Quando salviamo una copia dei nostri file, soprattutto se si tratta di documenti originali ed in copia unica, la privacy dei nostri dati dovrebbe a mio avviso essere sempre più protetta. Ovviamente senza sconfinare nella paranoia o in preoccupazioni inutili, ma certamente è necessario pensare di più alla privacy anche dei nostri backup. Il Mac è molto attrezzato da questo punto di vista, ed in questo articolo vedremo come.
A che serve criptare un backup?
La crittografia nell’ambito dei backup da’ la possibilità di rendere accessibile quel backup soltanto a chi disponga della password. In qeusto modo, se ad esempio salvassimo i nostri dati su un disco esterno USB, ed un giorno quel backup fosse perso, la persona che ce l’ha sottratto non potrebbe in alcun modo leggere i dati senza la nostra password.
Tanto per capirci, il fatto stesso di effettuare copie di backup criptate pone un problema fondamentale: in caso di emergenza (crash di sistema, malware o simili) ricordarsi la password per sbloccare i dati sarà indispensabile, altrimenti avremo letteralmente lavorato per nulla. Di fatto un backup criptato renderà possibile il ripristino, o la lettura, dei file soltanto a chi conosca la password per sbloccare gli stessi.
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Come fare un backup con il Mac
OS/X offre, ormai da diversi anni, la funzionalità di creare delle immagini disco capaci di contenere una copia dei nostri file, che si possa ripristinare con facilità , che possa risparmiare spazio sul supporto di backup (ad esempio un DVD o un disco esterno) e che, in particolare, sia leggibile soltanto inserendo una password. Di fatto le immagini disco si comportano non tanto come delle directory (“contenitori” di file) bensଠcome dei veri e propri archivi .ZIP che il sistema provvederà a “montare” su una partizione apposita. La similitudine con il mount – che dovrebbe essere familiare agli utenti Linux – è fondata: un’immagine disco si “comporta” esattamente come un disco esterno, una memoria USB/SD e cosଠvia collegate al vostro Mac.
Quando aprite un’immagine disco di fatto il Mac le “monta”, cioè le rende accessibili dall’utente, tipicamente in sola lettura. Il vantaggio del farne uso consiste nel fatto che:
- le immagini disco si possono trasmettere, ad esempio per posta elettronica oppure su un dispositivo di memorizzazione cloud (Google Drive o Rapidshare, ad esempio), come file singoli, risparmiando tempo;
- le immagini disco si possono masterizzare come copie di backup su un CD o un DVD;
- le immagini disco, infine, si possono criptare per preservare dalla lettura di occhi indiscreti informazioni riservate.
L’applicazione indispensabile per operare in tal senso è Disk Utility (Utility Disco in italiano) che potete rintracciare facilmente dalla casella di ricerca in alto a destra (cliccando sulla lente di ingrandimento), oppure sotto le applicazioni nelle cartella “Utility“. Fate attenzione a quello che fate con questa applicazione perchè potreste compromettere, anche in modo irreversibile, i vostri preziosi dati.
Come fare il backup passo-passo col Mac
Di fatto “Disk Utility” non è la sola app del Mac che permette di farsi un backup criptato dei propri file, per quanto tutte utilizzino praticamente gli stessi principi di fondo.
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1. Aprite “Utilità Disco”
2. Fate click sull’icona “Nuova immagine” (vedi figura)
3. A questo punto dovremo specificare una serie di opzioni, tra cui:
- Nome: nome del file di backup
- Dimensioni: indicare la dimensione del supporto di destinazione (CD fino a circa 663MB, DVD fino a 4.7 GB, specificare “dimensioni ad hoc” se pensate di salvare parecchi dati su HD esterno)
- Formato: specificare se leggibile su MacOS Esteso Journaled (consigliato, a meno che non dobbiate consegnare il backup ad un utente Windows), MS-DOS (FAT), NTSF.
- Codificazione: selezionare 128-bit AES (suggerita, l’altra rallenta parecchio l’accesso all’immagine in I/O)
- Partizioni: (cambia sulla base delle dimensioni specificate)
- Formato Immagine: selezionare master DVD/CD oppure, per backup su supporti fisici più grande, sparse o sparse bundle.
Cliccando su “Crea” potremo quindi creare la partizione che sarà visibile anche dal Finder, non prima di aver inserito due volte una password sicura.
Si noti come, in questa circostanza, memorizzare la password nel portachiavi non sia necessariamente una buona idea, anzi: in questa circostanza ammettiamo comunque che l’accesso al backup debba avvenire da un Mac o un PC differenti da quelli originari, altrimenti la password diventa sostanzialmente inutile.
Quello che resta da fare, semplicemente, non è altro che trascinare i file che si vogliono copiare all’interno dell’unità , che vi avviserà non appena avete superato il limite del supporto fisico su cui volete masterizzare che avete indicato all’inizio (un CD, nell’esempio, per semplicità ). Per farlo potete ricorrere all’Utilità Disco cliccando con due dita sull’immagine creata, e selezionando “Masterizza“.
Fate inoltre attenzione al fatto che la procedura di protezione del file mediante AES richiederà un tempo maggiore sia nell’accesso ai file che nella copia stessa mediante drag-n-drop (che nel Mac è sempre un’operazione di “copia” e non di “taglia”). I file saranno quindi accessibili dal lato sinistro del file e come copia fisica, un file unico da eventualmente trasmettere ecc., nella locazione “Documenti” che abbiamo specificato all’inizio. Quando abbiamo finito di aggiungere i file, in questo caso ricordiamoci di masterizzarla e di “smontare” l’immagine con il bottone di eject (la freccia verso l’alto).
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