Oggi vedremo come si usano i rudimenti basilari del linguaggio Python, ovvero: costanti, variabili ed operatori.
Cos’è una variabile
Siamo alla base di qualsiasi linguaggio di programmazione, in questa fase: ricordiamoci che, come già detto per PHP, una variabile in un linguaggio di programmazione non è altro se non una cella di memoria. Una variabile viene denominata da una lettera, tipicamente minuscola, che rappresenta il riferimento simbolico alla cella; se non avessimo il nome della variabile, in pratica, saremmo costretti a ricordarci a memoria il suo indirizzo di memoria (cosa che facciamo nei linguaggi di programmazione come Assembly, per la cronaca).
Una variabile Python una zona di memoria che può essere allocata per contenere un dato – nel caso più semplice, un numero binario. Non solo: una variabile può contenere anche una stringa, un numero intero, un booleano vero/falso e per estensione anche dei dati strutturati, ovvero composti da più campi (ad esempio: una variabile persona che sarà composta da persona.nome, persona.cognome, … secondo la cosiddetta notazione con il punto, dot notation).
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L’uso delle variabili è tule per effettuare operazioni matematiche (somme, sottrazioni, divisioni, moltiplicazioni) ma anche per memorizzare un valore, lavorarci e restituirlo all’utente in forma elaborata (inversione di stringhe, anagrammi e così via).
Regole per stabilire i nomi delle variabili in Python 3
I nomi delle costanti e delle variabili devono essere costituiti da una combinazione di lettere minuscole (da a a z) o maiuscole (da A a Z) o da cifre (da 0 a 9) o da un trattino basso (_). Ad esempio potremmo usare indifferentemente:
amico_fritz AMICO_MAIUSCOLO PippoPluto
Se si desidera creare un nome di variabile con più parole, usare il trattino basso per separarle. Ad esempio:
nome_e_cognome data_nascita
Python 3 fa differenza tra maiuscole e minuscole, per cui num e Num saranno variabili diverse che riferiscono aree di memoria distinte. Per intenderci:
Usa il codice
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var num = 4 var Num = 43 print(num) # mostra 4 print(Num) # mostra 43
Evitate di usare parole chiave come if, true, class, ecc. come nomi di variabili.
Esempi di variabili in Python
Proviamo a definire una variabile intera pari a 69, ad esempio:
a = 69
non serve altro: non serve punto e virgola, in particolare, non serve indicare int o integer (in Python le variabili non sono tipizzate), nè serve altro che non sia andare a capo. Molto semplice, insomma; stessa cosa se volessimo creare una variabile con un float:
b = 7.8
attenzione che quando trattiamo numeri decimali dobbiamo usare il punto, non la virgola; la virgola infatti ha un significato diverso, ed indica una tupla (7,8 significa, in Python, una coppia di numeri come il 7 seguito dal numero 8).
Per creare una stringa basta includerla tra doppi apici (possono andare bene anche i singoli apici, che usiamo se nella stringa fosse necessario includere un doppio apice, ad esempio):
c = "trovalost.it"
Se invece vogliamo creare una variabile booleana vero o falso, il valore va scritto come letterale True o False con l’iniziale maiuscola per convenzione:
d = False
Stampiamo i valori delle variabili per renderci conto di quello che abbiamo fatto, usando print una volta per riga, su ogni singola variabile:
a = 69 b = 7.8 c = 'trovalost.it' d = False print (a) print (b) print (c) print (d)
Troverete il codice che ho usato qui.
Costanti in Python
In Python esistono sia costanti che variabili, e la loro differenza è lapidaria: le costanti hanno valore fisso, prefissato dall’inizio, mentre le variabili possono cambiare in modo dinamico. In Python non c’è una direttiva specifica per le costanti nel senso usato da altri linguaggi: sono tutte variabili, in sostanza. A meno che uno non faccia un passaggio specifico, ovvero:
- creare un file const123.py
- inserire al suo interno
COSTANTE= 10
, ad esempio
- salvare il file const.py
- include in un nuovo file Python mediante import const123.py
- usare la costante con la notazione con il punto (dot notation), della serie: print(const123.COSTANTE)
Variabili in Python: uso avanzato
Per chi provenisse da altri linguaggi di programmazione, Python presenta una differenza importante: NON è un linguaggio tipizzato, ovvero non è necessario specificare il tipo di una variabile prima di dichiararla (ad esempio string o integer). Questo significa che ci sarà una maggiore flessibilità nel linguaggio e che, soprattutto, non sarà necessario assegnare da prima o imporre un tipo per una variabile.
Facciamo attenzione ad una serie di cose, tra cui la caratterizzazione dinamica dei tipi, che non deve indurre confusione:
a = "7" b = 7 print (a==b) # restituisce false
Operatori
Gli operatori servono a combinare il valore di più variabili, e si possono utilizzare in vari modi: ad esempio per concatenare o mettere una di seguito all’altra due stringhe:
nome= "James" cognome= "hetfield" nome = nome + " " +cognome
Il risultato sarà quindi il nome e cognome del cantante dei Metallica, separato da uno spazio ” ” che abbiamo concatenato (+ è un operatore di concatenamento di stringhe, oltre che di somma)come stringa con lo spazio tra virgolette.
Ci sono anche operatori logici and, or, not che si richiamano ovviamente a quelli usati nella logica matematica. Segue un esempio (che trovate anche qui interattivamente):
a = True b = False c = True print (not a) # false print (a and b and c) #false print (a or b or c) # True print (a and b or c) # True print (a or b and c) # True
Le parentesi in Python non vanno usate con la ridondanza tipica degli altri linguaggi, ma solo quando strettamente necessario.
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