WhatsApp e intercettazioni: come stanno realmente le cose?
Il tema della privacy sta sempre più a cuore anche ai non addetti ai lavori, ed i difficili tempi di pandemia che viviamo ne sono un po’ la prova. Usando massivamente strumenti come Whatsapp, di fatto, è lecito chiedersi “chi potrà sentire la comunicazione tra me e l’altra persona?“. Sfatiamo da subito un mito molto diffuso: pensare che il problema non ci tocchi, che “tanto anche se mi intercettano, io non ho niente da nascondere“, è sbagliato e fuorviante. Per averne la prova, infatti, basterebbe pensare che se fosse vero andremmo al bagno o a fare la doccia con la porta e la finestra sempre aperte: in fondo, non abbiamo niente da nascondere.
WhatsApp e intercettazioni
Prima di addentrarci nell’argomento, dobbiamo secondo me distinguere tra vari tipi di intercettazioni: esistono infatti le intercettazioni cosiddette telematiche o informatiche, che si basano sulla presenza fisica di quello che in gergo legale si chiama captatore. àˆ un modo generico, in italiano, per fare riferimento ad un software spia, un malware o un cavallo di troia insomma, che è a disposizione delle autorità , che viene usato generalmente solo da loro e che naturalmente non è installabile dai canali ufficiali. Di fatto, l’uso di un captatore richiede che qualcuno lo installi nel telefono della vittima, e ciò può avvenire in due modi:
- accedendo fisicamente al telefono della vittima, ed installando il software malevolo di spionaggio via bluetooth o cavo USB;
- inviando un messaggio ingannevole alla vittima e facendogli installare il software da internet, con un SMS con link cliccabile, una mail aperta dal telefono oppure, ancora, un messaggio Whatsapp.
Adesso è chiaro, peraltro – o dovrebbe esserlo! – perchè gli esperti di sicurezza informatica tendano a sconsigliare di cliccare sui messaggi che arrivano contenenti link, e perchè molti filtri antispam riescono ad eliminarli o a non renderli comunque fruibili agli utenti
Contromisure per la privacy e anti-intercettazioni
Il mondo della privacy offre spunti interessanti quanto, se vogliamo, preoccupanti: essere intercettati è una paura di molti, e questo vale soprattutto per le categorie sensibili (medici, giudici, forze dell’ordine, ecc.). Ma anche un comune cittadino potrebbe lecitamente avere una paura del genere, ed è per questo che i software di messaggistica istantanea offrono vari modi per proteggersi.
Whatsapp in questo non fa eccezione: viene aggiornato periodicamente e le varie eventuali falle di sicurezza informatica vengono segnalate (e risolte) un po’ per volta. Motivo per cui è bene tenerlo sempre aggiornato all’ultima versione! Inoltre Whatsapp sfrutta la crittografia end-to-end per proteggere dall’esterno la comunicazione, un po’ come farebbe una “guaina” che avvolge un tubo e lo rende ancora più impermeabile di quanto non sia. Inoltre le comunicazioni su Whatsapp sono, ormai da qualche anno, protette da certificato SSL, molto usato anche sui siti web – e sui siti di e-commerce in particolare.
Ogni messaggio che passa dentro Whatsapp è crittografato: sia esso video, audio, testo, chiamate vocali, e questo vuol dire che non è intercettabile da terzi se non con grande difficoltà ed impiego di risorse. Di fatto, pero’, video e chiamate vocali, nonostante la crittografia, potrebbero comunque essere divulgati a terzi.
Farsi spiare su Whatsapp: oltre le intercettazioni
Un’intercettazione presuppone, per sua stessa natura, che qualcuno ci stia spiando, una terza parte sia presente all’interno della comunicazione (ad esempio via attacchi man in the middle). Ma questa non è nemmeno l’unica possibilità per subire un’intercettazione: se ad esempio inviamo messaggi vocali, questi ultimi potranno essere sempre inoltrati a chi vogliamo, potenzialmente all’infinito.
Il problema quindi è arginato solo in parte dalle nuove tecnologie, che molti utenti tendono ad usare senza rendersene conto e per questo potrebbero, a maggior ragione, essere vittime di raggiri. Bisognerebbe quindi fare attenzione a quello che si dice nei messaggi vocali, per quanto poi la pratica di ogni giorno tenda quasi a farci dimenticare quella che dovrebbe essere una buona abitudine – stare attenti a quello che si dice, semplicemente. Ovviamente ciò non vuol dire “diventare paranoici senza motivo“, ma semplicemente essere più consapevoli dei limiti e delle potenziali di strumenti che usiamo, ormai, ogni giorno.
(fonte: LaLeggePerTutti.it)
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