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Arduino: il fai-da-te dell’informatica

In un’epoca in cui i due termini che più vanno di moda sono “informatizzazione” e “customizzazione” non poteva mancare sul mercato un prodotto in grado di sposare entrambe le soluzioni ad un prezzo quasi irrisorio ed è bello constatare che questo apparecchio rivoluzionario, chiamato Arduino, sia nato in Italia.

Piccoli Steve Jobs crescono.

A tutti coloro che sono più avvezzi alle tecnologie – e all’informatica più in generale – sicuramente, almeno una volta, sarà  venuta in mente un qualche tipo di intuizione per poter semplificare-migliorare-implementare un elettrodomestico o qualsiasi altro aggeggio elettronico in una maniera più intelligente e funzionale di quanto questo non sia già  di fabbrica. Spesso, nei piccoli laboratori o garage di frotte di novelli Steve Jobs, questa intuizione ha dato vita  ad una lunga serie di “monta&smonta”, “svita&avvita”, “salda&dissalda”, delle più disparate apparecchiature elettroniche, vivisezionate e torturate alla ricerca della “modifica definitiva”, a volte ottenendo il risultato desiderato, più spesso rendendo completamente inutilizzabile il dispositivo originale.

Da questa umanamente comprensibile ricerca di perfezione e miglioramento dell’esistente (in tutte le sue forme), ad un gruppo di amici di Ivrea con il pallino per l’informatica, un giorno nel lontano 2005, davanti ad una birra consumata nel bar che erano soliti frequentare, è venuta la brillante idea di progettare, costruire e mettere in commercio un semplice dispositivo formato da schede elettroniche, un microcontrollore (una sorta di microprocessore destinato ad uno specifico campo di applicazione) e diversi pin I/O cui è possibile assegnare diverse funzioni e poco – pochissimo – altro. Quale nome dare al dispositivo? Ovviamente Arduino, come il bar nel cui l’idea ha avuto origine.

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Foto di Tiki Shabudin da Pixabay

Senza entrare troppo nello specifico – poichè il nostro intento in questo articolo è divulgativo e non specialistico – cerchiamo di comprendere:

  • quali sono le funzioni di Arduino;
  • a chi è rivolto;
  • quali sono i vantaggi pratici del suo utilizzo.

Le funzioni di Arduino.

Come abbiamo sommariamente visto poc’anzi, Arduino è costruito come se fosse una sorta di piccola scheda madre per PC con una piccola memoria flash in cui immagazzinare i dati per le informazioni utili a darle le istruzioni di funzionamento, implementabile con prese di varia natura (USB, MIDI, ecc.) e al quale possono essere collegati led luminosi, altoparlanti o altri semplici dispositivi fisici (pulsanti, interruttori, joystick). E’ alimentabile o tramite porta USB o a pile. Grazie al linguaggio di programmazione semplice ed intuitivo nativo dell’istituto di ricerca per cui gli ideatori lavoravano – la Interaction Design Institute di Ivrea- chiamato Wiring e alla consistente banca dati gratuita online, con Arduino si possono realizzare un’infinità  di dispositivi elettronici customizzabili dall’utente, garantendo allo stesso tempo una facile installazione e un’altrettanto facile ripristino delle condizioni iniziali.

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Foto di Tomasz Mikołajczyk da Pixabay

Andando nel concreto, con Arduino si possono automatizzare dei motori, realizzare telecomandi e centraline (dalla TV al termostato della caldaia), snellire processi complessi come, ad esempio, centralizzare con un unico controller (in cui verrà  installata la scheda Arduino) la messa in funzione/spegnimento di più dispositivi elettronici indipendenti che devono lavorare all’unisono. In pratica, il limite è la fantasia del programmatore – hobbista o professionista che sia – che lo sta utilizzando.

A chi è rivolto.

Il pubblico principale cui è rivolto Arduino è quello degli hobbisti che, armati di buona volontà  e dotati di un’infarinatura di elettronica e programmazione, vogliono sperimentare in concreto le loro idee e metterle in pratiche grazie ad un dispositivo semplice, economico (i vari modelli partono da poco più di 10 euro per arrivare ad una cinquantina) e all-inclusive (o quasi).

Arduino è anche un eccellente strumento didattico per gli studenti degli istituti tecnici e professionali nonchè per quelli universitari che possono fare pratica diretta con le componenti elettroniche senza il rischio di dover rovinare costosi elettrodomestici e computer.

Ma Arduino si è saputo ritagliare una certa “dignità ” anche in campi più professionali per collaudare e sperimentare “in piccolo” dispositivi che nella versione definitiva sfrutteranno processori e componenti più performanti. In fondo, se una tecnologia funziona con un dispositivo cosଠpiccolo e semplice non può non funzionare con componenti più sofisticate e magari create ad hoc.

I vantaggi pratici di Arduino.

I vantaggi del piccolo e maneggevole dispositivo sono tutti nella sua semplicità , economicità  e possibilità  quasi infinita di essere implementato in qualsiasi ambiente elettronico. Nel video di seguito potrete osservare alcuni dei dispositivi più “estremi” che sono stati realizzati grazie alla tecnologia di Arduino. Si va dal lancia-dardi all’automobilina controllata dai movimenti delle mani, dal robot in grado di ballare in stile Michael Jackson al ritmo della musica ed evitare gli ostacoli al drone con controllo mentale, in un tripudio di idee bizzare ma per nulla banali che fanno intuire come il limite dell’utilizzo di Arduino sia solo nella fantasia dell’utente.

Arduino e/è il futuro.

Dal 2005, anno della sua creazione, l’attenzione del mondo dell’elettronica su Arduino è andata crescendo in maniera vertiginosa. Oggi si contano milioni di esemplari venduti nel mondo e diversi cloni sono stati realizzati da aziende concorrenti. La società  che ne gestisce il brevetto, la BCMI, dopo alcune dispute legali, vede ora al vertice quattro dei cinque ideatori del progetto e il futuro sembra sempre più roseo.

Ormai intorno al piccolo computer customizzabile è nata una vera e propria community di affezionati che sperimentano con esso dalle cose più semplici a quelle più imponderabili aprendo, di fatto, un nuovo modo di vivere e produrre grazie all’informatica. Arduino è infatti la prova lampante che per fare elettronica di ottima qualità  non è per forza indispensabile avere i migliori computer, le migliori componenti e i migliori laboratori ma bastano doti che, scavando nel nostro intimo, potremmo possedere tutti: ingegno, passione, dedizione, manualità  e una somma relativamente irrisoria di denaro.

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