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6 buoni motivi per non lavorare 8 ore al giorno

Vi siete mai chiesti perchè le vostre giornate lavorative siano vincolate ad 8 ore al giorno? Le motivazioni sono storiche, legate ad uno scenario di fine ‘800 e di tutto rispetto, ma oggi sembrano essere tendenzialmente superate dalle dinamiche stesse del lavoro moderno. Tanto più che oggi si avverte, in tempi di Covid-19, la necessità  di far evolvere e rendere dignitoso il lavoro da casa, esattamente come quello in ufficio.

Ovviamente, qui nello specifico, mi riferisco alle giornate lavorative medie nel settore IT, che sono quelle che conosco meglio per cui parlo per esperienza diretta; assai probabile, peraltro, che la cosa non sia applicabile a molti altri settori (problema di applicabilità ) e/o che qualcuno possa prendere male (problema di mentalità ) quello che riporterò, o guardarlo con scetticismo o snobismo. Del resto è un’idea che sto cercando di portare avanti anche nelle mie attività , a partire da me stesso e dalla mia (pessima) abitudine di spingere le ore di lavoro anche a più di 8, in molte giornate.

Poco male, perchè comunque il messaggio di provare a cambiare le cose e rivoluzionare l’ambiente sarà  passato – ed è questo, in questa sede, che mi interessa sul serio. Vediamo quindi i principali 6 motivi per provare a cambiare la regola delle “8 ore lavorative”.

  1. 8 ore al giorno rendono il lavoro una statica convenzione. Lavori, senti di essere pagato strettamente per stare 8 ore delle tue giornate seduto ad una scrivania, spesso trascorrendo giornate di vuoto o prive di un feedback realistico sulle tue attività . Lavorare cosଠpotrebbe tendere a renderti, in molti casi, meno produttivo di quanto potresti essere lavorando più liberamente, oltre a darti la sgradevole sensazione di essere un banale “utensile” della tua azienda.
  2. 8 ore al giorno fanno perdere più tempo, in prospettiva. Metti caso che tu stia facendo una cosa molto importante, e che siano le 17:59: arrivate le 18:00 in punto, appena un minuto dopo, in modo diretto e brutale, propenderai per staccare comunque, qualsiasi cosa stessi facendo. Tenderò, per intenderci, a lasciare il codice cosଠcome sono riuscito a portarlo avanti, insomma, con il problema – quasi sicuro, direi – di doverlo riprendere il giorno dopo dovendomi ricordare cosa avevo fatto e dove ero arrivato di preciso. Problema organizzativo che sarebbe anche risolvibile, se solo si riuscisse ad essere meno ossessionati dalle otto ore.
  3. 8 ore /giorno sono un vincolo come un altro. Anche se il vincolo delle 8 ore lavorative (più le 8 per dormire e le altre 8 di svago, secondo un tradizionale slogan sindacale di fine ‘800) possiede un’origine e delle motivazioni di tutto rispetto, questo senza dubbio; tuttavia, nel mondo moderno dell’IT ci si vincola più ad obiettivi concreti, anche parziali o incompleti, piuttosto che ad un “prestare servizio per 8 ore”, che è una cosa più da impiegato tradizionale. La vera criticità  è proprio qui, per molte aziende, nel non riuscire a trovare un equilibrio tra una vecchia regola ed una rinnovata esigenza.
  4. 8 ore di lavoro / giorno sono un retaggio di fine 800. Questo è uno degli argomenti che mi ha spinto maggiormente a scrivere questo articolo: anche se si tratta di uno scenario di tutto rispetto, ad oggi appare obsoleto e poco adatto alle esigenze del lavoratore del 2000. Quando venne detta quella
  5. 8 ore di lavoro potrebbero essere teoricamente ridotte, bilanciando il carico di attività  da svolgere di conseguenza, a sole 6: resterebbe più tempo libero per altre attività  e, in quelle 6 ore, si tenderebbe naturalmente a lavorare in modo più incisivo, come dimostrato da un celebre esperimento su alcune infermiere svedesi.
  6. 8 ore / giorno in IT, spessissimo, non bastano. L’ultimo punto è forse il più importante di tutti: molti problemi dell’IT non sono agevoli da vincolare nelle classiche 8 ore giornaliere, ma richiedono molto, molto di più. Le varie fasi di debug, progettazione, test e via dicendo sono spesso tanto difficili da vincolare in 8 ore al giorno da risultare quasi impossibile rispettare le scadenze. Specialmente quando le specifiche non sono chiare, quando il cliente ha pretese piuttosto assurde o quando in generale il problema è davvero difficile da risolvere. Per cui cosa stiamo aspettando a cambiare questa regola una volta per sempre?

Quale alternativa, del resto? Lavorare per obiettivi progressivi, a mio umile avviso, anche se non è una soluzione universale e vale soltanto per i progetti frazionabili per obiettivi (molti non lo sono).

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PS: lavoro da libero professionista, e forse qualcuno pensa che sia una pacchia non dover sottostare alla regola delle 35 ore settimanali. Nel mio caso, che ci crediate o no, le ore lavorative sono molte, molte di più

(fonti: televideo, repubblica.it)

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