Parliamo nuovamente di wi-fi, questa volta da un punto di vista un po’ più tecnico-pratico di qaunto fatto nei precedenti articoli. Partiamo nuovamente da un dato di fatto: le connessioni via cavo di rete saranno sempre più veloci, sicure ed affidabili di quelle wireless. Che poi le wireless siano diventate uno standard difficilmente rimpiazzabile è anch’esso fuori questione, come ho avuto modo di sottolineare nel precedente articolo sulle wi fi lente.
Sfruttando cavi ethernet CAT5e o meglio ancora CAT6 (cambia la qualità del cavo, il connettore resta identico) porta necessariamente a prendere almeno in considerazione la possibilità di cablare casa propria o l’ufficio, in alternativa a connessioni wireless ancora lontane dall’essere pienamente affidabili.
Velocità nominale (Mbps) | Velocità massima (Mbps) | Velocità effettiva (secondo CNET) (Mbps) | |
Connessione via cavo Gigabit Ethernet | 1,000 | 1,000 | 1,000 |
Linskys EA9500 | 5,400 | 2,167 | 685.2 |
Asus RT-AC88U | 3,100 | 2,167 | 643.6 |
Linskys EA8500 | 2,533 | 1,733 | 437.8 |
Asus RT-AC87U | 2,400 | 1,733 | 504.4 |
A livello pratico, una connessione via LAN offre una velocità sostanzialmente identica sia come nominale (quella riportata sulla confezione) che come massima ed effettiva (che è quella che poi interessa); a livello wireless, invece, come mostrato dalla breve tabella comparativa che ho riportato, le cose non sono cosଠrosee come dovrebbero. Se la velocità rimane integra nelle scomode connessioni via cavo, a livello di wi fi si assiste ad un calo di prestazioni che può arrivare anche al 90% della velocità nominale.
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Ma per quale motivo le linee wi fi tendono ad essere così lente?
Prima regola da sapere è la seguente – in generale le connessioni di rete seguono una regola piuttosto semplice, ovvero che la velocità massima raggiungibile è superiormente limitata dal dispositivo più lento connesso. Collegare ad esempio un dispositivo che arriva a 100Mbps su una rete a 1000 Mpbs finirà inevitabilmente per limitare la velocità raggiungibile a 100Mbps.
A livello di Wi-Fi vengono utilizzate le onde radio per la trasmissione, per cui cambiano un po’ di cose: anzitutto, tutte le wi-fi che operino nella stessa zona sfruttano comunque l’aria, per cui possono portare ad interferenze con altri router estranei alla nostra rete. La velocità di una Wi-Fi è soggetta quindi all’ambiente in cui essa si trova ad operare, ed è il motivo per cui ad esempio i router wireless dispongono di un selettore di più canali.
Come abbiamo visto nel precedente articolo è passato molto tempo dal primissimo standard 802.11b, che doveva essere una tecnologia innovativa e rivoluzionaria che pero’, purtroppo, è rimasta così solo sulla carta. Quello standard avrebbe dovuto consentire di raggiungere gli 11 Mbps contro i 10Mbps massimi di una connessione via cavo, cosa che è rimasta vera solo sulla carta. Venne fuori soltanto in seguito che 11Mbps era in realtà la velocità massima a livello fisico nel modello OSI, una velocità sostanzialmente irragiungibile nella realtà applicativa (fonte).
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Molti test pratici avevano confermato situazioni di lentezza preoccupante: stando abbastanza vicini all’access point e provando a connettersi nominalmente a 11Mbps, si riusciva a raggiungere al massimo 1 Mbps (circa 125 KB al secondo). Allontandosi dall’access point, tra l’altro, tale velocità diminuiva ulteriormente fino ad un decimo di quella originale. Le velocità mostrate a livello marketing dalle confezioni dei router, in effetti, non facevano che riportare una velocità solo nominale – tecnicamente il maximum physical layer data rate – che era forse conveniente commercialmente, ma che finiva regolarmente per deludere le aspettative. La velocità andava a diminuire ulteriormente se suddivisa tra più client, per cui si verificano situazioni (con la tecnologia wireless di qualche anno fa, almeno) in cui la velocità era ridotta ulteriormente di un quinto tra cinque client, ad esempio.
Cosa rallenta le Wi-Fi
I principali fattori che tendono a rallentare le nostre connessioni ADSL via wireless sono solitamente i seguenti:
- distanza dalla fonte: più siamo lontani dall’access point, più è lenta la connessione;
- perdita di segnale: l’uso di un ripetitore tende tipicamente a ridurre la velocità fino al 50% rispetto a quella originaria;
- presenza di ostacoli: tipicamente muri ed oggetti metallici possono bloccare o ridurre l’intensità del segnale;
- interferenze: la presenza di altri dispositivi che sfruttino onde radio tende a rallentare o far funzionare in modo non ottimale le wireless;
- compatibilità tra standard differenti, nel senso che non tutti i dispositivi clienti riescono ad accedere a reti wireless spesso diverse tra loro.
Analizzati i punti critici, per velocizzare le vostre connessioni di rete potreste provare a:
- porre il vostro dispositivo più vicino all’access point del router, oppure spostare in posizione più conveniente l’access point stesso;
- utilizzare solo ripetitori di qualità solo se realmente necessario (ad esempio lungo un corridoio);
- evitare di porre ostacoli alla wireless di origine dell’access point;
- verificare che non ci siano interferenze di segnale e provare a rimuoverle per vedere se cambia qualcosa in termini di velocità ;
- evitare inoltre di utilizzare cavi telefonici troppo lunghi;
- evitare infine di collegare alla presa telefonica di origine multiconnettori, telefoni o fax.
Segnali e interferenze: due possibili cause dei problemi di Wi-Fi
Utilizzando la nostra – purtroppo ideale, da quanto ne sappiamo – linea via cavo LAN, possiamo coprire tranquillamente fino a 100 metri di lunghezza massima, con la garanzia di disporre delle stesse prestazioni di velocità a 5, 10, 40 o 100 metri che siano. Con la wi-fi, non è a volte neanche troppo chiaro entro quale range massimo possiamo muoverci,in quanto dipende in parte dal segnale di radiofrequenza ma anche dalla presenza di ostacoli, da eventuali problemi di multipath in radiofrequenza (fenomeno secondo cui, detta in modo molto semplice, le onde radio tendono a “spargersi” in modo casuale), dalla distanza dalla fonte e cosଠvia.
La forza del segnale radio che ci mostrano le “tacche” dell’icona wireless, in questo caso, non sono pero’ l’unico fattore in gioco: l’idea di comprare un router più potente a volte non risolve alcun problema, nonostante sia la soluzione a cui istintivamente molti ricorrono.
Nell’ambito del dominio di collisione di una rete wi fi, in effetti, non vale la regola secondo cui i dispositivi “parlano” più forte per farsi sentire meglio: ognuno di essi tende ad aspettare il proprio “turno” per trasmettere o ricevere, e se qualcosa non va o si verificano interferenze o errori si ferma in modo randomico, e riprova in seguito (eventualmente resettando la trasmissione da zero). In genere tutte le wireless di una zona condividono lo stesso dominio di collisione, a prescindere dal canale su cui operano: la maggioranza dei dispositivi wireless, poi, utilizza complesse politiche di gestione dei vari access point, per cui tendono a scansionare anche reti diverse dalla nostra anche solo per avere il “permesso” e chiedere l’eventuale accesso.
La potenza del segnale di radiofrequenza della wireless, quello indicato dalle tacche dei nostri dispositivi, non è tutto: nè può essere utilizzato come test affidabile di velocità . Pi๠dispositivi connessi ci sono, più le cose si complicano; più ostacoli e distanze ci sono da coprire, più difficile sarà cablare la rete. In generale può essere utile tenere conto dei diversi tipi di tecnologie di trasmissione, in ordine di potenzialità (dalle più veloci nominalmente alle più lente):
- Wireless AC    1 Gbps 5 GHz (consigliata)
- Wireless N    300 Mbps 2.4 GHz, 5 GHz
- Wireless G    54 Mbps 2.4 GHz
- Wireless B    11 Mbps 2.4 GHz
Nella pratica, non basta il dispositivo più potente o veloce: spesso bisogna intervenire per ridurre interferenze ed altri ostacoli.
(fonte)
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