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E-mail: come è nata e come si è evoluta

I primi esperimenti risalgono agli anni ‘60, ma la vera svolta arriva nel 1971 grazie a un programmatore visionario e geniale

Chi di noi non ha mai mandato una e-mail? Difficile pensare oggi a una persona senza un indirizzo di posta elettronica. Eppure, in pochi conoscono la storia dietro questo strumento così diffuso, che nel corso degli anni ha conosciuto parecchie evoluzioni.

Dalla classica posta elettronica si è arrivati a uno strumento digitale sempre più ricco di opzioni e funzionalità, e al giorno d’oggi la mail ha assunto il ruolo di certificatore nelle comunicazioni tra privati, imprese ed enti. Infatti, la posta elettronica certificata, comunemente nota come PEC, in molti casi è l’unica modalità accettata per la validazione di determinate comunicazioni e al riguardo segnaliamo che il blog di Lettera Senza Busta, uno dei provider di servizi digitali più noti, spiega in modo chiaro ed esaustivo come si utilizza.

Ma come si è arrivati alla e-mail multifunzione e con valore legale? Tracciamo una breve cronistoria del mezzo.

E-mail: dagli inizia ai nostri giorni

Corre l’anno 1961. Leonard Kleinrock, dell’Università della California, pubblica un articolo che, per la prima volta, cita la “commutazione di pacchetto“, ovvero l’ipotesi di dividere dati in pacchetti e inviarli tramite una rete di computer: sarebbero poi stati ricomposti arrivati a destinazione.

Quattro anni dopo, Tom Van Vleck programma Mailbox, una sorta di software embrionale per l’invio di mail, destinato al sistema operativo CTSS (Compatible Time-Sharing System), che permetteva di inviare messaggi tra i vari utenti della rete, purché connessi alla stessa macchina.

Ma è il 1971 l’anno della prima vera rivoluzione. Ray Tomlinson è un brillante ingegnere che svolge il dottorato al Mit. Un amico, convinto che le sue potenzialità fossero sprecate, lo convince a entrare alla società di ricerca Bolt, Beranek, and Newman (BBN).

Ray comincia a smanettare con la rete Arpanet e con protocolli come l’SRI, che però considera troppo complicati. Decide allora di sperimentare un nuovo protocollo che permetta di comunicare tra due macchine diverse, superando così il problema del software di Tom Van Vleck.

Così, il geniale Ray crea il primo programma di posta elettronica che permette di inviare messaggi tra utenti di computer diversi attraverso Arpanet. Tomlinson sceglie e in qualche modo inventa il simbolo “@” per riuscire nell’intendo di separare il nome dell’utente dal nome del computer host, creando l’indirizzo e-mail che ben conosciamo.

Nel corso degli anni ’70 e ’80 l’e-mail, sempre più utilizzata, evolve ancora con lo sviluppo di protocolli come l’SMTP, fondamentale per l’invio corretto della posta elettronica.Bisogna aspettare però agli anni ‘90 per vedere l’e-mail avere successo: sia per lavoro che per piacere, le persone si scambiano di continuo “lettere elettroniche”, agevolati da interfacce e provider per la gestione delle mail sempre più facili da usare, adatte anche a chi sapeva poco o nulla di informatica.

Come accennato, oggi l’e-mail ha funzionalità molto avanzate: l’archiviazione cloud, per esempio, che permette di conservare la corrispondenza digitale senza appesantire il proprio pc, e ancora la sincronizzazione multi-dispositivo, l’integrazione con altri strumenti per l’invio massivo (tipico nel caso delle newsletter).

Il successo dell’e-mail si evince anche dal largo uso che se ne fa del marketing: le “vecchie” lettere di vendita, oggi, sono sostituite dalle già citate newsletter e, soprattutto, dall’e-mail marketing, che ha la stessa funzione delle sales letter, capisaldi della comunicazione di vendita.

In conclusione

Se oggi ci scambiamo di continuo e-mail lo dobbiamo soprattutto a Ray Tomlinson, geniale programmatore che capì come scambiare messaggi tra computer diversi e inventò quella che, almeno in Italia, chiamiamo “chiocciola”. È grazie a lui, ma anche a chi l’ha preceduto come Tom Van Vleck, se oggi possiamo inviare e-mail per lavoro e per piacere.

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