" filetype:xls login & password

    Trovare pagine web inutili che appesantiscono il crawl-budget

    I Google Dork permettono anche di scovare errori nell’indicizzazione del proprio sito, ad esempio pagine intermedie (/page/2, /page/3, …) indicizzate per errore:

    site:sitoprova.com inurl:page

    pagine autore, per fare un altro esempio, indicizzate per errore:

    site:sitoprova.com inurl:author

    altre pagine web che non sono utili e/o che potrebbero essere messe in noindex ed eliminate:

    site:sitoprova.com inurl:pagina

    Trovare file sensibili in un sito

    Ma possiamo spingere oltre l’analisi, alla ricerca di cartelle di sistema o contenenti eventuali file sensibili:

    intitle:"index of" intext:"includes wordpress"

    Trovare alcuni siti “deboli” fatti in WordPress

    oppure, ancora, possiamo filtrare la ricerca per scovare esclusivamente siti fatti in WordPress che siano rimasti con il footer standard (il senso è che questi siti sono poco aggiornati o curati, e sono più facilmente soggetti ad attacchi informatici):

    "is proudly powered by WordPress"

    Scoprire “sito copioni”, ovvero contenuti duplicati esterni

    I google dork si possono anche usare per scoprire se qualche sito ha copiato i nostri contenuti, ad esempio: prendiamo il titolo di un articolo, lo mettiamo tra doppi apici (per ricercare esattamente quella frase) ed escludiamo il nostro sito web dai risultati:

    "Google Dorks: le ricerche hacker che scoprono le falle informatiche" -site:trovalost.it

    Trovare pagine senza certificato

    Questo è un check che faccio periodicamente, e che consiste nel cercare pagine indicizzate accidentalmente in HTTP e non in HTTPS; se un sito presenta entrambe le versioni, infatti, potrebbe essere un caso di cosiddetto mixed content. Si possono scovare queste situazioni sfruttando l’operatore inurl in due modi alternativi:

    inurl:http site:tuosito.com

    oppure, in “logica negata” (spesso più efficace):

    -inurl:https site:tuosito.com

    Ulteriori google dork più avanzati posson essere analizzati e cercati su Exploit-db.com.

  • HaLow: la nuova generazione di Wi-Fi per sfruttare internet ovunque

    HaLow: la nuova generazione di Wi-Fi per sfruttare internet ovunque

    Che cos’è HaLow? HaLow è un nuovo standard per la Wi-Fi, che funziona a bassa potenza, e che è in grado di servire vari dispositivi IoT (Internet of Things). Lo scenario è il seguente: la connessione ad internet non funziona, e magari il wireless non arriva dove vorreste o vi fa disperare; tutte situazioni che probabilmente abbiamo vissuto almeno una volta nella vita, ma come possiamo fare a risolvere? HaLow può essere la risposta.

    Wi-Fi HaLow è in grado di consentire una connettività ad internet a bassa potenza, necessaria tipicamente per app come le reti di sensori e dispositivi indossabili (wearable). Essa fornisce una connessione più robusta in ambienti complessi, in cui la capacità di penetrare muri o altre barriere è richiesta e non aggirabile. Lo standard noto come Wi-Fi CERTIFIED HaLow™ designa la tecnologia IEEE 802.11ah, potenziando la connessione Wi-Fi ed operando in uno spettro inferiore a 1 gigahertz (GHz) al fine di offrire una portata più ampia e una connettività a bassa potenza. Wi-Fi HaLow™ soddisfa i requisiti esclusivi dell’Internet of Things (IoT) per consentire una varietà di casi d’uso in ambienti industriali, agricoli, edifici intelligenti e smart cities.

    La nuova versione del wireless che dovrebbe un giorno prendere il posto dell’attuale standard IEEE 802.11, è una tecnologia a minore consumo di potenza e che si trova ad essere concepita specificatamente per i dispositivi dell’internet delle cose. Il nuovo standard tecnologico in questione lavora al di sotto di un 1Ghz (l’attuale funziona come sappiamo tra), con un range più elevato e sarà  compatibile con i prodotti Wi-Fi CERTIFIED™.

    Un’enorme numero di dispositivi connessi ad internet (tra cui lampadine, dispositivi per la domotica e sensori di porte) e sarà  conforme a questa tecnologia, e sarà  in grado di trasmettere il segnale wireless ad circa il doppio della distanza dei dispositivi attuali. Questo si aggiunge ad ulteriori caratteristiche come la capacità  di superare barriere attualmente invalicabili come muri o pavimenti molto spessi (fonte).

  • Come funziona il WWW

    Come funziona il WWW

    Il WWW, acronimo di “World Wide Web,” è un sistema di informazioni distribuite su internet che consente agli utenti di accedere e navigare tra documenti, contenuti multimediali e risorse tramite collegamenti ipertestuali. In altre parole, è la parte di Internet che include pagine web, siti web e tutto ciò che è accessibile tramite i browser.

    Storia del WWW

    Il concetto di World Wide Web è stato proposto per la prima volta da Tim Berners-Lee nel 1989 e si è sviluppato rapidamente negli anni ’90, diventando uno dei principali mezzi di accesso alle informazioni e di interazione online.

    Come funziona il WWW

    Nel WWW, gli utenti possono navigare tra le pagine web tramite collegamenti ipertestuali (hyperlinks), che consentono di spostarsi da una pagina all’altra in modo interattivo. Questo sistema ha rivoluzionato la comunicazione e l’accesso alle informazioni, trasformando Internet da una rete di computer interconnessi in una vasta piattaforma di conoscenza e interazione globale.

    Componenti del WWW

    Il WWW si basa su tre componenti fondamentali:

    1. URL (Uniform Resource Locator): Indirizzi univoci che identificano le risorse su Internet. Gli URL includono spesso il protocollo di comunicazione (come HTTP o HTTPS) seguito dall’indirizzo del server e dalla posizione specifica del file o della risorsa.
    2. HTTP (Hypertext Transfer Protocol): Un protocollo di comunicazione che definisce le regole per il trasferimento dei dati tra un server web e un browser. È la base della comunicazione tra il client (browser) e il server web.
    3. HTML (Hypertext Markup Language): Il linguaggio di markup utilizzato per creare le pagine web. Le pagine HTML contengono elementi strutturali che definiscono il layout, il testo, le immagini, i collegamenti e altri contenuti multimediali.

    Foto di Olalekan Oladipupo da Pixabay

  • Come disabilitare i video che partono da soli

    Come disabilitare i video che partono da soli

    Disattivare i video che partono automaticamente può migliorare l’esperienza di navigazione e ridurre il consumo di dati. Ecco come farlo sui principali browser:

    Google Chrome

    1. Disabilitare l’autoplay tramite le impostazioni:
      • Apri Chrome.
      • Vai su chrome://settings/content/autoplay (puoi copiare e incollare questo indirizzo nella barra degli indirizzi).
      • Imposta l’opzione su “Non consentire ai siti di riprodurre video automaticamente”.
    2. Utilizzare estensioni:

    Mozilla Firefox

    1. Disabilitare l’autoplay tramite le impostazioni:
      • Apri Firefox.
      • Vai su about:preferences#privacy (puoi copiare e incollare questo indirizzo nella barra degli indirizzi).
      • Scorri fino alla sezione “Permessi” e trova l’opzione “Riproduzione automatica”.
      • Clicca su “Impostazioni” e scegli “Blocca audio e video”.
    2. Utilizzare estensioni:
      • Estensioni come AutoplayStopper possono aiutare.

    Microsoft Edge

    1. Disabilitare l’autoplay tramite le impostazioni:
      • Apri Edge.
      • Vai su edge://settings/content/mediaAutoplay (puoi copiare e incollare questo indirizzo nella barra degli indirizzi).
      • Imposta l’opzione su “Limita” o “Blocca” per impedire la riproduzione automatica dei video.

    Safari (macOS)

    1. Disabilitare l’autoplay tramite le impostazioni:
      • Apri Safari.
      • Vai su Safari > Preferenze > Siti web.
      • Seleziona “Riproduzione automatica” nel menu laterale.
      • Imposta “Quando visito altri siti web” su “Mai”.

    Internet Explorer

    1. Disabilitare l’autoplay tramite le impostazioni:
      • Apri Internet Explorer.
      • Vai su Strumenti > Opzioni Internet.
      • Seleziona la scheda Avanzate.
      • Scorri fino alla sezione “Multimedia” e deseleziona l’opzione “Riproduci animazioni nelle pagine web” e “Riproduci video nelle pagine web”.

    Questi passaggi ti aiuteranno a disattivare i video che partono da soli nei browser principali, migliorando la tua esperienza di navigazione.

  • Come vedere di nuovo i vecchi reel sul proprio account Instagram

    Come vedere di nuovo i vecchi reel sul proprio account Instagram

    Problema: hai beccato per caso un reel che ti è piaciuto e vorresti ritrovarlo per farlo vedere ad un amico. Non c’è la possibilità di farlo! Tra le tante funzioni che su Instagram ancora non sono state attivate, purtroppo, c’è la possibilità di vedere lo storico delle visualizzazioni dei reels, i “rulli” includono i video che appaiono in modo apparentemente casuale all’interno del tuo feed, in momenti più o meno casuali. Come faccio a vedere la cronologia dei reels, cioè quelli che ho visto di recente e che mi sono piaciuti? Non appaiono una seconda volta per cui scompaiono tendenzialmente per sempre, a meno che uno non si salvi il profilo o inizi a seguirlo.

    Il criterio con cui vengono visualizzati è legato a ciò che hai cliccato e per cui hai mostrato interesse, almeno in teoria, nella pratica non c’è un modo per navigare tra lo storico dei reels, come invece è possibile fare per tutti i like o “cuori” che hai lasciato in passato. Se ti stai chiedendo come visualizzare la cronologia delle visualizzazioni dei reels di Instagram, adesso ti spiegheremo un modo facile per farlo.

    Scaricare una copia dei tuoi dati da instagram

    Scaricare una copia dei tuoi dati personali da Instagram permetterà di accedere a quello che stavi cercando. Vediamo subito come si fa, ok? 🙂

    Come primo passo, vai su instagram.com (con un browser come Chrome o Firefox) e fai login nel tuo account, inserendo il tuo nickname e la tua password, oppure se hai collegato l’account a Facebook loggati via Facebook. Se non ricordi la password, ripristinala mediante la procedura di recupero via email.

    Dalla home del tuo profilo clicca sull’ingranaggio vicino al tuo nome, e seleziona tra le tante voci Privacy e sicurezza.

    Scorri in basso, fino a trovare “Download dei dati”, e clicca su Richiedi il download. In alternativa, puoi anche andare direttamente qui su Instagram: https://www.instagram.com/download/request/ dopo aver fatto login. Questo è in effetti il link per richiedere un file con tutti i propri dati personali, che poi sarà creato da Instagram e ti sarà inviato per posta elettronica al tuo indirizzo, quello che hai usato per registrare il tuo account Instagram.

    Dopo aver cliccato sul link indicato (ti ricordiamo: Richiedi il download), ti apparirà una finestra di conferma in cui devi selezionare il formato: per quello che vogliamo fare, va bene selezionare HTML (JSON è un formato che i browser non aprono). Inserisci la mail dove desideri ricevere il file, controlla bene di aver scritto l’indirizzo (non potrai correggere dopo aver inviato, e le richieste si possono fare ogni 4 giorni). Conferma la richiesta dopo aver messo di nuovo la tua password (te la ricordi, vero?) ed attendi un po’ l’elaborazione: in alcuni casi potrebbero volerci alcune ore. Dopo qualche tempo, che può cambiare caso per caso, dovresti controllare nella tua casella di posta e cercare una mail da instagram avente come oggetto: “Le tue informazioni di Instagram.

    uno

    Nella mail ricevuta troverai un bottone con su scritto “Scarica informazioni“, che sono le tue informazioni personali nel formato HTML che sono pronte ad essere scaricate nel tuo computer. Per sicurezza, servirà di nuovo la tua password per avere materialmente il file che ti interessa, e che conterrà in un punto specifico lo storico o la cronologia dei reels che hai visto di recente.

    Ecco cosa dovresti vedere nella pagina che cliccherai e dopo aver fatto login – il link è quello della mail di instagram.

    Scarica il file in formato compresso, .ZIP, e attendi che finisca di scaricarlo.

    Apri il file con doppio click (se non riesci ad aprirlo scarica ed installa un decompressore gratuito come 7zip).

    Il file sarà nel formato:

    nickname_dataesportazione.zip

    Troverai molte cartelle nel file decompresso, tra cui dovrebbe saltarti all’occhio una che si chiama:

    content

    In questa cartella troverai un file html che contiene i reel, ma solo quelli che hai caricato tu, non quelli degli altri.

    Per vedere i reel che hai visto in passato devi andare nella cartella

    ads_and_topics

    ed aprire con un browser il file:

    videos_watched.html

    che contiene tutti i video che hai visto di recente da parte di altri utenti, a prescindere dal fatto che tu abbia messo il “cuore” oppure no. Se provi ad aprirlo, dovresti vedere una lista con le date e l’ora in cui hai visualizzato quel video da uno specifico account, cioè vedrai gli account che magari avevi perso di vista e che puoi ritrovare in questo file, che rappresenta lo storico dei reels misto con lo storico dei video che hai visto. Puoi copiare il nome dell’account, e poi cercarlo dentro instagram per ritrovarlo, oppure digitare:

    instagram.com/nome_account

    Ad esempio alle 6:34 del 13 novembre abbiamo trovato questa informazione:

    e posso ritrovare così il video dall’account interessato:

    instagram.com/mimmo.modem

    Se digiti nel browser CTRL F insieme, e poi cerchi una data specifica, vedrai tutte le occorrenza per quella data ovvero tutti gli account che hai visitato quel giorno. Puoi fare la stessa cosa per data e ora, e cercare in modo ancora più preciso, ma sembra comunque che il file contenga solo i video degli ultimi giorni rispetto alla richiesta, non tutti.

    La procedura richiede lo scaricamento del file dei dati personali di Instagram del tuo account, procedura un po’ lunga ma inevitabile (noi ci abbiamo messo un giorno per farlo, nel senso che è passato un giorno da quando abbiamo fatto la richiesta a quanto abbiamo ricevuto l’email), e sembra essere l’unico modo per poter vedere la cronologia dei reels, anche se parziale / limitata ai giorni più recenti.

    Immagine di copertina: una foto ipotetica per Instagram, generata da Midjourney

  • Cos’è il meme “so it begins” Signore degli Anelli

    Cos’è il meme “so it begins” Signore degli Anelli

    Il meme “So it begins” deriva da una scena epica del film “Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello”. Nella scena, il personaggio di Boromir dice “So it begins” mentre guarda l’inizio di una grande battaglia.

    Questo meme è stato adattato per rappresentare l’inizio di qualcosa, solitamente qualcosa di importante, significativo o drammatico. Viene utilizzato per commentare l’inizio di un evento o di una situazione rilevante in modo enfatico o talvolta ironico.

    Ad esempio, potrebbe essere usato con del testo sovrapposto come “Quando inizia la stagione delle vacanze” o “Quando finalmente inizia il tuo progetto”. Il meme sfrutta l’atmosfera drammatica della scena originale per enfatizzare l’inizio di qualcosa di nuovo o significativo.

  • Come capire se un IP è statico o dinamico

    Come capire se un IP è statico o dinamico

    Per determinare se un indirizzo IP è statico o dinamico, puoi seguire questi metodi:

    1. Interroga il provider di servizi Internet (ISP): Il modo più semplice e affidabile per scoprire se un indirizzo IP è statico o dinamico è contattare il tuo ISP. L’ISP può confermare il tipo di indirizzo IP assegnato al tuo collegamento Internet.
    2. Esamina la durata dell’assegnazione: Un indirizzo IP dinamico è solitamente assegnato per un periodo limitato di tempo, noto come “lease time”. Se l’indirizzo IP cambia periodicamente o dopo ogni riavvio del router, è probabile che sia dinamico. Gli indirizzi IP statici, al contrario, non cambiano di frequente e sono assegnati permanentemente o per lunghi periodi.
    3. Consulta le impostazioni del router o del dispositivo di rete: Se hai accesso alle impostazioni del router o del dispositivo di rete a cui è assegnato l’indirizzo IP, potresti essere in grado di determinare se è statico o dinamico. Nelle impostazioni di rete, controlla se c’è un’opzione per configurare manualmente l’indirizzo IP (statico) o se è impostato per ottenere automaticamente un indirizzo IP (dinamico).
    4. Verifica il contratto con l’ISP: Alcuni ISP offrono agli utenti la possibilità di scegliere tra indirizzi IP statici e dinamici. Verifica il tuo contratto con l’ISP per vedere se hai optato per un indirizzo IP statico.
    5. Monitora la stabilità dell’indirizzo IP: Se l’indirizzo IP non cambia nel tempo, potrebbe indicare che è statico. Tuttavia, ci sono eccezioni, ad esempio, se il router è configurato per rinnovare automaticamente l’assegnazione dell’indirizzo IP dinamico allo stesso indirizzo.

    Se non sei sicuro del tipo di indirizzo IP che hai, contattare direttamente il tuo ISP è il modo più affidabile per ottenere informazioni accurate.

  • Dalle origini ad oggi: come è nata internet

    Dalle origini ad oggi: come è nata internet

    Benvenuti nel viaggio attraverso la storia di Internet, una fantastica avventura che ci porterà dalle sue umili origini fino ai giorni nostri, dove il mondo è un’enorme rete globale di gatti, meme e cospirazioni.

    Tutto è iniziato negli anni ’60, quando brillanti cervelli con baffi da ricercatore (e senza Instagram) stavano cercando un modo per condividere informazioni tra i computer. E così, nel 1969, nacque ARPANET, l’antenato di Internet. Immaginatevi ARPANET come la sua versione hippie – un piccolo gruppo di computer amanti della pace e dell’amore che volevano collegarsi e diffondere il messaggio della condivisione dei dati. E così, il primo messaggio fu inviato: “Lo”, che sarebbe diventato “Hello” se non fosse stato per l’inevitabile crash del sistema. Ma, come dicono, “Iniziare con un crash è solo un modo per dire ‘Siamo pieni di sorprese’!”

    Negli anni ’70, l’amore per la condivisione dei dati è cresciuto e le università hanno iniziato a unirsi alla festa. È come se Internet avesse iniziato a diffondere l’invito al ballo a tutti i suoi amici nerd. Si passava il tempo scambiandosi e-mail, con connessioni che scorrevano come l’acqua di una cascata. È stato un periodo romantico e innocente per Internet.

    Poi, negli anni ’80, arrivò il Web, come una superstar che entra sul palco principale. Il World Wide Web ha reso Internet accessibile a tutti, come un ruggente concerto rock ‘n’ roll, dove tutti avevano un biglietto per la prima fila. Il Web è stato come una rivoluzione culturale, permettendo alle persone di navigare in siti pieni di GIF lampeggianti, sfondi psichedelici e tanti puntini di sospensione… Che suspense!

    Ma l’Internet non è rimasto fermo neanche un attimo, ed è cresciuto esponenzialmente negli anni ’90. Era come se avesse bevuto troppi caffè e ora si stava muovendo a una velocità super-sonica. Tutti volevano essere online e chattare su ICQ, dove abbiamo scoperto la gioia dell’ASL (età, sesso, luogo), sperando di trovare nuovi amici (o forse, come suggeriva la leggenda, una data con qualcuno di sexy e disponibile).

    Con l’avvento del nuovo millennio, Internet è diventato più maturo e sofisticato. I social media hanno fatto il loro ingresso come la popstar del momento, con il loro carisma e la loro capacità di collegare persone di tutto il mondo, creando nuovi amici e nuove connessioni. Twitter è diventato il luogo per lanciare hashtag che hanno cambiato il corso della storia, mentre Facebook ci ha insegnato a condividere tutto, dagli aggiornamenti di stato ai nostri cibi preferiti (foto perfette di avocado toast, ovviamente).

    E così siamo arrivati ai giorni nostri, dove Internet è diventato una parte essenziale della nostra vita quotidiana. È come quel vecchio amico che conosci da sempre e che non puoi fare a meno di chiamare ogni giorno. Internet ci offre tutto: informazioni infinite, video di gatti adorabili, tutorial per fare qualsiasi cosa e teorie del complotto che ci fanno riflettere, sorridere e grattarci la testa allo stesso tempo.

    La storia di Internet è una di crescita, connessione e, naturalmente, di gattini. È diventata la spina dorsale della nostra società digitale, portando il mondo a portata di click. Quindi, a tutti voi, cari navigatori del Web, ricordate di condividere l’amore, gli hashtag e i meme, perché Internet è il luogo dove tutto è possibile, persino l’incredibile abilità di perdere ore a vedere video di gattini… e chissà, forse un giorno diventeremo noi stessi gatti digitali in un vasto universo di dati e connessioni! Foto di cottonbro studio: https://www.pexels.com/it-it/foto/seduto-tecnologia-computer-pc-4709288/

  • Foto editor: tutto quello che c’è da sapere

    Foto editor: tutto quello che c’è da sapere

    Il mondo della fotografia digitale sta diventando sempre più avanzato e accessibile a tutti, grazie all’evoluzione della tecnologia e alla disponibilità di strumenti sempre più potenti e facili da usare. Tra questi strumenti ci sono i software di foto editing, che permettono di migliorare e personalizzare le immagini, rendendole più attraenti e accattivanti.

    Cos’è un foto editor?

    Un foto editor è un software che consente di modificare le immagini, migliorandone la qualità e apportando modifiche ai vari elementi che compongono la foto. Questi strumenti offrono una vasta gamma di opzioni, dalla semplice correzione dei colori all’aggiunta di effetti speciali, e sono utilizzati sia da fotografi professionisti che da appassionati.

    Perché è importante utilizzare un foto editor?

    L’utilizzo di un foto editor è importante perché permette di ottenere risultati di alta qualità e di personalizzare le immagini o di aggiungere testo a foto in modo unico. Inoltre, questi strumenti possono essere utilizzati per correggere eventuali difetti o imperfezioni presenti nell’immagine originale, rendendola più accattivante e attraente.

    Quali sono le caratteristiche di un buon foto editor?

    Un buon foto editor dovrebbe avere una serie di caratteristiche che lo rendono facile da usare e flessibile per soddisfare le tue esigenze. Ecco alcune delle caratteristiche più importanti da considerare:

    • Interfaccia intuitiva: La facilità d’uso è un fattore cruciale nella scelta di un foto editor. Un’interfaccia intuitiva ti permetterà di concentrarti sulla modifica delle tue foto, senza perdere tempo a cercare di capire come funziona il software.
    • Strumenti di editing avanzati: I foto editor più avanzati offrono una vasta gamma di strumenti di editing, dalla regolazione del colore e della luminosità alla rimozione di occhiaie e imperfezioni. Scegli un foto editor che abbia tutti gli strumenti di cui hai bisogno per ottenere il risultato desiderato.
    • Condivisione facile: La condivisione delle tue foto con amici e familiari è un’esperienza essenziale. Scegli un foto editor che ti permetta di condividere facilmente le tue foto sui social media o tramite e-mail.
    • Opzioni di formato: Assicurati che il foto editor che scegli supporti i formati di file che usi di più, come JPEG, PNG e TIFF.

    Come utilizzare al meglio un foto editor

    Per utilizzare al meglio un foto editor, è importante seguire alcuni consigli e trucchi:

    • Imparare ad usare gli strumenti di base, come la correzione dei colori e la regolazione della luminosità e del contrasto;
    • Sperimentare con effetti e filtri per ottenere risultati unici e personalizzati;
    • Utilizzare gli strumenti di selezione per modificare solo alcune parti dell’immagine;
    • Salvare e archiviare le immagini modificate in modo sicuro e organizzato;
    • Utilizzare le guide e le risorse online per imparare tecniche avanzate e migliorare le proprie abilità.

    Conclusione

    In conclusione, i foto editor sono strumenti essenziali per chiunque voglia migliorare e personalizzare le proprie immagini. Con una vasta gamma di opzioni e funzionalità, i software di foto editing offrono un modo semplice e intuitivo per ottenere risultati di alta qualità e personalizzati. Scegliendo il software più adatto alle proprie esigenze e imparando a utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione, sarà possibile ottenere immagini professionali e accattivanti.