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  • Come sapere se una macchina è Euro 1, 2, 3, 4, 5, 6

    Come sapere se una macchina è Euro 1, 2, 3, 4, 5, 6

    Vuoi verificare se la tua macchina è Euro 6 o Euro 4? Nelle città con limiti alla circolazione o domeniche ecologiche, ad esempio, può essere molto utile per evitare sgradevoli multe. Per capire se un’auto è Euro 5, Euro 6, ecc., devi verificare la classe ambientale del veicolo.In genere tutte le macchine prodotte dopo il 2015 sono Euro 6, ma ci sono eccezioni in vari modi: ci sono auto pre-2015 che sono comunque Euro 6 su alcuni modelli, e vale la regola che se la macchina è molto vecchia in genere sarà da Euro 5 a scendere. Molto dipende dalla marca, dal modello, dalla casa produttrice e dal fatto che sia Diesel, Benzina, GPL o ibrida. Le macchine più vecchie, specie se diesel o benzina vecchio modello, non sono sicuramente Euro 6 nè Euro 5, in genere.

    Ecco come verificare, pertanto, passo passo.

    1. Cos’è la classe ambientale?

    La classe ambientale indica il livello di emissioni inquinanti che un veicolo produce. Le categorie vanno da Euro 1 (le più inquinanti) a Euro 6 (meno inquinanti), e man mano che la normativa si aggiorna, vengono introdotte Euro 6d-TEMP, Euro 6d, ecc.

    2. Come scoprire la classe Euro 1, 2, 3, … , 6

    Ci sono vari modi per scoprire qual è la classe ambientale del tuo veicolo:

    A. Controllo sul libretto di circolazione con la carta di circolazione

    1. Trova il libretto di circolazione. È un documento formato da più pagine.
    2. Cerca il campo V.9 (per auto più recenti). Questo campo indica esattamente la normativa Euro di riferimento (es. Euro 5, Euro 6, ecc.).
    3. Per i libretti più vecchi, potrebbe esserci un altro campo con un codice che va decifrato in base all’anno di immatricolazione. Ad esempio, un codice CE 715/2007 indica generalmente Euro 5.

    B. Verifica online sul Portale dell’Automobilista con la targa

    1. Vai su Portale dell’Automobilista.
    2. Cerca la sezione “Verifica Classe Ambientale Veicolo”.
    3. Inserisci il numero di targa e avvia la ricerca.
    4. Ti verrà mostrata la classe ambientale associata al tuo veicolo.

    Di seguito un esempio tratto dal sito che abbiamo linkato.

    C. Consultazione del certificato di proprietà o assicurazione

    In alcuni documenti di assicurazione o certificati di proprietà può essere indicata la classe ambientale, soprattutto nei nuovi certificati digitali.

    3. Decifrare il risultato

    Esempio:

    • Se leggi Euro 6d-TEMP, significa che il tuo veicolo rispetta uno degli standard più recenti e inquinanti meno.
    • Se leggi Euro 5, è una normativa precedente, ancora accettata ma non recentissima.

    4. Consiglio Pratico

    Se vuoi sapere la classe ambientale per capire se puoi circolare in alcune città o per eventuali incentivi, il metodo più sicuro è controllare sul Portale dell’Automobilista o sul libretto di circolazione.

    Dove guardare sul libretto di circolazione (Carta di circolazione)

    Prendi il tuo libretto di circolazione, che di solito è un documento a più pagine. L’informazione sulla classe ambientale si trova nel campo V.9 se il libretto è stato emesso dopo il 2009. Nel campo V.9 è indicato chiaramente il livello Euro (es. Euro 5, Euro 6, ecc.). Se non trovi il campo V.9 (libretti più vecchi), cerca codici come CE 715/2007 o CE 692/2008, che corrispondono rispettivamente a Euro 5 e Euro 6.

    Se il libretto è molto vecchio (pre-2000), potrebbe essere necessario confrontare la data di immatricolazione con le normative in vigore in quegli anni.

    In questo caso, si tratta di un veicolo Euro 6.

    Tabella codici più comuni sul libretto di circolazione (euro 1, 2, 3, 4, 5, 6)

    I codici si trovano principalmente nel campo V.9 o nelle note tecniche del libretto. Ecco una lista di quelli più comuni e cosa significano:

    Codice NormativoCategoria Euro
    CE 715/2007Euro 5
    CE 692/2008Euro 5
    CE 459/2012Euro 6
    CE 2017/1151Euro 6d-TEMP
    CE 2018/1832Euro 6d
    98/69/CE BEuro 3
    1999/102/CEEuro 3
    2002/80/CEEuro 4
    2003/76/CE BEuro 4
    91/441/CEEEuro 1
    93/59/CEEEuro 2

    Come leggere i codici:

    1. Trova il campo V.9 sul libretto. Se c’è un codice tipo “CE 715/2007” o simile, puoi identificarlo con la tabella sopra.
    2. Se il campo V.9 è vuoto (libretti molto vecchi): Prova a controllare i campi delle note tecniche o confronta la data di immatricolazione con le normative Euro entrate in vigore.

    Perfetto! Se non trovi codici identificativi sul libretto, puoi comunque determinare la classe Euro in base alla data di immatricolazione. Ecco come:

    Identificazione classe Euro per data di immatricolazione (metodo approssimativo)

    Attenzione: questo metodo va usato solo in mancanza d’altro e potrebbe farci sbagliare, in alcuni casi. Non fate affidamento su queste informazioni che sono il meglio che abbiamo potuto reperire ad oggi, ma che potrebbero non valere per la vostra auto. Prudenza in tutto, mi raccomando!

    Data di Immatricolazione (Italia)Categoria Euro
    Prima del 1° gennaio 1993Nessuna (Pre-Euro)
    Dal 1° gennaio 1993Euro 1
    Dal 1° gennaio 1997Euro 2
    Dal 1° gennaio 2001Euro 3
    Dal 1° gennaio 2006Euro 4
    Dal 1° settembre 2009Euro 5 (Auto nuove)
    Dal 1° settembre 2014Euro 6 (Auto nuove)
    Dal 1° settembre 2017Euro 6c / Euro 6d-TEMP (Per nuovi modelli)
    Dal 1° gennaio 2020Euro 6d (Standard completo)

    Come usarla:

    1. Trova la data di prima immatricolazione sul libretto (generalmente indicata in alto o nei primi campi).
    2. Confronta la data con la tabella qui sopra.
    3. Se l’auto è stata immatricolata dopo una certa data, appartiene a quella normativa o a una successiva.

    (fonte)

  • Il quesito numero 4 del referendum 2025 spiegato facile

    Il quesito numero 4 del referendum 2025 spiegato facile

    Il referendum abrogativo del 2025 propone la modifica dell’articolo 26, comma 4, del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro. Attualmente, questa norma esclude la responsabilità solidale del committente per i danni derivanti da rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici. Il quesito referendario mira a eliminare questa esclusione, estendendo la responsabilità del committente anche ai danni causati da tali rischi specifici.(Wikipedia)

    ⚖️ Contesto normativo

    L’articolo 26, comma 4, del D.Lgs. 81/2008 stabilisce che, in caso di appalto, il committente è responsabile in solido con l’appaltatore e il subappaltatore per gli infortuni sul lavoro, salvo che i danni siano conseguenza di rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici. In tali casi, la responsabilità ricade esclusivamente sull’appaltatore o subappaltatore.

    ✅ Ragioni del “Sì”

    • Maggiore tutela per i lavoratori: Estendere la responsabilità al committente anche per i rischi specifici delle imprese appaltatrici potrebbe incentivare una maggiore attenzione alla sicurezza lungo tutta la filiera produttiva.
    • Prevenzione degli infortuni: Coinvolgere il committente nella responsabilità potrebbe promuovere una più efficace gestione dei rischi e una migliore selezione degli appaltatori.

    ❌ Ragioni del “No”

    • Onere eccessivo per i committenti: Attribuire responsabilità anche per rischi specifici delle imprese appaltatrici potrebbe scoraggiare l’esternalizzazione di attività e aumentare i costi per i committenti.
    • Complicazioni contrattuali: La modifica potrebbe rendere più complesse le relazioni contrattuali tra committenti e appaltatori, con possibili ricadute negative sull’efficienza operativa.

    ️ Significato dell’astensione

    Nel contesto dei referendum abrogativi, l’astensione può essere una scelta politica consapevole. Non partecipare al voto può esprimere fiducia nella legislazione esistente o disaccordo con l’uso del referendum per modificare determinate norme.

    Cosa cambierebbe

    • In caso di vittoria del “Sì”: Il committente sarebbe responsabile in solido con l’appaltatore e il subappaltatore per tutti gli infortuni sul lavoro, compresi quelli derivanti da rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.
    • In caso di vittoria del “No” o mancato raggiungimento del quorum: La normativa attuale rimarrebbe in vigore, mantenendo l’esclusione della responsabilità del committente per i rischi specifici delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.

    ️ Informazioni sul voto

    • Date: Domenica 8 giugno (dalle 7:00 alle 23:00) e lunedì 9 giugno (dalle 7:00 alle 15:00).
    • Quorum: Perché il referendum sia valido, è necessaria la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto al voto.

    Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il testo ufficiale del decreto sulla Gazzetta Ufficiale e la documentazione disponibile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

  • Insegnamento pppp cosa significa

    Insegnamento pppp cosa significa

    Alle graduatorie sono attribuiti i seguenti codici:

    AAAA (scuola dell’infanzia)

    EEEE (scuola primaria)

    PPPP (personale educativo)

    per la scuola secondaria i codici corrispondono invece alle varie classi di concorso.

    Spiegazione dei codici EEEE, AAAA, PPPP

    Nei contesti delle graduatorie per l’assunzione dei docenti nelle scuole italiane, i codici “EEEE,” “AAAA,” e “PPPP” sono utilizzati per indicare rispettivamente:

    • EEEE: Elementi Equipollenti (Codice da inserire quando si ha un titolo di studio equivalente a quello richiesto per l’insegnamento in una determinata materia o classe di concorso).
    • AAAA: Anzianità di servizio (Codice da inserire per indicare l’anzianità di servizio accumulata come insegnante).
    • PPPP: Punteggio di precedenza (Codice da inserire per indicare il punteggio di precedenza accumulato in base a vari criteri come titoli di studio, servizio pregresso, ecc.).

    Questi codici sono utilizzati per determinare la posizione dei candidati nelle graduatorie e per stabilire l’ordine di chiamata per le assunzioni di docenti nelle scuole italiane. L’assegnazione dei punteggi e dei codici avviene in base ai criteri stabiliti dal Ministero dell’Istruzione e può variare da un concorso all’altro.

    Per ottenere informazioni dettagliate sui punteggi e sui codici nelle graduatorie docenti, è importante fare riferimento alle specifiche disposizioni ministeriali e alle comunicazioni ufficiali del Ministero dell’Istruzione.

    Foto di Dids: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-dell-aula-vuota-2675061/

  • Come modificare foto con intelligenza artificiale gratis

    Come modificare foto con intelligenza artificiale gratis

    Se vuoi modificare foto con l’intelligenza artificiale gratuitamente, ci sono diversi strumenti open source e facili da usare.

    GIMP + Plugin AI

    GIMP è un software di fotoritocco open source, e puoi potenziarlo con plugin basati su intelligenza artificiale come G’MIC (per filtri avanzati) o Resynthesizer (per rimuovere oggetti come il “riempi in base al contenuto” di Photoshop).

    Scarica GIMP: https://www.gimp.org/
    G’MIC Plugin: https://gmic.eu/

    GIMP (GNU Image Manipulation Program) è un potente software di fotoritocco open source, simile a Photoshop, ma completamente gratuito. Puoi usarlo per ritoccare immagini, applicare filtri, disegnare e persino modificare foto con strumenti basati su intelligenza artificiale.

    Scarica GIMP qui: https://www.gimp.org/

    Uno dei migliori plugin per potenziare GIMP con strumenti AI è G’MIC, che aggiunge centinaia di effetti avanzati, tra cui:
    ✔️ Miglioramento automatico delle immagini
    ✔️ Restauro di vecchie foto
    ✔️ Filtri artistici basati su AI
    ✔️ Rimozione di disturbi e sfocature
    ✔️ Inpainting (riempimento intelligente per rimuovere oggetti)

    Come installare G’MIC su GIMP

    1. Scarica GIMP se non lo hai già installato.
    2. Scarica G’MIC dal sito ufficiale: https://gmic.eu/download.html
    3. Installa G’MIC e riavvia GIMP.
    4. Lo troverai sotto Filtri > G’MIC-Qt con centinaia di effetti da applicare!

    Esempi di utilizzo di G’MIC su GIMP

    Totalmente gratuito e open source
    Funzioni avanzate paragonabili a Photoshop
    Plugin AI per automatizzare il ritocco
    Funziona su Windows, macOS e Linux

    Se vuoi un’alternativa a Photoshop senza costi, GIMP + G’MIC è una delle migliori soluzioni.

    Alcuni esempi di quello che puoi fare? Eccoli.

    Rimuovere oggetti indesiderati

    • Apri un’immagine in GIMP.
    • Seleziona l’oggetto da rimuovere con lo strumento di selezione.
    • Vai su Filtri > G’MIC-Qt > Repair > Inpaint [patch-based] per riempire l’area in modo intelligente.

    Applicare uno stile artistico AI

    • Vai su Filtri > G’MIC-Qt > Artistic e scegli effetti come “Watercolor” o “Dream Smoothing” per trasformare la foto in un dipinto.

    Migliorare un’immagine automaticamente

    • Usa Filtri > G’MIC-Qt > Enhancement > Details Equalization per rendere i dettagli più nitidi.

    2. Stable Diffusion (AI per generazione e modifica)

    Stable Diffusion ti permette di modificare immagini con AI, trasformarle in dipinti o modificarle con input testuali (es. “cambia sfondo” o “migliora dettagli”).
    Esistono interfacce user-friendly come Automatic1111 o ComfyUI.

    Stable Diffusion WebUI (Automatic1111): https://github.com/AUTOMATIC1111/stable-diffusion-webui
    ComfyUI (interfaccia a nodi): https://github.com/comfyanonymous/ComfyUI

    3. Remove.bg (Rimozione sfondo automatica)

    Remove.bg è uno strumento gratuito per rimuovere lo sfondo dalle immagini con un clic, utile per fotomontaggi veloci.

    https://www.remove.bg

    4. OpenAI DALL·E Editor (Modifica con AI)

    DALL·E ti permette di rimuovere e aggiungere oggetti alle immagini con l’IA, semplicemente descrivendo le modifiche. La versione gratuita ha alcune limitazioni.

    https://openai.com/dall-e

    5. Pixlr (Editor AI online gratuito)

    Pixlr offre strumenti AI per il miglioramento automatico delle immagini, rimozione dello sfondo e ritocco veloce.

    https://www.pixlr.com

    6. Gemini 2.5 Flash Image (o Nano Banana)

    Da Gemini puoi accedere a Gemini 2.5 Flash Image, un nuovo tool per la modifica delle immagini creato da Google e conosciuto anche come Nano Banana. Questo strumento è utile in particolare per l’elaborazione delle immagini oltre che per la creazione stessa.

    Tutti questi strumenti ti permettono di modificare immagini con AI gratuitamente e senza bisogno di software complessi.

  • Insegnamento eeee cosa significa

    Insegnamento eeee cosa significa

    Alle graduatorie sono attribuiti i seguenti codici:

    AAAA (scuola dell’infanzia)

    EEEE (scuola primaria)

    PPPP (personale educativo)

    per la scuola secondaria i codici corrispondono invece alle varie classi di concorso.

    Spiegazione dei codici EEEE, AAAA, PPPP

    Nei contesti delle graduatorie per l’assunzione dei docenti nelle scuole italiane, i codici “EEEE,” “AAAA,” e “PPPP” sono utilizzati per indicare rispettivamente:

    • EEEE: Elementi Equipollenti (Codice da inserire quando si ha un titolo di studio equivalente a quello richiesto per l’insegnamento in una determinata materia o classe di concorso).
    • AAAA: Anzianità di servizio (Codice da inserire per indicare l’anzianità di servizio accumulata come insegnante).
    • PPPP: Punteggio di precedenza (Codice da inserire per indicare il punteggio di precedenza accumulato in base a vari criteri come titoli di studio, servizio pregresso, ecc.).

    Questi codici sono utilizzati per determinare la posizione dei candidati nelle graduatorie e per stabilire l’ordine di chiamata per le assunzioni di docenti nelle scuole italiane. L’assegnazione dei punteggi e dei codici avviene in base ai criteri stabiliti dal Ministero dell’Istruzione e può variare da un concorso all’altro.

    Per ottenere informazioni dettagliate sui punteggi e sui codici nelle graduatorie docenti, è importante fare riferimento alle specifiche disposizioni ministeriali e alle comunicazioni ufficiali del Ministero dell’Istruzione.

    Foto di Dids: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-dell-aula-vuota-2675061/

  • Che vuol dire osservazione naturalistica

    Che vuol dire osservazione naturalistica

    L’osservazione naturalistica in campo educativo è una tecnica di ricerca qualitativa che coinvolge l’osservazione diretta e non intrusiva di situazioni o contesti educativi reali, come aule scolastiche, corsi, ambienti di apprendimento, o interazioni tra insegnanti e studenti. L’obiettivo dell’osservazione naturalistica è comprendere e documentare il comportamento, le dinamiche, le interazioni e le situazioni che si verificano spontaneamente in un ambiente educativo senza influenzarli.

    Ecco alcune caratteristiche chiave dell’osservazione naturalistica in campo educativo:

    1. Contesto naturale: L’osservazione avviene in un ambiente naturale, cioè nell’ambiente educativo in cui le interazioni e le attività quotidiane si svolgono normalmente. Questo può includere scuole, aule, laboratori, biblioteche, spazi per l’apprendimento informale e così via.
    2. Partecipante non intrusiva: L’osservatore cerca di essere il meno intrusivo possibile per non influenzare il comportamento delle persone che stanno osservando. Solitamente, l’osservatore si comporta in modo discreto e cerca di passare inosservato.
    3. Registrazione sistematica: L’osservatore registra in modo sistematico le informazioni rilevanti durante l’osservazione, come il comportamento degli insegnanti, degli studenti o dei partecipanti, gli eventi chiave, le interazioni e le situazioni.
    4. Obiettività: L’osservatore cerca di rimanere neutrale e obiettivo, evitando di fare interpretazioni o giudizi immediati. L’obiettivo è raccogliere dati accurati sulla base dell’osservazione.
    5. Durata e frequenza: Le osservazioni possono essere condotte per un periodo di tempo specifico o in modo continuativo per raccogliere dati su una serie di situazioni. La frequenza e la durata delle osservazioni possono variare a seconda degli obiettivi della ricerca.
    6. Analisi dei dati: Dopo l’osservazione, i dati raccolti vengono analizzati per identificare schemi, tendenze e temi significativi. Questi dati possono essere utilizzati per generare conclusioni o per informare ulteriori ricerche o interventi educativi.

    L’osservazione naturalistica è un approccio prezioso per la ricerca educativa perché consente agli studiosi di ottenere una comprensione approfondita e dettagliata delle dinamiche educative reali. Può essere utilizzata per studiare interazioni insegnante-studente, stili di insegnamento, dinamiche di gruppo, comportamenti degli studenti e molte altre dimensioni dell’ambiente educativo. Questa metodologia è particolarmente utile quando si vuole catturare il contesto e il comportamento in modo autentico e non influenzato.

  • Come registrare un marchio: Tutto quello che c’è da sapere

    Come registrare un marchio: Tutto quello che c’è da sapere

    La vostra idea è quella di aprire un e-commerce o di lanciare un nuovo prodotto sul mercato? Per tutelare il vostro business, dove assolutamente registrare il vostro marchio.

    La registrazione di un marchio è un passaggio fondamentale per proteggere l’identità e l’unicità di un prodotto, di un servizio o di un nuovo brand. Si tratta di una procedura essenziale che vi garantirà l’uso esclusivo del marchio e di mantenere il possesso del vostro dominio proteggendolo dall’uso non autorizzato da parte di terzi.

    In questo articolo, esamineremo insieme agli esperti della Web Digital Design come funziona il processo di registrazione di un marchio, le varie fasi della procedura e i costi associati.

    Prima di iniziare, un piccolo consiglio per voi, vi consigliamo di rivolgervi sempre ad un legale esperto in registrazione dei marchi, che sia in grado di occuparsi anche dell’analisi preliminare di registrabilità del marchio, così da indirizzarvi verso la scelta più giusta del marchio da depositare.

    Cos’è un marchio?

    Un marchio è un segno distintivo che contraddistingue un’impresa da un’altra, può essere costituito da parole, lettere, numeri, forme, immagini o combinazioni di questi elementi ed è regolamentato dal codice civile e dal codice di proprietà industriale, oltre che dalle normative europee e internazionali.

    In generale un marchio per essere definito tale, deve possedere due caratteristiche fondamentali: prima di tutto deve essere distintivo, ciò significa che non deve avere denominazioni generiche e deve essere nuovo, ovvero deve distinguersi da tutti gli altri marchi. Inoltre, un marchio funziona come indicatore di provenienza del prodotto o del servizio e da indicatore di garanzia di qualità. Infatti, tutti i consumatori capiscono la qualità dei prodotti a seconda del marchio a cui appartengono. Infine, un marchio ha anche funzione pubblicitaria, attraverso i simboli riesce a comunicare ai consumatori un messaggio visivo, trasmettendo le proprie caratteristiche e i propri valori.

    In ogni caso, esistono diverse tipologie di marchio, abbiamo:

    • Il marchio denominativo, costituito da parole, numeri o nomi di persona
    • Il marchio figurativo, costituito da disegni, immagini o elementi visivi
    • Il marchio misto, costituito da disegni o immagini ed elementi verbali.

    Inoltre, nella definizione di marchio sono inclusi anche suoni, odori e movimenti, forma, posizione e colore.

    Come funziona la procedura di registrazione

    La registrazione di un marchio può essere gestita personalmente da voi oppure meglio ancora se affidata ad un legale rappresentante. Prima di procedere con la registrazione, si consiglia sempre di effettuare una ricerca di anteriorità per verificare che il marchio non sia già registrato da altri. Quali sono gli altri passaggi?

    1. Deposito della domanda: La domanda di registrazione può essere presentata online sul sito UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) o alla Camera di Commercio, o tramite procedura cartacea. La domanda deve includere: modulo compilato, elenco dei prodotti o servizi per cui si richiede la registrazione e ricevuta di pagamento delle tasse di registrazione.
    2. Esame delle domanda: Dopo la richiesta di registrazione, l’UIBM esamina la domanda per assicurarsi che sia conforme ai requisiti legali. L’esame comprende la verifica dell’unicità del marchio e che esso sia diverso dai marchi già registrati.
    3. Pubblicazione: Se l’UIBM approva la domanda, il marchio viene pubblicato nel Bollettino dei Marchi. Attenzione! Durante il periodo di pubblicazione, terze persone possono presentare opposizione alla registrazione se ritengono che il marchio violi i loro diritti.
    4. Registrazione: Se non ci sono opposizioni, il marchio viene finalmente registrato e il titolare riceve un certificato di registrazione. In ogni caso, il marchio ha una durata di 10 anni, poi può essere rinnovato.

    Quali sono i costi?

    Per quanto riguarda i costi per la registrazione di un marchio, questi possono variare a seconda della modalità di deposito e delle classi di prodotti e servizi per cui si richiede la registrazione. I costi principali includo:

    • tassa di deposito, che è di circa 177 euro per una classe di prodotti o servizi. Ogni classe aggiuntiva comporta un costo supplementare di 34 euro circa.
    • Tassa di pubblicazione, inclusa nella tassa di deposito
    • costi professionali, se si chiede aiuto ad un consulente specializzato

    In conclusione, la registrazione di un marchio è senza dubbio un investimento importante per un’impresa, in primis perché offre protezione legale e poi perché aiuta a mantenere la competitività sul mercato. Nonostante il processo possa sembrare difficile, seguendo la procedura giusta e rivolgendosi a dei professionisti, è possibile registrare un marchio in modo sicuro ed efficace. Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/motore-di-ricerca-google-su-macbook-pro-40185/

  • Perchè è difficile lavorare per task

    Perchè è difficile lavorare per task

    Lavorando per task (usando Asana, ad esempio) può essere utile per snellire i carichi di lavoro e, come ho spiegato nell’articolo precedente, serve essenzialmente a mantenere il controllo del flusso di lavoro (e secondo alcune accezioni, fare in modo che si possa controllare il lavoro svolto dai dipendenti e collaboratori “dall’alto”, per così dire). Se quest’ultimo inciso ha fatto sollevare in passato più di un sopracciglio è dovuto al fatto che, per come la si possa rigirare, lavorare mediante task è difficile: molti addirittura ne soffrono, ed è su di loro che vorrei provare, per un attimo ad indagare.

    Perchè i task non ci piacciono

    Se qualche collaboratore soffre i task e la loro “imposizione”, sarebbe opportuno capirne i motivi che lo spingono a dirlo: in genere, ciò dipende dal fatto che lo avvertono come una cosa di troppo, che allunga i tempi di lavorazione e questo vale soprattutto per gli operativi, che devono svolgere varie attività  nelle loro giornate. Molte volte ho sentito l’obiezione che i task siano una perdita di tempo per chi, invece, vorrebbe “solo” lavorare, come se fosse possibile scindere gli ambiti e come se sul luogo di lavoro non si dovesse collaborare.

    L’ottica collaborativa è generalmente difficile da far passare, e questo avviene soprattutto, nella mia piccola esperienza, qualora sussista una insoddisfazione di fondo – ad esempio per questioni di retribuzione, considerata implicitamente troppo bassa rispetto a quello che va fatto. In moltissimi casi la persona a cui non piacciono i task sviluppa un atteggiamento passivo-aggressivo, della serie che tende ad eseguire i compiti senza commentare, salvo poi perdersi (o far finta di farlo) in fase di consegna, diventando vago quando si arriva al dunque e via dicendo. Se i task portino a questo di per sè, francamente non so dirlo e non ne sarei così sicuro: è certo, al contrario, che se devono diventare motivo di cruccio possono rivelarsi strumenti altamente improduttivi.

    Non conosco una ricetta per rendere accettabili i task, ma sono abbastanza sicuro che si debbano usare solo con le persone giuste e predisposte a farne uso. Diversamente diventano un qualcosa che non sarà  mai perfettamente capito, specie da chi non possegga una formazione prettamente scientifica e non sappia coglierne il vero quid. Che non è   – a mio umile avviso – tracciare il proprio lavoro perchè dall’altra parte il capo possa darti una pacca sulla spalla: anzi, è importante che non si faccia passare questa idea. Può essere utile formare le persone sull’uso dei task e, progressivamente, introdurli in ambito lavorativo: richiede tempo e pazienza, ma alla lunga potrebbe pagare molto di più come setting generale.

    Foto di Tumisu da Pixabay

  • Reseller: chi sono e cosa fanno

    Reseller: chi sono e cosa fanno

    Un “reseller” è un individuo o un’azienda che acquista prodotti o servizi da un produttore o da un fornitore e li rivende a clienti finali, spesso guadagnando attraverso il markup o la differenza di prezzo tra ciò che acquistano e ciò che vendono.

    Il lavoro di un reseller coinvolge l’acquisto di merci o servizi in grandi quantità da produttori, distributori o all’ingrosso a prezzi scontati per poi rivenderli a consumatori o altri rivenditori con un margine di profitto.

    I settori in cui operano i reseller possono essere molteplici, dall’elettronica di consumo all’abbigliamento, ai prodotti per la casa, all’informatica e così via. Possono concentrarsi su specifiche nicchie di mercato o lavorare con una vasta gamma di prodotti.

    Il guadagno di un reseller dipende da diversi fattori come la dimensione del loro business, i margini di profitto sui prodotti o servizi che vendono, le spese operative e di marketing, e la domanda per i loro prodotti o servizi. Alcuni reseller possono ottenere profitti considerevoli, mentre altri potrebbero avere margini di profitto più ridotti a causa della competizione o di altri fattori del mercato. Non esiste un guadagno standard per i reseller poiché varia ampiamente in base a molti fattori specifici al loro business e al settore in cui operano.

  • Che significa resilienza – Wikilost

    Che significa resilienza – Wikilost

    La resilienza è la capacità di affrontare le avversità, il trauma, lo stress o le difficoltà e di adattarsi positivamente o riprendersi rapidamente da esse. È la capacità di “rimbalzare” dalle esperienze negative o traumatiche senza subire conseguenze psicologiche permanenti. In altre parole, la resilienza è quella capacità che consente alle persone di mantenere un equilibrio emotivo e mentale anche di fronte alle sfide più impegnative.

    Caratteristiche della Resilienza

    La resilienza non è solo la capacità di resistere o sopportare le difficoltà, ma anche di crescere e svilupparsi nonostante le avversità. Le caratteristiche chiave della resilienza includono:

    • Flessibilità mentale: Essere in grado di adattarsi ai cambiamenti e alle circostanze in modo creativo e costruttivo.
    • Autostima positiva: Avere fiducia nelle proprie capacità e nella propria capacità di superare le difficoltà.
    • Buone capacità di problem-solving: Essere in grado di affrontare i problemi in modo efficace e trovare soluzioni pratiche.
    • Buone abilità di gestione delle emozioni: Essere in grado di regolare le emozioni in modo da non essere sopraffatti dalle situazioni stressanti.
    • Buon supporto sociale: Avere una rete di supporto di amici, familiari o colleghi che possono fornire sostegno emotivo e pratico.

    Fattori che Influenzano la Resilienza

    La resilienza può essere influenzata da diversi fattori, tra cui:

    • Ambiente familiare: Crescere in un ambiente stabile e amorevole può aumentare la resilienza di una persona.
    • Esperienze di vita precedenti: Avere esperienze positive di superamento delle difficoltà può migliorare la capacità di affrontare futuri stress.
    • Caratteristiche personali: Alcune persone possono avere una disposizione naturale verso la resilienza, ma è anche una capacità che può essere sviluppata nel tempo.
    • Supporto sociale: Un forte supporto da parte degli altri può aiutare a rafforzare la resilienza di una persona.

    Importanza della Resilienza

    La resilienza è importante perché permette alle persone di affrontare le difficoltà con maggiore forza e determinazione. Chi possiede una buona resilienza è meno incline a sviluppare problemi di salute mentale come la depressione o l’ansia in risposta allo stress. Inoltre, la resilienza favorisce la crescita personale, l’autonomia e la capacità di adattarsi a nuove situazioni.

    Come Sviluppare la Resilienza (o almeno provarci)

    Sviluppare la resilienza è un processo che richiede impegno e consapevolezza. Alcuni modi per migliorare la propria resilienza includono:

    • Cultivare una mentalità positiva: Mantenere un atteggiamento ottimista può aiutare a vedere le difficoltà come opportunità di crescita.
    • Costruire una rete di supporto: Avere persone di fiducia a cui rivolgersi in momenti di difficoltà può fornire un sostegno prezioso.
    • Imparare a gestire lo stress: Utilizzare tecniche di rilassamento come la meditazione o lo yoga può aiutare a mantenere il controllo delle proprie emozioni.
    • Fare attività che portano gioia: Partecipare a hobby o attività che ci appassionano può aumentare il nostro benessere emotivo e migliorare la nostra capacità di affrontare le difficoltà.

    In conclusione, la resilienza è una qualità preziosa che può essere coltivata e sviluppata nel corso della vita. Essa gioca un ruolo fondamentale nel determinare come affrontiamo le difficoltà e come cresciamo come individui. Investire nel proprio sviluppo resiliente può portare a una vita più soddisfacente e piena, nonostante le sfide che possiamo incontrare lungo il cammino. Fiducia!