Secondo una nuova sentenza emessa la scorsa settimana da un magistrato federale a Oakland, in California, il governo non sarebbe autorizzato ad ottenere un mandato per presentarsi a casa di un sospettato, sequestrargli tutti i dispositivi digitali e costringere chiunque abbia trovato in casa per usare la biometria (quindi ad esempio le impronte digitali) per provare a sbloccare quei dispositivi. La circostanza, nello specifico e senza entrare nei dettagli tecnico-legali, non sarebbe costituzionale.
La sentenza fa riferimento, senza troppi dettagli specifici (non trapelati pubblicamente), ad un probabile caso di estorsione mediante Facebook Messanger, e sembra destinata a cambiare la giurisdizione in merito ad una circostanza, per la verità , molto probabile e potenzialmente diffusa. Ovviamente il caso fa riferimento alla giurisdizione americana e potrebbe non valere, allo stesso modo, anche in Europa: di certo è un precedente significativo.
Secondo quanto detto dal giudice, in particolare, “il Governo non è autorizzato a richiedere o sequestrare qualsiasi dispositivo elettronico (come un cellulare) che appartenga ad una persona non sospetta solo per il fatto che si trova là¬, in quel momento“. Pertanto sembra che la sentenza si riferisca alla circostanza particolare in cui, ad esempio, il sospettato non si trovi in casa e un suo parente, ad esempio, venga costretto a sbloccare mediante PIN, password o altri sistemi di sblocco a lui noti per un qualsiasi hardware personale. Ovviamente in presenza del sospettato le cose sarebbero diverse, ma è importante puntualizzare e capire la differenza.
(fonte)
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