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LVM (Logical Volume Manager) di Linux: cos’è e come funziona

Nell’archiviazione del computer, la gestione del volume logico (che in gergo viene detta LVM ovvero Logical Volume Manager) fornisce un metodo di allocazione dello spazio disponibile negli hard disk più flessibile, alla prova dei fatti, rispetto agli schemi di partizionamento classici per archiviare i volumi.

In genere, infatti, le partizioni vengono stabilite sui dischi una volta per sempre, e nel momento in cui lo spazio si esaurisce sono “dolori”, nel senso che si rischia di dover riconfigurare tutto da zero e sottoporre il sistema a riavvio, nuovo riconoscimento del disco e cosଠvia. In particolare, un gestore di volumi basato su LVM è in grado di concatenare e “combinare” le partizioni per renderle di fatto estendibili: e questo è possibile grazie ad un partizionamento ad alto livello che un admin, quando e dove necessario, potrà  spostare e ridimensionare come preferisce, il più delle volte senza dover nemmeno riavviare il sistema.

In altri termini si tratta di sfruttare un sistema dinamico di gestione delle partizioni su disco la cui dimensione effettiva sia (nello specifico) modificabile nel tempo. Posso ad esempio aggiungere un nuovo hard disk nella stessa partizione, estendendo quello spazio che non mi basta più e aggiungerlo in modo trasparente, semplicemente via interfaccia software. Esiste un livello di astrazione del disco che permette di valicare i limiti fisici dei dischi a disposizione, facendo in modo che il sistema operativo li veda come tutt’uno.

Il software è in grado di occuparsi del tutto mediante tre livelli di accesso:

  • PV, che significa Phisical Volume può essere un dispositivo RAID (Redundant Array of Independent Disks) con più dischi distribuiti al suo interno, ad esempio, una partizione oppure un hard disk fisico
  • LV, che significa Logical Volume, e rappresenta le partizioni logiche finali visibili agli utenti del sistema.
  • VG, che significa Volume Group rappresenta il risultato della composizione di più dischi fisici nella configurazione che desideriamo.

La seguente schematizzazione tratta da Wikipedia aiuta a comprendere ancora meglio quello di cui parliamo:  abbiamo un volume fisico (PV) mappato all’interno di un Volume Group (VG), all’interno del quale convivono in modo trasparente vari volumi logici (LV). Cliccate sull’immagine per ingrandirla, in caso.

1024px LVM1.svg
By LVM1.jpg: Blacknovaderivative work: Soverton71 (talk) – LVM1.jpg, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9686595

 

Questa tecnologia ha notevoli vantaggi in determinati scenari: permette ad esempio di clonare facilmente i dischi, avendo delle copie conformi dei dati in questione. Non solo: possiamo sfruttare il cosiddetto striping al fine di avere più dischi in parallelo in una configurazione che ricorda, almeno in parte, quella dei RAID. E può rivelarsi ideale per creare delle copie di backup in sola lettura di un server, ad esempio. Photo by Bruce Hong on Unsplash 

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